Dialoghi, Tarantini e Lovato prendono le distanze da De Noia

Il sindaco: «Mai posto veti sugli ospiti». L'assessore: «Polemica insensata». Gli organizzatori non danno peso all'accaduto: «Siamo abituati alle critiche»

giovedì 26 maggio 2011 22.40
A cura di Biagio Fanelli
«Alle polemiche ormai siamo abituati». Rosanna Gaeta ci ride su. Certo è che la polemica che si è scatenata intorno al nome di Svetlana Broz (la nipote di Tito) ha messo molto pepe sull'edizione 2011 de I dialoghi di Trani. L'argomento è stato affrontato anche nel corso della cerimonia di consegna del premio della presidenza della Repubblica all'associazione La Maria del porto. Il capo dello Stato, Giorgio Napoletano, ha voluto destinare una targa in bronzo alla rassegna letteraria in occasione del suo decennale. Il premio è stato conferito al sindaco di Trani, Giuseppe Tarantini, che a sua volta lo ha riposto nelle mani di chi, da dieci anni, organizza I Dialoghi.

Tarantini, così come l'assessore alla cultura, Andrea Lovato, si sono discostati dalle dichiarazioni del consigliere Francesco De Noia. «Come co-editore della manifestazione – ha detto il sindaco – non sono mai entrato nelle scelte degli ospiti. In alcuni casi non le ho condivise, ma non mi sono mai permesso di porre veti. Le polemiche? Non possono che far bene all'evento: nel bene o nel male, purché se ne parli. Elton John docet. La consegna di un premio del presidente della Repubblica non può che rendere orgoglioso me e tutta la città di Trani. E' un ricosconoscimento assolutamente meritato. La manifestazione rappresenta meglio di qualsiasi altra la forte vocazione culturale della città di Trani. Ho seguito da sindaco nove delle dieci edizioni de I Dialoghi e non posso che ringraziare chi ha contribuito ad elevare il profilo culturale della nostra città, organizzando una rassegna che è entrata nel novero delle più rappresentative in campo internazionale».

Anche l'assessore Lovato ha spezzato una lancia in favore della presenza della nipote di Tito nel corso dell'edizione del 2011: «Le colpe dei padri non possono ricadere su figli e congiunti. Una persona non può essere bollata solo perché figlia di o nipote di. In questo caso, per di più, parliamo di una donna che in tempo di guerra ha speso la sua vita vicino a chi la stava perdendo. La polemica per quanto mi riguarda non ha senso».
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