Discariche killer, ma nessuno ricorda l’amianto dimenticato
"Lotta" tra cittadini e istituzioni per difendere la salute
mercoledì 13 dicembre 2017
9.20
Si allarga il fronte della lotta tra istituzioni e cittadini sull' "altopiano" delle discariche killer, con una spirale di dubbi, proteste montanti (domenica sarà organizzata una delle tante e sacrosante marce, e crediamo che non sarà neanche l'ultima) e timore diffuso che non si riesca a fare ciò che bisogna fare, presto. Un pompaggio continuo di percolato non è una bonifica, vedi fronte Amiu; un decreto sindacale non basta a bloccare i fumi che ormai hanno "sfondato" anche il terriccio che era stato gettato nei giorni scorsi, segno di potenza e intensità di questi idrocarburi, "carburanti che bruciano" a detta del sindaco, nel famoso terreno di contrada Monachelle.
Un'ordinanza del sindaco non sta portando ad una risoluzione fulminea del problema, che, visti i cattivi odori che col vento a favore inondano ampie zone della città, è quello che i cittadini ora si aspettano. Crediamo che l'aspetto ambientale e della salute collettiva siano i diritti massimi che ora si debbano difendere; le presentazioni dei nuovi assessori, coi loro consiglieri "padrini" -nel senso religioso del termine, stile cresimandi,- a fianco o alle loro spalle, sembrano bazzecole, cartoline già sbiadite, cianfrusaglie per i cittadini, non certo preoccupati del grado di soddisfazione di consiglieri accontentati e che quindi possano garantire la sopravvivenza di questa amministrazione, ma molto ansiosi per la salute propria e dei loro figli.
La spirale della "corda" ambientale si avviluppa intorno al collo degli stessi amministratori: a Palazzo Palmieri si brinda per le nuove nomine, ma sotto, idealmente, monta sempre più forte il malcontento per una gestione del problema ambientale, che sembra voler presentare un conto finale di svariata natura: all'associazione Xiao Yan, ad esempio, che opera a Santa Geffa, a due passi dai fumi all'idrocarburo e che si appresta ad organizzare le manifestazioni natalizie; all'amministrazione tutta che,- oltre ad avere nelle sua fila un assessore dei Verdi ed un consigliere regionale che, per uno scherzo della sorte, visto quanto sta avvenendo, ha ricoperto fino a poche settimane fa l'incarico di assessore regionale proprio all'ambiente, il primo Di Grergorio, il secondo Santorsola-, si ritrova questa enorme scimmia sulla spalla.
Dicevamo di una spirale che si avviluppa: tutti pensano alle discariche e all'amianto ancora non rimosso dal tetto del Supercinema, anche qui nonostante le ordinanze del sindaco, ma nessuno pensa ad una vera e propria bomba ecologica rappresentata dall'amianto dimenticato: decine di capannoni abbandonati in via Barletta, in verità già a partire da via Finanzieri, in certi casi, che vedono le proprie sommità ricoperte di amianto. Molti cittadini ci hanno segnalato l'amianto di "serie B", che non fa notizia, ma che, dato l'abbandono di molte strutture, potrebbe recare danni enormi alla salute dei cittadini. Avremmo dovuto essere la città protetta per eccellenza, dopo che in campagna elettorale, si è sbandierata la vicinanza ad Emiliano, poi strada facendo quella con Caracciolo da parte di più d'un consigliere di maggioranza (e guarda caso, altro scherzo del destino, il politico barlettano è diventato assessore all'ambiente al posto di Santorsola).
Il Caracciolo ci sembra attivissimo per quel che riguarda il suo territorio, Barletta (è un giorno sì e l'altro pure, nei tg), ma per Trani il meglio che abbia saputo fare è stato adombrare un'eventuale riapertura della sventurata discarica. Dobbiamo cercare nel nostro passato recente e remoto, per capire che peccato abbiamo commesso, noi tranesi, per meritare tali rappresentanti, in un momento storico- sociale e ambientale di estrema delicatezza. Noi dovevamo essere i super raccomandati di Emiliano prima e Caracciolo poi. Ci ritroviamo una città impestata e abbandonata che non sa più dove mettere le mani per risolvere piccoli, si fa per dire (Tari alle stelle, tanto per dirne una) e grandi problemi (fumi, percolati, discariche, lentezza, odore atroce). E' il nostro contrappasso e quello dei politici superficiali: tra chi li ha votati e chi, fra quelli, mette al primo posto l'ambizione personale e la carriera e se ne stra -fotte dei cittadini.
Un'ordinanza del sindaco non sta portando ad una risoluzione fulminea del problema, che, visti i cattivi odori che col vento a favore inondano ampie zone della città, è quello che i cittadini ora si aspettano. Crediamo che l'aspetto ambientale e della salute collettiva siano i diritti massimi che ora si debbano difendere; le presentazioni dei nuovi assessori, coi loro consiglieri "padrini" -nel senso religioso del termine, stile cresimandi,- a fianco o alle loro spalle, sembrano bazzecole, cartoline già sbiadite, cianfrusaglie per i cittadini, non certo preoccupati del grado di soddisfazione di consiglieri accontentati e che quindi possano garantire la sopravvivenza di questa amministrazione, ma molto ansiosi per la salute propria e dei loro figli.
La spirale della "corda" ambientale si avviluppa intorno al collo degli stessi amministratori: a Palazzo Palmieri si brinda per le nuove nomine, ma sotto, idealmente, monta sempre più forte il malcontento per una gestione del problema ambientale, che sembra voler presentare un conto finale di svariata natura: all'associazione Xiao Yan, ad esempio, che opera a Santa Geffa, a due passi dai fumi all'idrocarburo e che si appresta ad organizzare le manifestazioni natalizie; all'amministrazione tutta che,- oltre ad avere nelle sua fila un assessore dei Verdi ed un consigliere regionale che, per uno scherzo della sorte, visto quanto sta avvenendo, ha ricoperto fino a poche settimane fa l'incarico di assessore regionale proprio all'ambiente, il primo Di Grergorio, il secondo Santorsola-, si ritrova questa enorme scimmia sulla spalla.
Dicevamo di una spirale che si avviluppa: tutti pensano alle discariche e all'amianto ancora non rimosso dal tetto del Supercinema, anche qui nonostante le ordinanze del sindaco, ma nessuno pensa ad una vera e propria bomba ecologica rappresentata dall'amianto dimenticato: decine di capannoni abbandonati in via Barletta, in verità già a partire da via Finanzieri, in certi casi, che vedono le proprie sommità ricoperte di amianto. Molti cittadini ci hanno segnalato l'amianto di "serie B", che non fa notizia, ma che, dato l'abbandono di molte strutture, potrebbe recare danni enormi alla salute dei cittadini. Avremmo dovuto essere la città protetta per eccellenza, dopo che in campagna elettorale, si è sbandierata la vicinanza ad Emiliano, poi strada facendo quella con Caracciolo da parte di più d'un consigliere di maggioranza (e guarda caso, altro scherzo del destino, il politico barlettano è diventato assessore all'ambiente al posto di Santorsola).
Il Caracciolo ci sembra attivissimo per quel che riguarda il suo territorio, Barletta (è un giorno sì e l'altro pure, nei tg), ma per Trani il meglio che abbia saputo fare è stato adombrare un'eventuale riapertura della sventurata discarica. Dobbiamo cercare nel nostro passato recente e remoto, per capire che peccato abbiamo commesso, noi tranesi, per meritare tali rappresentanti, in un momento storico- sociale e ambientale di estrema delicatezza. Noi dovevamo essere i super raccomandati di Emiliano prima e Caracciolo poi. Ci ritroviamo una città impestata e abbandonata che non sa più dove mettere le mani per risolvere piccoli, si fa per dire (Tari alle stelle, tanto per dirne una) e grandi problemi (fumi, percolati, discariche, lentezza, odore atroce). E' il nostro contrappasso e quello dei politici superficiali: tra chi li ha votati e chi, fra quelli, mette al primo posto l'ambizione personale e la carriera e se ne stra -fotte dei cittadini.