Cultura e spettacoli, nessun alibi per i finanziamenti persi
Tutti in escandescenza contro la classe politica. Ma cosa è successo?
lunedì 8 gennaio 2018
9.12
Come spesso avviene, alla plebs, non vengono mai spiegati i fatti come si deve. E' chiaro poi che più d'uno, sui social, dia in escandescenze verbali contro la classe politica. Stavolta l'elite di governo tranese sta cercando di arrampicarsi sugli specchi per difendere l'indifendibile: la perdita di finanziamenti, in particolare per la cultura, un campo vitale per Trani. Un iter che ormai è l'unica cosa buona che un governo locale dovrebbe saper fare, il procacciamento di finanziamenti, visto che le mani sono legate su tanti altri settori.
Alle rimostranze di più d'un cittadino, al massimo, si è arrivati a dire che: "I finanziamenti persi non sono per il ramo cultura, ma per quello "spettacoli"" o che sostanzialmente ,l'amministrazione aveva lasciato campo libero ad un gruppo di associazioni di muoversi autonomamente per arrivare al conseguimento dei finanziamenti (consigliera Zitoli dixit su FB, in entrambi i casi). Un mero errore formale avrebbe poi fatto perdere i soldi, che altre città come Corato, ad esempio, seguendo il canale del Patto Territoriale, hanno raggiunto.
La plebs a questo punto si chiedeva chi avesse compiuto l'errore, cosa che mai nessuno ha spiegato, a cominciare dalle tante teste di Palazzo. Tra consiglieri delegati, assessori e cervelli vari, alla fine ci si ritrova con un pugno di mosche in mano. Ma nel frattempo, veniamo a sapere che il Comune aveva incaricato una "progettista" specifica per mandare avanti l'iter. Ma su questo torneremo più avanti.
Una fonte ben informata, da noi avvicinata, ci ha spiegato che il sistema utilizzato per arrivare al finanziamento (ben 500 mila euro da spendersi per manifestazioni culturali per la prossima estate) era quello della domanda fatta da più associazioni tranesi, previa realizzazione d'un progetto, appunto; una di queste, tra le stesse associazioni, avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di "capofila". Per quest'ultima associazione però, all'ultimo momento, ci si è accorti che i requisiti per insignirsi di tale ruolo (di capofila) non ci fossero. In precedenza, nel primo controllo della Regione era già sorto qualche problema di procedura, legato a questione di firme. Tra questo e la mancanza di requisiti da capofila di una singola associazione : ecco i motivi dell'esclusione a finanziamenti di vitale importanza per Trani.
Già la prima distinzione tra spettacoli e cultura da parte della consigliera, al di là dei risvolti e delle gabbie burocratiche, non ci aveva convinto: gli spettacoli sono parte integrante dell'espressione culturale d'una città e fonte d'attrazione per i turisti. Insomma eravamo alla "lana caprina" già allora.
La seconda giustificazione (il margine di autonomia e libertà dato alle associazioni, che dunque sono lasciate libere anche di sbagliare, senza che l'amministrazione si prenda responsabilità) è altrettanto debole: un'amministrazione a nostro avviso ha il dovere di "sorvegliare" o meglio, sovrintendere alle azioni dei cittadini o delle associazioni, che comunque a nome dello stesso governo cittadino si stanno preparando ad un bando. E per questo sembra ci fosse anche una progettista, come dicevamo in apertura di pezzo. Dove sta il vulnus dunque? L'amministrazione avrebbe dovuto sovrintendere passo dopo passo a tutto l'iter. La progettista, che ci dicono di Bari, avrebbe dovuto essere tranese per meglio seguire la vicenda? Ai lettori e cittadini il parere. Per fare un esempio: e' come se ai nostri studenti assegnassimo un lavoro in classe da svolgere, magari da consegnare al Dirigente o per un concorso, e dopo aver loro lasciato libertà ed autonomia, dopo che gli studenti stessi, abbiano eventualmente realizzato un "papocchio", giustificarci con il Dirigente o con la giuria del Concorso: hanno fatto tutto da soli ed il docente, pur responsabile a sovrintendere al lavoro, non accetta accuse.
L'ultima solfa debole è quella di giustificare sempre ogni mancanza o buco nell'acqua, richiamando l'operato delle passate amministrazioni: un refrain che sinceramente dopo oltre due anni e mezzo di governo non può reggere e che suona puerile, politicamente parlando: "Maestra, ha cominciato lui". Crediamo che debba esserci, nella nostra visione imparziale, una parità di trattamento: se sugli errori delle passate amministrazioni di centro – destra si è stati inflessibili e abbiamo ascoltato spesso i latrati di molti elementi che ora sono al governo, riteniamo equo che dinanzi agli errori di questa amministrazione, con o senza lo zampino del vulnus da associazione lasciata libera di muoversi, si debba ugualmente stigmatizzare. In verità la nostra fonte ci informa che le riunioni tra quel gruppo di associazioni richiedenti il finanziamento e rappresentanti dell'amministrazione, erano state numerose e che quindi ci sarebbe stato tutto il tempo di controllare l'iter. Veniamo a sapere che "ci si sarebbe ridotti ad inviare la domanda all'ultimo momento, cosa che dato il margine a disposizione, poteva benissimo essere evitata". Questo svarione fa il paio con l'incredibile vicenda, nel settore "istruzione" del bando per il doposcuola che quest'anno avrebbe escluso "gli enti ecclesiastici", ossia gli storici rogazionisti, dal servizio. Un nostro provvidenziale articolo ha permesso, tra le altre cose naturalmente e previa riflessione innescata, di ritirare lo "sventurato" bando, parafrasando Manzoni e riformulare una nuova gara.
Alle rimostranze di più d'un cittadino, al massimo, si è arrivati a dire che: "I finanziamenti persi non sono per il ramo cultura, ma per quello "spettacoli"" o che sostanzialmente ,l'amministrazione aveva lasciato campo libero ad un gruppo di associazioni di muoversi autonomamente per arrivare al conseguimento dei finanziamenti (consigliera Zitoli dixit su FB, in entrambi i casi). Un mero errore formale avrebbe poi fatto perdere i soldi, che altre città come Corato, ad esempio, seguendo il canale del Patto Territoriale, hanno raggiunto.
La plebs a questo punto si chiedeva chi avesse compiuto l'errore, cosa che mai nessuno ha spiegato, a cominciare dalle tante teste di Palazzo. Tra consiglieri delegati, assessori e cervelli vari, alla fine ci si ritrova con un pugno di mosche in mano. Ma nel frattempo, veniamo a sapere che il Comune aveva incaricato una "progettista" specifica per mandare avanti l'iter. Ma su questo torneremo più avanti.
Una fonte ben informata, da noi avvicinata, ci ha spiegato che il sistema utilizzato per arrivare al finanziamento (ben 500 mila euro da spendersi per manifestazioni culturali per la prossima estate) era quello della domanda fatta da più associazioni tranesi, previa realizzazione d'un progetto, appunto; una di queste, tra le stesse associazioni, avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di "capofila". Per quest'ultima associazione però, all'ultimo momento, ci si è accorti che i requisiti per insignirsi di tale ruolo (di capofila) non ci fossero. In precedenza, nel primo controllo della Regione era già sorto qualche problema di procedura, legato a questione di firme. Tra questo e la mancanza di requisiti da capofila di una singola associazione : ecco i motivi dell'esclusione a finanziamenti di vitale importanza per Trani.
Già la prima distinzione tra spettacoli e cultura da parte della consigliera, al di là dei risvolti e delle gabbie burocratiche, non ci aveva convinto: gli spettacoli sono parte integrante dell'espressione culturale d'una città e fonte d'attrazione per i turisti. Insomma eravamo alla "lana caprina" già allora.
La seconda giustificazione (il margine di autonomia e libertà dato alle associazioni, che dunque sono lasciate libere anche di sbagliare, senza che l'amministrazione si prenda responsabilità) è altrettanto debole: un'amministrazione a nostro avviso ha il dovere di "sorvegliare" o meglio, sovrintendere alle azioni dei cittadini o delle associazioni, che comunque a nome dello stesso governo cittadino si stanno preparando ad un bando. E per questo sembra ci fosse anche una progettista, come dicevamo in apertura di pezzo. Dove sta il vulnus dunque? L'amministrazione avrebbe dovuto sovrintendere passo dopo passo a tutto l'iter. La progettista, che ci dicono di Bari, avrebbe dovuto essere tranese per meglio seguire la vicenda? Ai lettori e cittadini il parere. Per fare un esempio: e' come se ai nostri studenti assegnassimo un lavoro in classe da svolgere, magari da consegnare al Dirigente o per un concorso, e dopo aver loro lasciato libertà ed autonomia, dopo che gli studenti stessi, abbiano eventualmente realizzato un "papocchio", giustificarci con il Dirigente o con la giuria del Concorso: hanno fatto tutto da soli ed il docente, pur responsabile a sovrintendere al lavoro, non accetta accuse.
L'ultima solfa debole è quella di giustificare sempre ogni mancanza o buco nell'acqua, richiamando l'operato delle passate amministrazioni: un refrain che sinceramente dopo oltre due anni e mezzo di governo non può reggere e che suona puerile, politicamente parlando: "Maestra, ha cominciato lui". Crediamo che debba esserci, nella nostra visione imparziale, una parità di trattamento: se sugli errori delle passate amministrazioni di centro – destra si è stati inflessibili e abbiamo ascoltato spesso i latrati di molti elementi che ora sono al governo, riteniamo equo che dinanzi agli errori di questa amministrazione, con o senza lo zampino del vulnus da associazione lasciata libera di muoversi, si debba ugualmente stigmatizzare. In verità la nostra fonte ci informa che le riunioni tra quel gruppo di associazioni richiedenti il finanziamento e rappresentanti dell'amministrazione, erano state numerose e che quindi ci sarebbe stato tutto il tempo di controllare l'iter. Veniamo a sapere che "ci si sarebbe ridotti ad inviare la domanda all'ultimo momento, cosa che dato il margine a disposizione, poteva benissimo essere evitata". Questo svarione fa il paio con l'incredibile vicenda, nel settore "istruzione" del bando per il doposcuola che quest'anno avrebbe escluso "gli enti ecclesiastici", ossia gli storici rogazionisti, dal servizio. Un nostro provvidenziale articolo ha permesso, tra le altre cose naturalmente e previa riflessione innescata, di ritirare lo "sventurato" bando, parafrasando Manzoni e riformulare una nuova gara.