Dipendente trasferito al Tribunale di Trani: ha diritto ad un'indennità

«La caparbietà della CGIL permetterà di portare a casa quasi mille euro»

giovedì 8 novembre 2007
Pubblichiamo una nota del coordinamento provinciale della CGIL Funzione Pubblica sul riconoscimento della corresponsione dell'indennità di prima sistemazione al dipendente pubblico trasferito a seguito della riforma del c.d. "Giudice Unico" come da sentenza del Tribunale di Trani – Sez. lavoro:
«Il lavoratore ha diritto alla corresponsione dell'indennità di prima sistemazione a seguito del trasferimento di ufficio, dovuto alla soppressione di una sezione distaccata di Pretura, dopo la riforma del 2.6.1999 del Giudice Unico di primo grado, ex D. Lgs. n. 51/1998. Questo è quanto stabilito dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Trani dr.ssa Maria Antonietta La Notte Chirone, che ha dato ragione ai dipendenti delle sezioni distaccate delle Preture di Bisceglie e di Corato e dei relativi Uffici Nep che, assistiti dalla FP CGIL e dall'Avv. Costanza Manzi, hanno presentato ricorso per il riconoscimento di tale indennità per essere stati trasferiti presso il Tribunale di Trani. La sentenza dello scorso 16 luglio e depositata il 23 luglio ha sancito quanto disposto dall'art.21 della L. 1973/836 "al dipendente trasferito spetta una indennità di prima sistemazione nella misura di…", pertanto al dipendente spetta un contributo forfettario per il trasferimento di ufficio per il disagio a questi arrecato. Unica condizione sancita dalla legge per l'assegnazione della indennità di prima sistemazione è che il lavoratore sia assegnato ad un ufficio avente sede in un comune diverso rispetto a quello in cui precedentemente esercitava la propria attività, quindi anche indipendentemente dal cambio di residenza anagrafica. La caparbietà della CGIL permetterà ai lavoratori in questione, oggi in servizio presso il Tribunale di Trani e la Sezione distaccata di Ruvo di Puglia, e ad un lavoratore attualmente in pensione di portare a casa quasi mille euro, inizialmente negati dal Ministero della Giustizia.»