Discarica, l'analisi di Oikos: "Nessun documento ufficiale certifica l'avvenuta messa in sicurezza"
L'associazione di cittadinanza attiva chiede che venga attuato il principio di precauzione
giovedì 7 luglio 2022
11.18
"Sono passati ben otto anni dal clamore del sequestro della discarica di Trani e si susseguono ossessivamente le dichiarazioni di coloro che affermano che l'impianto sia ormai innocuo dal punto di vista dell'impatto ambientale e che pertanto, sia giunto il momento di pensare a nuove potenziali forme di nuove attività di conferimento dei rifiuti come l'impianto di trasferenza e l'impianto oversize per il trattamento del percolato": l'associazione cittadinanza attiva Oikos in una nota sottolinea di aver analizzato "gli esisti del monitoraggio quindicinale condotto sui pozzi spia della discarica". E che "dalla visione delle analisi sui pozzi spia della discarica si rileva quanto segue: trattasi delle prescritte analisi condotte con cadenza quindicinale ma sono presenti solo le analisi dei pozzi spia posti a valle idrogeologico della discarica e non quelle condotte nei pozzi spia ubicati a monte della discarica (pozzi spia P8M e P9M). Conseguentemente non è possibile fare il confronto dei dati per rilevare l'eventuale influenza potenziale della contaminazione nei flussi delle acque di falda.
Le ultime certificazioni presenti nel sito AMIU risultano quelle del 29/04/2022
In genere i solfati risultano essere molto alti e quasi sempre nei limiti di legge se si considera il valore dell'incertezza della misura. Tuttavia, nelle analisi del 15/04/2022 nei pozzi S9, PV13, PV11, P6VBIS e PV10 sono ben più alti delle concentrazioni limite.
Sempre nelle analisi del 15/04/2022 lo ione Ammonio testimoniante la decomposizione della sostanza organica risulta elevato e maggiore dei limiti (pozzi P6Vbis e PV10).
In alcune certificazioni del 2022 il Mercurio ed il Nichel risultano elevati ma nei limiti se si considera l'incertezza della misura.
Dalle certificazioni delle analisi si rileva che molti degli analiti, anche importanti come ad esempio Mercurio e Cromo esavalente vengono quantificati con procedure non accreditate da 'Accredia'."
Inoltre "in merito ai requisiti delle analisi - continua la nota di Oikos - siamo convinti che un monitoraggio ambientale in grado di fornire maggiori garanzie di qualità e trasparenza potrebbe aversi se il campionamento e le analisi fossero eseguite sistematicamente da un organismo, pubblico 'terzo' e super partes. A quanto detto si aggiunga che a tutt'oggi non vi è alcun documento ufficiale che certifichi in base al D.Lgs 152/2006 l'avvenuta messa in sicurezza della discarica e tanto meno la bonifica del sito.
Si consideri che qualora la discarica fosse proceduralmente 'chiusa' e già 'messa in sicurezza', in base alla normativa vigente dovrebbe essere sottoposta ad un monitoraggio ambientale post-esercizio della durata minima di 30 anni.
Inoltre, non risulta ancora conclusa e definita l'analisi di rischio sanitario, così come risulta ancora 'scoperto' e privo di capping il terzo lotto della discarica.
Alla luce di quanto esposto ci chiediamo se non sussistano sufficienti elementi di insicurezza che possano indurre gli amministratori locali ad attuare il principio di precauzione e quanto meno a non affermare con leggerezza che il sito sia ormai inoffensivo dal punto di vista della contaminazione delle matrici ambientali".
Le ultime certificazioni presenti nel sito AMIU risultano quelle del 29/04/2022
In genere i solfati risultano essere molto alti e quasi sempre nei limiti di legge se si considera il valore dell'incertezza della misura. Tuttavia, nelle analisi del 15/04/2022 nei pozzi S9, PV13, PV11, P6VBIS e PV10 sono ben più alti delle concentrazioni limite.
Sempre nelle analisi del 15/04/2022 lo ione Ammonio testimoniante la decomposizione della sostanza organica risulta elevato e maggiore dei limiti (pozzi P6Vbis e PV10).
In alcune certificazioni del 2022 il Mercurio ed il Nichel risultano elevati ma nei limiti se si considera l'incertezza della misura.
Dalle certificazioni delle analisi si rileva che molti degli analiti, anche importanti come ad esempio Mercurio e Cromo esavalente vengono quantificati con procedure non accreditate da 'Accredia'."
Inoltre "in merito ai requisiti delle analisi - continua la nota di Oikos - siamo convinti che un monitoraggio ambientale in grado di fornire maggiori garanzie di qualità e trasparenza potrebbe aversi se il campionamento e le analisi fossero eseguite sistematicamente da un organismo, pubblico 'terzo' e super partes. A quanto detto si aggiunga che a tutt'oggi non vi è alcun documento ufficiale che certifichi in base al D.Lgs 152/2006 l'avvenuta messa in sicurezza della discarica e tanto meno la bonifica del sito.
Si consideri che qualora la discarica fosse proceduralmente 'chiusa' e già 'messa in sicurezza', in base alla normativa vigente dovrebbe essere sottoposta ad un monitoraggio ambientale post-esercizio della durata minima di 30 anni.
Inoltre, non risulta ancora conclusa e definita l'analisi di rischio sanitario, così come risulta ancora 'scoperto' e privo di capping il terzo lotto della discarica.
Alla luce di quanto esposto ci chiediamo se non sussistano sufficienti elementi di insicurezza che possano indurre gli amministratori locali ad attuare il principio di precauzione e quanto meno a non affermare con leggerezza che il sito sia ormai inoffensivo dal punto di vista della contaminazione delle matrici ambientali".