Domenica riapre a Trani la chiesa di Santa Chiara
Dalle 18.30 la cerimonia d'inaugurazione
venerdì 22 maggio 2009
Dopo i lavori di restauro, domenica 24 maggio 2009, a Trani, sarà riaperta al culto la Chiesa parrocchiale di s. Chiara.
Di seguito si propongono il programma della cerimonia di inaugurazione e alcune schede relative al restauro.
Alle ore 18.30, celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri, Arcivescovo. Seguirà la presentazione dei lavori di restauro con l'intervento di: S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri - Arcivescovo, Mons. Saverio Pellegrino - Responsabile dell'Ufficio diocesano per l'Arte Sacra e i Beni Culturali, Don Emanuele De Gennaro - Parroco della Chiesa di Santa Chiara, Ing. Ruggiero Martines - Direttore regionale per i B.A.P., Arch. Marcello Benedettelli - Soprintendente per B.A.P. delle province di Bari e Foggia, Dott. Fabrizio Vona - Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Puglia, Arch. Francesca Onesti - Progettista e Direttore dei Lavori di Restauro, Arch. Donata di Domizio - Progettista e Coordinatore della Sicurezza. Note sulla Chiesa di Santa Chiara a cura di Ottavia Digiaro
Una delle più significative testimonianze dell'architettura tranese del XVI secolo è rappresentata dalla chiesa di Santa Chiara. La sua storia è legata all'omonimo ed attiguo convento, edificato nel XIII secolo. L'edificio, sede dell'Ordine religioso femminile francescano, sorgeva poco fuori le mura cittadine, lontano dalla vita del paese. Con il passare dei secoli, l'espansione della città inglobò anche il Monastero. Le clarisse si trovavano costrette a rinunciare alla solitudine, ma si preoccuparono anche, dal punto di vista pastorale, di mettere a disposizione dei fedeli della nuova zona abitata, la loro chiesa. Questa nuova situazione le indusse a pensare, sulla fine del XVI secolo, ad una nuova chiesa che desse la possibilità alla gente di seguire le funzioni religiose. Così badarono a realizzare una loro cappella privata. Sul lato nord-occidentale del monastero fu edificata la nuova chiesa tardo-rinascimentale, la più bella chiesa cinquecentesca di Trani, anche se i successivi restauri l'hanno orientata verso il gusto barocco. Il Monastero di S. Chiara fu, poi, messo a disposizione di altre due comunità tranesi fuse in una: le Benedettine di S. Agnese, della zona del porto, e le Cistercensi di S. Paolo, della zona presso il castello. La chiesa ed il convento cambiarono denominazione assumendo quello dei Santi Agnese e Paolo. Nel corso degli anni, la chiesa subì vari interventi all'interno e all'esterno.
Nel 1999 fu avviato il progetto di restauro della chiesa, per ridarle nuovo splendore con i rifacimenti delle pitture originarie, del pavimento e riscaldamento a pavimento. Dopo i saggi avvenuti in quel periodo, il 7 settembre 2004 ebbero inizio i lavori, la cui conclusione avverrà in questi giorni in vista dell'attesissima riapertura della chiesa, che avverrà il prossimo 24 maggio. L'architetto Francesca Onesti ha diretto un bel lavoro di squadra, uno dei cui anelli importanti è l'architetto Donata di Domizio, la quale, durante i lavori, ha annotato le memorie del cantiere in dodici quaderni. «Il restauro - spiega la Onesti - si è focalizzato sulla necessità di riportare la chiesa al momento in cui ha vissuto il suo massimo splendore. Bisognava trovare l'anima del luogo».
Dai saggi eseguiti, infatti, sono emersi diversi elementi molto interessanti sia dal punto di vista storico, sia processuale- tipologico. È stata ritrovata la parte superiore di un muro nel braccio del transetto, come anche la parte superiore del muro perimetrale del convento nella zona absidale. Lungo la navata si è avuta la conferma della natura del sito, destinato a giardino, prima della edificazione dell'edificio attuale, perché, entrando da tre botole e rimuovendo il terreno sottostante, si sono ritrovate tredici camere sotterranee a campana con imbocco giacente su terreno vegetale. All'imbocco delle queste botole è stata trovata un'epigrafe: "Federico rex". L'imbocco si trova a quota -1,5 m. sino a giungere fino a quota -9,00 m. dal livello stradale. Solo in uno di essi vi è dell'acqua sorgiva, a conferma del fatto che le chiese nascevano sempre nei pressi di una fonte d'acqua. Si pensa che, forse, in queste camere sotterranee si seppellivano le suore. Infine, sul basamento di una delle paraste del transetto si è trovata la sottostante struttura portante in pietra. Si è scoperta la struttura cinquecentesca della chiesa, evidente nei pilastri portanti, risultati essere scanalati, e nei capitelli di stile corinzio con foglie d'acanto. I capitelli erano meccati d'oro, quindi la doratura è stata effettuata con la stesura sulle superfici di un foglio sottile di argento coperto da una speciale vernice trasparente a base di lacca dalla tonalità aurea. Inoltre, sugli archivolti delle cappelle si è scoperta la modanatura e la presenza sugli stessi di decorazioni. Queste pietre risalgono all'epoca barocca, e sono rari esempi di questa tecnica.
Gli scavi hanno permesso di trovare, oltre al muro perimetrale della chiesa, anche un pavimento risalente al 1500 con basi di pilastri ad una quota- 1.60 m. Questo ritrovamento ha spinto a continuare lo scavo per tutto il transetto verso nord, perché, in base ai ritrovamenti fatti e ad un sopralluogo del soprintendente, l'architetto Marcello Benedetelli, si è deciso di rendere la zona del transetto e dell'abside visitabile attraverso la realizzazione di un livello interrato praticabile, e questo con il raggiungimento della quota di - 2.50/2.60 m. Con lo scavo nella zona absidale e l'eliminazione della terra sono venute fuori le mura del convento, all'interno delle quali è stato trovato un vano porta , che farebbe pensare a quelle a ruota, tipiche dei monasteri di un tempo, ed una nicchia.
Dopo i vari ritrovamenti, si è proseguito con il lavoro di restauro degli affreschi. È stata restaurata la raffigurazione del "Martirio di Sant'Agnese" del 1767, ad opera di Gian Battista Calò, per l'eliminazione degli strati pittorici sugli stucchi e cornici degli affreschi presenti sulla volta. Restauro anche per l'affresco di San Benedetto, che si presentava come una macchia nera, e la "Conversione di San Paolo". Inoltre sono riaffiorati anche altri affreschi. Dai saggi effettuati sulla volta, il colore emerso per le pareti è una tonalità tra l'azzurro e il violetto. Dopo un'attenta campionatura per la scelta del colore, finalmente è arrivato un inatteso, ma molto gradito mazzo di fiori di plumbago, che ha dato la possibilità al pittore di trovare la giusta tonalità per la chiesa. Per quanto riguarda l'esterno, il campanile a vela, realizzato in pietra e composto da due fornici, presentava sul lato est (interno alla facciata) una struttura in cemento armato composto da trave e pilastro alla quale era ancorata la campana del 1946. Considerato il fatto che si trattava di una struttura estranea al campanile, si è deciso di demolirla spostando la campana all'interno di uno dei fornici. Inoltre tra le varie schede delle campane è stato scoperto che una delle tre è del 1549 ed è quindi la più antica campana presente a Trani.
Ecco quindi che, dopo quasi cinque anni, finalmente don Emanuele De Gennaro e tutta la comunità parrocchiale, i quali, in parte, hanno contribuito economicamente ai lavori, ritornano nella loro chiesa dopo essere stati ospiti nella rettoria di San Michele Arcangelo. Domenica 24 maggio, alle 18.30, sarà celebrata una santa messa, presieduta dall'Arcivescovo, Mons. Giovan Battista Pichierri, per la benedizione ed inaugurazione della chiesa. A seguire, ci terrà una conferenza in cui l'architetto Onesti ed i suoi collaboratori illustreranno alla cittadinanza le fasi di scavo e di restauro e si potrà, così, ammirare la bellezza della chiesa al termine i lavori svolti. Gruppo di lavoro: Arch. Francesca Onesti, Arch. Donata Di Domizio, Ing. Nicola Ronchi, Ing. Felice Valenziano Geologo: dott. Raffaele Pansini / Restauro dipinti: prof. Cosimo Cilli / Coordinamento restauro: arch. Marcello Benedettelli; dott. Fabrizio Vona / Gruppo Diocesi: Mons. Savino Giannotti, Don Saverio Pellegrino; Don Angelo Di Pasquale; Nicola Cafagna; Don Emanuele de Gennaro / Impresa esecutrice: Impresa Gramegna, coordinata dal dott. Gigi Gramegna / Decorazioni pittoriche: Leopoldo e Donatello Pagano / Opere di falegnameria: Nicola Erriquez / Impianto elettrico: Rino Damato / Impianto termico: Impresa De Filippo. Inizio rilievi: 1999 / Inizio lavori: 7 settembre 2004 / Fine lavori: maggio 2009
Di seguito si propongono il programma della cerimonia di inaugurazione e alcune schede relative al restauro.
Alle ore 18.30, celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri, Arcivescovo. Seguirà la presentazione dei lavori di restauro con l'intervento di: S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri - Arcivescovo, Mons. Saverio Pellegrino - Responsabile dell'Ufficio diocesano per l'Arte Sacra e i Beni Culturali, Don Emanuele De Gennaro - Parroco della Chiesa di Santa Chiara, Ing. Ruggiero Martines - Direttore regionale per i B.A.P., Arch. Marcello Benedettelli - Soprintendente per B.A.P. delle province di Bari e Foggia, Dott. Fabrizio Vona - Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Puglia, Arch. Francesca Onesti - Progettista e Direttore dei Lavori di Restauro, Arch. Donata di Domizio - Progettista e Coordinatore della Sicurezza. Note sulla Chiesa di Santa Chiara a cura di Ottavia Digiaro
Una delle più significative testimonianze dell'architettura tranese del XVI secolo è rappresentata dalla chiesa di Santa Chiara. La sua storia è legata all'omonimo ed attiguo convento, edificato nel XIII secolo. L'edificio, sede dell'Ordine religioso femminile francescano, sorgeva poco fuori le mura cittadine, lontano dalla vita del paese. Con il passare dei secoli, l'espansione della città inglobò anche il Monastero. Le clarisse si trovavano costrette a rinunciare alla solitudine, ma si preoccuparono anche, dal punto di vista pastorale, di mettere a disposizione dei fedeli della nuova zona abitata, la loro chiesa. Questa nuova situazione le indusse a pensare, sulla fine del XVI secolo, ad una nuova chiesa che desse la possibilità alla gente di seguire le funzioni religiose. Così badarono a realizzare una loro cappella privata. Sul lato nord-occidentale del monastero fu edificata la nuova chiesa tardo-rinascimentale, la più bella chiesa cinquecentesca di Trani, anche se i successivi restauri l'hanno orientata verso il gusto barocco. Il Monastero di S. Chiara fu, poi, messo a disposizione di altre due comunità tranesi fuse in una: le Benedettine di S. Agnese, della zona del porto, e le Cistercensi di S. Paolo, della zona presso il castello. La chiesa ed il convento cambiarono denominazione assumendo quello dei Santi Agnese e Paolo. Nel corso degli anni, la chiesa subì vari interventi all'interno e all'esterno.
Nel 1999 fu avviato il progetto di restauro della chiesa, per ridarle nuovo splendore con i rifacimenti delle pitture originarie, del pavimento e riscaldamento a pavimento. Dopo i saggi avvenuti in quel periodo, il 7 settembre 2004 ebbero inizio i lavori, la cui conclusione avverrà in questi giorni in vista dell'attesissima riapertura della chiesa, che avverrà il prossimo 24 maggio. L'architetto Francesca Onesti ha diretto un bel lavoro di squadra, uno dei cui anelli importanti è l'architetto Donata di Domizio, la quale, durante i lavori, ha annotato le memorie del cantiere in dodici quaderni. «Il restauro - spiega la Onesti - si è focalizzato sulla necessità di riportare la chiesa al momento in cui ha vissuto il suo massimo splendore. Bisognava trovare l'anima del luogo».
Dai saggi eseguiti, infatti, sono emersi diversi elementi molto interessanti sia dal punto di vista storico, sia processuale- tipologico. È stata ritrovata la parte superiore di un muro nel braccio del transetto, come anche la parte superiore del muro perimetrale del convento nella zona absidale. Lungo la navata si è avuta la conferma della natura del sito, destinato a giardino, prima della edificazione dell'edificio attuale, perché, entrando da tre botole e rimuovendo il terreno sottostante, si sono ritrovate tredici camere sotterranee a campana con imbocco giacente su terreno vegetale. All'imbocco delle queste botole è stata trovata un'epigrafe: "Federico rex". L'imbocco si trova a quota -1,5 m. sino a giungere fino a quota -9,00 m. dal livello stradale. Solo in uno di essi vi è dell'acqua sorgiva, a conferma del fatto che le chiese nascevano sempre nei pressi di una fonte d'acqua. Si pensa che, forse, in queste camere sotterranee si seppellivano le suore. Infine, sul basamento di una delle paraste del transetto si è trovata la sottostante struttura portante in pietra. Si è scoperta la struttura cinquecentesca della chiesa, evidente nei pilastri portanti, risultati essere scanalati, e nei capitelli di stile corinzio con foglie d'acanto. I capitelli erano meccati d'oro, quindi la doratura è stata effettuata con la stesura sulle superfici di un foglio sottile di argento coperto da una speciale vernice trasparente a base di lacca dalla tonalità aurea. Inoltre, sugli archivolti delle cappelle si è scoperta la modanatura e la presenza sugli stessi di decorazioni. Queste pietre risalgono all'epoca barocca, e sono rari esempi di questa tecnica.
Gli scavi hanno permesso di trovare, oltre al muro perimetrale della chiesa, anche un pavimento risalente al 1500 con basi di pilastri ad una quota- 1.60 m. Questo ritrovamento ha spinto a continuare lo scavo per tutto il transetto verso nord, perché, in base ai ritrovamenti fatti e ad un sopralluogo del soprintendente, l'architetto Marcello Benedetelli, si è deciso di rendere la zona del transetto e dell'abside visitabile attraverso la realizzazione di un livello interrato praticabile, e questo con il raggiungimento della quota di - 2.50/2.60 m. Con lo scavo nella zona absidale e l'eliminazione della terra sono venute fuori le mura del convento, all'interno delle quali è stato trovato un vano porta , che farebbe pensare a quelle a ruota, tipiche dei monasteri di un tempo, ed una nicchia.
Dopo i vari ritrovamenti, si è proseguito con il lavoro di restauro degli affreschi. È stata restaurata la raffigurazione del "Martirio di Sant'Agnese" del 1767, ad opera di Gian Battista Calò, per l'eliminazione degli strati pittorici sugli stucchi e cornici degli affreschi presenti sulla volta. Restauro anche per l'affresco di San Benedetto, che si presentava come una macchia nera, e la "Conversione di San Paolo". Inoltre sono riaffiorati anche altri affreschi. Dai saggi effettuati sulla volta, il colore emerso per le pareti è una tonalità tra l'azzurro e il violetto. Dopo un'attenta campionatura per la scelta del colore, finalmente è arrivato un inatteso, ma molto gradito mazzo di fiori di plumbago, che ha dato la possibilità al pittore di trovare la giusta tonalità per la chiesa. Per quanto riguarda l'esterno, il campanile a vela, realizzato in pietra e composto da due fornici, presentava sul lato est (interno alla facciata) una struttura in cemento armato composto da trave e pilastro alla quale era ancorata la campana del 1946. Considerato il fatto che si trattava di una struttura estranea al campanile, si è deciso di demolirla spostando la campana all'interno di uno dei fornici. Inoltre tra le varie schede delle campane è stato scoperto che una delle tre è del 1549 ed è quindi la più antica campana presente a Trani.
Ecco quindi che, dopo quasi cinque anni, finalmente don Emanuele De Gennaro e tutta la comunità parrocchiale, i quali, in parte, hanno contribuito economicamente ai lavori, ritornano nella loro chiesa dopo essere stati ospiti nella rettoria di San Michele Arcangelo. Domenica 24 maggio, alle 18.30, sarà celebrata una santa messa, presieduta dall'Arcivescovo, Mons. Giovan Battista Pichierri, per la benedizione ed inaugurazione della chiesa. A seguire, ci terrà una conferenza in cui l'architetto Onesti ed i suoi collaboratori illustreranno alla cittadinanza le fasi di scavo e di restauro e si potrà, così, ammirare la bellezza della chiesa al termine i lavori svolti. Gruppo di lavoro: Arch. Francesca Onesti, Arch. Donata Di Domizio, Ing. Nicola Ronchi, Ing. Felice Valenziano Geologo: dott. Raffaele Pansini / Restauro dipinti: prof. Cosimo Cilli / Coordinamento restauro: arch. Marcello Benedettelli; dott. Fabrizio Vona / Gruppo Diocesi: Mons. Savino Giannotti, Don Saverio Pellegrino; Don Angelo Di Pasquale; Nicola Cafagna; Don Emanuele de Gennaro / Impresa esecutrice: Impresa Gramegna, coordinata dal dott. Gigi Gramegna / Decorazioni pittoriche: Leopoldo e Donatello Pagano / Opere di falegnameria: Nicola Erriquez / Impianto elettrico: Rino Damato / Impianto termico: Impresa De Filippo. Inizio rilievi: 1999 / Inizio lavori: 7 settembre 2004 / Fine lavori: maggio 2009