Dopo quindici anni la biblioteca si presenta così
Alcune collezioni monche, libri non mappati. Problemi di infiltrazioni al piano superiore
lunedì 8 febbraio 2010
L'Odissea della nuova biblioteca va avanti dal 1995, da quando la vecchia sede di palazzo Vischi venne chiusa per problemi statici. Inaugurata nel 2003 praticamente senza libri, oggi si presenta come un contenitore fruibile al 70%. Il lavoro di sistemazione dei volumi negli scaffali è stato terminato a tempo di record: in un mese e mezzo, la società bolognese Premio srl ha svolto la mansione richiesta dal bando, ossia quella di posizionare negli scaffali i duemila e 87 metri lineari di libri rimasti in giacenza negli scatoloni. Non è stato possibile, però, inserirli tutti. Girando per le stanze si trova qualche scatolone con testi sprovvisti di copertina, oppure scaffali in cui sono conservati dei volumi senza riferimenti di catalogazione. «La sensazione – dice il dirigente Maria Dettori – è che nessuno abbia provveduto a registrare libri nell'ultimo decennio. I testi rimasti nelle scatole invece necessitano di studi più approfonditi. Bisogna capire a quali collezioni appartengono, se sono recuperabili attraverso la sanificazione oppure se è possibile riacquistarli».
Le libreria scorrevoli vengono aperte per far vedere ciò che è stato fatto. Qua e la spunta qualche buco. «E' stato lasciato lo spazio per i volumi mancanti – dice la Dettori –. Probabilmente sono ancora nella vecchia sede in piazza Longobardi». Cosa ci sia all'interno di palazzo Vischi non è dato saperlo in maniera compiuta. «Di certo – spiega la Dettori - sappiamo della presenza di collezioni di gazzette ufficiali piuttosto datate e di collezioni di giornali antecedenti il 1995. In più sono ancora lì i volumi della classe 7, essenzialmente testi di geografia. Dati certi non ne abbiamo, così come non sappiamo in che condizioni giacciono quei testi».
Il giro all'interno della biblioteca Bovio comincia dall'ultimo piano, recentemente liberato dalla polvere degli scatoloni. Le due stanze più capienti erano utilizzate come deposito dei cartoni di libri. Una non ha pavimento, solo una distesa di cemento. Adesso che i volumi sono negli scaffali, si può pensare ad una nuova destinazione con annessa ristrutturazione. Verranno realizzate una mediateca ed una seconda sala conferenze. Ma in biblioteca, ciò che servirebbe come il pane, è un'altra stanza di scaffali per i libri visto che la Bovio viene data per «satura»: «Teoricamente – dice la Dettori - non ci sarebbe spazio per accogliere nessun volume nuovo, ecco perché va fatta con urgenza un'ottimizzazione degli spazi per trovare collocazione ai testi che si andranno ad acquistare nel corso degli anni».
Le collezioni dei giornali sono state sistemate in due stanze. Sottovuoto e sigillate, troviamo le pubblicazioni della Gazzetta, del Corriere della Sera, del Sole 24 ore e di Italia Oggi, dal 1995 ai giorni nostri. «Qualche numero potrebbe mancare» dice la Dettori che sottolinea l'immane lavoro di chi ha ha dovuto rimettere in sesto le collezioni, in alcuni casi pagina per pagina. «Più di così non si poteva» si mormora, mentre si passa da un corridoio, al piano superiore, in più parti crepato dalle infiltrazioni. «Bisogna dare un'intonacata al soffitto, per fortuna il problema è circoscritto al corridoio e non agli altri ambienti».
Il giro finisce. Siamo di nuovo al piano terra, dove c'è la sala lettura e la segreteria remota dell'università con tre postazioni internet. Sul monitor di una c'è il cartello «guasto» che – ci dicono - campeggia già da diverso tempo. Insomma: olio di gomiti e buona volontà. Come ha detto l'assessore Lovato «Molto è stato fatto e molto c'è da fare». Al più presto, aggiungiamo noi.
Le libreria scorrevoli vengono aperte per far vedere ciò che è stato fatto. Qua e la spunta qualche buco. «E' stato lasciato lo spazio per i volumi mancanti – dice la Dettori –. Probabilmente sono ancora nella vecchia sede in piazza Longobardi». Cosa ci sia all'interno di palazzo Vischi non è dato saperlo in maniera compiuta. «Di certo – spiega la Dettori - sappiamo della presenza di collezioni di gazzette ufficiali piuttosto datate e di collezioni di giornali antecedenti il 1995. In più sono ancora lì i volumi della classe 7, essenzialmente testi di geografia. Dati certi non ne abbiamo, così come non sappiamo in che condizioni giacciono quei testi».
Il giro all'interno della biblioteca Bovio comincia dall'ultimo piano, recentemente liberato dalla polvere degli scatoloni. Le due stanze più capienti erano utilizzate come deposito dei cartoni di libri. Una non ha pavimento, solo una distesa di cemento. Adesso che i volumi sono negli scaffali, si può pensare ad una nuova destinazione con annessa ristrutturazione. Verranno realizzate una mediateca ed una seconda sala conferenze. Ma in biblioteca, ciò che servirebbe come il pane, è un'altra stanza di scaffali per i libri visto che la Bovio viene data per «satura»: «Teoricamente – dice la Dettori - non ci sarebbe spazio per accogliere nessun volume nuovo, ecco perché va fatta con urgenza un'ottimizzazione degli spazi per trovare collocazione ai testi che si andranno ad acquistare nel corso degli anni».
Le collezioni dei giornali sono state sistemate in due stanze. Sottovuoto e sigillate, troviamo le pubblicazioni della Gazzetta, del Corriere della Sera, del Sole 24 ore e di Italia Oggi, dal 1995 ai giorni nostri. «Qualche numero potrebbe mancare» dice la Dettori che sottolinea l'immane lavoro di chi ha ha dovuto rimettere in sesto le collezioni, in alcuni casi pagina per pagina. «Più di così non si poteva» si mormora, mentre si passa da un corridoio, al piano superiore, in più parti crepato dalle infiltrazioni. «Bisogna dare un'intonacata al soffitto, per fortuna il problema è circoscritto al corridoio e non agli altri ambienti».
Il giro finisce. Siamo di nuovo al piano terra, dove c'è la sala lettura e la segreteria remota dell'università con tre postazioni internet. Sul monitor di una c'è il cartello «guasto» che – ci dicono - campeggia già da diverso tempo. Insomma: olio di gomiti e buona volontà. Come ha detto l'assessore Lovato «Molto è stato fatto e molto c'è da fare». Al più presto, aggiungiamo noi.