Donna investita in Piazza della Repubblica, Tomasicchio: «Ciò che contesto è la negazione del diritto alla salute in danno della Città di Trani»
La replica del consigliere a chi lo accusa d'«incompetenza»
giovedì 25 luglio 2019
12.07
Il mio post sulla situazione della Sanità pubblica a Trani e sulla chiusura del Pronto Soccorso ha provocato numerose reazioni, alcune incredibilmente scomposte, nervose e, persino, livorose.
Non sarò, naturalmente, tanto ingenuo da pensare alla casualità dello scadente fuoco concentrico destinato allo scrivente ma, pur nella sua pochezza, esso merita alcune ferme precisazioni.
Non sarò, naturalmente, tanto ingenuo da pensare alla casualità dello scadente fuoco concentrico destinato allo scrivente ma, pur nella sua pochezza, esso merita alcune ferme precisazioni.
- Taluni hanno replicato sui fatti attribuendomi cose mai dette e si sono lanciati in attacchi personali sul sottoscritto senza neanche conoscere né me né il mio (modestissimo) curriculum.
- Mi hanno accusato di avere puntato il dito contro gli addetti al 118. Nulla di più falso! Non ho mai inteso accusare gli operatori del 118, molti dei quali conosco ed apprezzo per l'abnegazione e lo spirito di sacrificio con cui operano, in condizioni spesso impossibili. Ciò che ho duramente contestato e contesto è la negazione del diritto alla salute in danno della Città di Trani: la chiusura truffaldina del nostro ospedale e, poi, quella del Pronto Soccorso (per ragioni esclusivamente politiche) negano un diritto che ad altre città, certamente non superiori a Trani per alcun requisito, è stato viceversa riconosciuto. E così accade che, a fronte della chiusura dell'ospedale di Trani, rimangano aperti – ad esempio - quelli di Bisceglie e Canosa, e salga addirittura di livello quello di Corato: e la ragione è esclusivamente quella della "tutela" politica assicurata a quelle città dai loro rappresentanti parlamentari o regionali, in violazione di norme inderogabili, che legittimerebbero queste decisioni soltanto in presenza di adeguate ed obiettive, ma nella fattispecie inesistenti, motivazioni.
- Al danno, nel caso di Trani, si è aggiunta la beffa: in una nazione seria, prima si organizzano le ambulanze, i medici, gli infermieri, gli operatori e le attrezzature, poi si chiude il Pronto Soccorso. Viceversa, a Trani la ASL prima ha chiuso il Pronto Soccorso e poi, a dire dell'invisibile consigliere regionale, sta ancora tentando di organizzare il Servizio! Il che la dice lunga sulla inadeguatezza della dirigenza della ASL.
- Accade così che il 7 giugno scorso una signora cade in via Malcangi e l'ambulanza (non per colpa degli operatori del 118, ripeto, ma per la inadeguata organizzazione del servizio e la insufficiente dotazione di medici ed operatori) arriva dopo oltre venti minuti e, come al solito, da Andria: i parenti avevano chiamato i Carabinieri, non vedendo arrivare l'ambulanza. Si trattava di una 66enne, già infartuata e con sospetta frattura. Il 22 luglio una anziana viene investita in Piazza della Repubblica: è ferita, inizialmente sembra non rispondere ai primi occasionali soccorritori, viene chiamata l'ambulanza. La quale, more solito, arriva dopo poco più di venti minuti e sempre da Andria. Così come succede che una signora (mi racconta sua figlia) cada in casa ed a Trani le venga detto di non poter eseguire la radiografia poiché il personale era tutto impegnato nella esecuzione delle mammografie prenotate da tempo. Risultato: la paziente viene portata a Barletta, dove viene curata dopo 6 ore di attesa… In Tribunale, lo scorso 2 luglio, riferisce il collega avv. Moscatelli, si sarebbe verificato un episodio analogo: malore di un uomo e soccorsi giunti dopo mezz'ora.
- Il sottoscritto si indigna e denunzia pubblicamente l'episodio del 22 luglio, con chiaro riferimento (chiaro per tutti i tranesi, ma evidentemente non per la ASL, né per l'invisibile consigliere regionale tranese né per un infermiere che si è espresso senza neanche conoscermi ) al fatto che, se ci fossero state a Trani almeno le due ambulanze promesse, forse i soccorsi sarebbero stati più tempestivi e non sarebbero dovuti arrivare da Andria.
- Conseguenza: replica (comprensibile) della ASL, che non risponde mai nel merito ma cerca di spostare l'attenzione su altri problemi e mi attribuisce un attacco agli operatori del 118 che non ho mai portato, seguono i corìfei della ASL, che si lanciano in accuse ridicole ed, in qualche caso, addirittura personali, senza neanche conoscere il sottoscritto.
- A tutti rispondo: visto che mi accusate addirittura di incompetenza (e, soprattutto quando mossa dall'infermiere, l'accusa mi onora), ricordo a Voi tutti che le linee guida del Sistema dell'Emergenza in Sanità ( DPR 27.03.1992, condivise dal SIS 118 del 2012 ) prevedono che i soccorsi giungano in otto minuti in area urbana ( cioè in citta ) e venti minuti solo se si deve intervenire in area extraurbana.
- La conclusione mi pare sia che se i soccorsi arrivano dopo o al limite dei venti minuti, il Sistema non funziona come dovrebbe. Allora, chiedo ufficialmente alla Asl Bat di comunicare pubblicamente le mediane dei Tempi di Intervento delle ambulanze prima e dopo la chiusura del Pronto Soccorso di Trani: solo questi dati ci potranno confermare o meno la funzionalità del servizio.
- Altra osservazione doverosa è che la ASL e la Regione avevano sottoscritto con il Comune il famoso Protocollo di Intesa nel 2016 che prevedeva il Ppti a Trani, con la promessa di due ambulanze medicalizzate: dopo tre anni dalla firma del Protocollo e dopo la chiusura del Pronto Soccorso, ce n'è una sola. L'invisibile consigliere regionale, nell'attaccare la mia denunzia, afferma che: a) oramai per l'Ospedale non c'è più niente da fare ; b) che le ambulanze starebbero per arrivare ; c) per le attrezzature sarebbe in corso la gara di appalto. Con ciò, ingenuamente, ammette che abbiamo ragione noi : a Trani non ci sono ancora né le 2 ambulanze né le attrezzature necessarie. Dopo ci diranno che stanno indicendo ancora i concorsi per assumere i medici ? Ed, in ogni caso, io non mi rassegno alla definitività della chiusura del nostro Ospedale. Posso farlo, o devo chiedere il permesso all'invisibile consigliere regionale o all'infermiere ? O devo rassegnarmi a pensare che i cittadini di Canosa e Bisceglie abbiano più diritti di Trani?
- In tutto questo brilla, per la sua assenza e la sua totale mancanza di peso politico, il Sindaco di Trani : si era solennemente impegnato a far intervenire il Presidente Emiliano in Consiglio Comunale per discutere della vicenda Pronto Soccorso e, dopo un anno e mezzo, nessuno lo ha visto. Viceversa, sono bastate 24 ore di proteste ed Emiliano si è precipitato nel Consiglio Comunale di Bisceglie.
- Io continuerò a lottare ed a denunziare, non mi arrenderò.
- Da ultimo, vorrei tranquillizzare l'infermiere che, nel suo comunicato di ieri, mi ha tacciato di incompetenza. Ed ha ragione: sono soltanto un modesto avvocato amministrativista, difensore anche di alcune fra le maggiori strutture ospedaliere della Puglia, possiedo un titolo di Alta Specializzazione post lauream in Diritto Sanitario e, per quel che serve, sono anche Ufficiale del Corpo Militare della Croce Rossa. Non sono riuscito a fare di più e me ne scuso con lui.