Donna investita in Piazza della Repubblica, è polemica

Le reazioni di Tomasicchio, Negrogno, Delle Donne e Santorsola

martedì 23 luglio 2019 15.35
«Ora in piazza della Repubblica una signora investita da un'auto. È in stato di shock...e l'ambulanza non arriva ! Deve arrivare ancora da Andria. Emiliano, Direttore della ASL e Sindaco: vergogna! E le vostre promesse? L'ambulanza è arrivata da Andria dopo 20 minuti: naturalmente il medico non l'ho visto». Sono queste le parole del consigliere di minoranza Emanuele Tomasicchio che ieri mattina aveva denunciato l'investimento di una donna in Piazza della Repubblica attraverso il suo profilo Facebook. Parole che hanno immediatamente suscitato le reazioni di operatori sanitari ed esponenti politici.

Primo fra tutti Rino Negrogno, operatore del 118 di Trani, che ha replicato al consigliere attraverso la testata giornalistica TraniLive.it: «Sento il dovere morale di spiegare alcune cose al signor Tomasicchio, per quanto resti persuaso che un avvocato e consigliere comunale dovrebbe conoscerle e, in caso contrario, dovrebbe prima informarsi. Se non altro per una deformazione professionale, non voglio pensare a un avvocato che non si informi sui fatti o sulle leggi, prima di parlare. Mi auguro – ha proseguito - innanzitutto che la signora stia bene. Nel domandarmi quale tipo di shock abbia diagnosticato il signor Tomasicchio, è mio dovere spiegargli che se la Centrale Operativa ha scelto di inviare un'ambulanza del 118 da Andria, lo ha fatto perché quella di Trani era sicuramente impegnata su un altro intervento e la colpa non è di Emiliano, del Direttore Generale dell'Asl o del Sindaco, ma dipende dal fatto che un'altra persona avesse in quel momento bisogno di soccorso sanitario. Potrebbe essere cosa buona e giusta fornire Trani di almeno un'altra ambulanza come accade per Andria e Barletta e credo si stia lavorando in questo senso, ma questo non garantirebbe la presenza continua certa sul territorio. Infatti spesso accade che l'ambulanza del 118 di Trani si reca ad Andria e Barletta perché, sebbene vi siano due ambulanze, vi sono tre o più richieste di soccorso. Ma fortunatamente il sistema di emergenza è organizzato in maniera tale da garantire, nella maggior parte dei casi, l'arrivo dell'ambulanza in tempi ragionevoli. La Centrale Operativa conosce la posizione e la situazione di tutte le sue ambulanze, in modo da poter inviare immediatamente l'ambulanza non impegnata e più vicina al luogo dove c'è bisogno di soccorso.

Quindi, Emiliano, il Direttore generale Asl e il Sindaco, avendone ipoteticamente la facoltà, potrebbero creare dieci postazioni di ambulanze 118, ma quando avremmo l'undicesimo malore, il signor Tomasicchio scriverebbe comunque un nuovo post. E così via, all'infinito, consigliere di opposizione dopo consigliere di opposizione. La propaganda è la cosa più facile che si possa fare, Salvini ce lo insegna, soprattutto quando si va a vellicare la pancia dei cittadini. C'è un altro fattore non di poco conto: spesso l'utente, suo malgrado, utilizza l'ambulanza del 118 in modo improprio, non per emergenze vere e proprie, ma per comodità, sottraendola a chi ne abbia realmente bisogno. Ci deve essere un impegno da parte di tutti a chiamare il 118 solo quando è necessario, quando si tratta realmente di urgenza.

Per quanto riguarda la presenza del medico, che il signor Tomasicchio pare non abbia visto, devo fornirgli un'altra spiegazione: in tutta Italia esistono sia ambulanze Mike (medico, infermiere, autista soccorritore e soccorritore) che ambulanze India (infermiere, autista soccorritore e soccorritore), (anzi in tutta Italia prevalgono le ambulanze senza medico a bordo); la Centrale Operativa, in base alla disponibilità e al codice di criticità, decide se inviare una Mike o un'India. Quando la Centrale invia un'India vuol dire che si tratta di una situazione che può risolvere l'infermiere grazie alle sue comprovate competenze, vuol dire che l'infermiere, insieme al suo equipaggio, è in grado di stabilizzare il paziente e trasportarlo nell'ospedale di competenza. Non è mai accaduto nella Bat che un infermiere non abbia saputo gestire l'evento.

Per concludere vorrei far notare al signor Tomasicchio un'ultima cosa, ma non meno importante: questo modo avventato di fare, questo sottolineare dal pulpito il ritardo dell'ambulanza, la mancanza del medico (che evidentemente non era necessario), questo parlare sempre e solo male della sanità, per fare una propaganda fine a sé stessa, porta a inasprire gli animi e non provoca altro che un aumento delle aggressioni che ogni girono subiamo, che sono già tante, perché la gente, quando giungiamo al loro cospetto e a quello del loro caro in fin di vita, è già agitata per queste ragioni, non serve istigarla ulteriormente. Potrebbe accadere che un'ambulanza giunga da Barletta a Trani, perché quella di Trani è già impegnata, e qualcuno in preda all'agitazione dica: "Aveva ragione Tomasicchio!" e aggredisca violentemente l'equipaggio. Io non ne sarei entusiasta».

E' toccato successivamente al direttore generale dell'Asl Bat, Alessandro Delle Donne fare chiarezza sulla vicenda: «Succede che la macchina dei soccorsi non si fermi mai. Succede che nella mattinata di oggi (ndr ieri) a Trani una signora sia stata investita da un'auto. Sono passate da poco le 9,30. Qualcuno chiama il 118, la centrale operativa risponde: da Andria parte una ambulanza alle 9.40.03. Sarà a Trani alle 9.54.17, cioè entro i 20 minuti consentiti in questi casi. La stessa ambulanza è ripartita alle 10.11.58 per arrivare in ospedale alle 10.22.26. Succede che in ospedale vengono eseguiti gli esami necessari, una Tac total body, che venga suturata una ferita sul volto. E succede che la signora stia bene. Succede cioè una storia di ordinaria amministrazione sanitaria. "Spiace però constatare che succede pure di leggere sui social media un commento del consigliere comunale Emanuele che lamenta un ritardo dell'ambulanza, dichiara uno stato di shock della signora (è una diagnosi?) e a caratteri maiuscoli, cioè urlando, inviti me e il Presidente della Regione a vergognarci". "Di cosa? – si chiede Delle Donne - di una centrale operativa che ha fatto il suo lavoro? di personale infermieristico perfettamente in grado di gestire le situazioni di emergenza? del fatto che in quel momento l'ambulanza di Trani non fosse ferma ma impegnata in un'altra attività di soccorso? dei medici ospedalieri che sono intervenuti tempestivamente e correttamente? del fatto che una signora investita in piazza stia bene?". "Non abbiamo nulla di cui vergognarci - aggiunge il Direttore Generale - il sistema ha funzionato perfettamente. La sanità ha risposto in maniera egregia a una situazione di richiesta di assistenza. E di storie come questa ovviamente ce ne sono tantissime. Quello che manca in queste dichiarazioni troppo facili è il buonsenso della "sapere", quello stesso buonsenso che eviterebbe falsi allarmismi e preoccupazioni inutili. Sarebbe davvero il caso di smetterla con queste polemiche».

Poco fa anche il consigliere regionale Domenico Santorsola ha espresso il suo pensiero sulla vicenda, in linea col pensiero di Negrogno: «Leggendo i commenti relativi all'incidente occorso ieri ad una sfortunata signora ho provato una grande paura: i commenti di alcuni politici locali, specie se spalleggiati da operatori della sanità privi di responsabilità professionale, e forse morale, rischiano di disorientare i cittadini. Evitando di entrare nel merito di come si affrontano le urgenze mediche, affido l'analisi delle motivazioni tecniche ed organizzative che hanno determinato il presunto ritardo nell'intervento della equipe del 118 al comunicato prontamente inviato da Rimo Negrogno, un comunicato che condivido in ogni parola e che invito a rileggere per evitare una assurda gogna mediatica a persone 'colpevoli solo di aver fatto il proprio dovere. La vicenda ha, però, anche un risvolto politico che non possiamo ignorare. Trovo, infatti, assurdo che un consigliere comunale, assolutamente privo di conoscenze in campo medico, vada alla ricerca di presunte inadempienze al solo scopo di occupare la cronaca cittadina; rincorrere il ritardo di una ambulanza e, semmai, augurarsi un evento più grave solo per rimpolpare un consenso politico asfittico può essere definito in un solo modo: sciacallaggio. Piuttosto che fare le macumbe propiziatorie di disastri collettivi, potrebbe e dovrebbe prendere atto che indietro non si può tornare, che il latte è stato versato e che, ormai, è tempo di costruire una nuova realtà.

La Regione, la ASL, il Comune ed alcune forze politiche ci hanno messo la faccia e ci stanno provando: il punto di primo intervento è stato organizzato, la dotazione tecnica e strumentale è stata ordinata, le ambulanze promesse sono state messe a gara. La burocrazia, purtroppo, ha i suoi tempi ed alla classe politica spetta il compito di rasserenare gli animi, di collaborare al raggiungimento degli obiettivi, di proporre la istituzione di nuovi servizi e l'attuazione di progetti innovativi che possano qualificare la nuova struttura sanitaria ed andare incontro alle esigenze degli utenti. A questo compito, nell'interesse esclusivo della comunità, dovrebbero partecipare tutti, a prescindere dalla collocazione politica, con proposte fattive piuttosto che con inutili rimpianti!».