Droga e cellulari nel carcere di Trani con un drone: operazione fallita grazie ai vigilanti
Uno degli agenti di polizia penitenziaria ha dato l'allerta e la consegna è stata interrotta lasciando cadere l'apparecchio
domenica 21 luglio 2024
12.12
Alle lime e alle bustine di droga nelle torte, come nei film, con la tecnologia si è passati ai droni: e così la polizia penitenziaria di Trani ha intercettato un carico di telefonini cellulari e droga che erano nel "grembo" di un drone.
È accaduto ieri sera nel penitenziario pugliese, e a darne notizia è stato il segretario nazionale del sindacato Sappe, Federico Pilegatti, che lo ha raccontato in una nota.
Ad attirare l'attenzione di uno degli agenti di turno è stato un rumore proveniente dal cielo, circostanza che lo ha convito ad allertare il suo responsabile e ad attivare le procedure di controllo in prossimità del muro di cinta per verificare eventuali presenze estranee.
L'allerta del personale di polizia penitenziaria ha indotto sia chi pilotava il drone, sia chi dall'interno delle celle gli dava indicazioni, a interrompere la "consegna". In un attimo l'apparecchio ha perso quota ed è precipitato, consentendo ai poliziotti di esaminare ciò che conteneva in grembo, e cioè telefonini e sostanze stupefacenti.
Sappe da anni denuncia come "la delinquenza abbia raggiunto livelli di utilizzo di tecnologia incredibili investendo tanti soldi, mentre lo Stato dorme lasciando i poliziotti senza armi per contrastare in maniera efficace questo traffico illecito". Il sindacato si chiede, inoltre, perché lo Stato "non intervenga nonostante sia noto da anni l'utilizzo di telefonini e droni da parte della delinquenza, che continua a fare affari e commissionare omicidi dall'interno delle proprie celle". E' così difficile dotare il personale di apparecchiature nemmeno tanto costose (Jammer per esempio)"? "A quale politica giova che i delinquenti in carcere possano fare i propri comodi, senza nessun problema?".
È accaduto ieri sera nel penitenziario pugliese, e a darne notizia è stato il segretario nazionale del sindacato Sappe, Federico Pilegatti, che lo ha raccontato in una nota.
Ad attirare l'attenzione di uno degli agenti di turno è stato un rumore proveniente dal cielo, circostanza che lo ha convito ad allertare il suo responsabile e ad attivare le procedure di controllo in prossimità del muro di cinta per verificare eventuali presenze estranee.
L'allerta del personale di polizia penitenziaria ha indotto sia chi pilotava il drone, sia chi dall'interno delle celle gli dava indicazioni, a interrompere la "consegna". In un attimo l'apparecchio ha perso quota ed è precipitato, consentendo ai poliziotti di esaminare ciò che conteneva in grembo, e cioè telefonini e sostanze stupefacenti.
Sappe da anni denuncia come "la delinquenza abbia raggiunto livelli di utilizzo di tecnologia incredibili investendo tanti soldi, mentre lo Stato dorme lasciando i poliziotti senza armi per contrastare in maniera efficace questo traffico illecito". Il sindacato si chiede, inoltre, perché lo Stato "non intervenga nonostante sia noto da anni l'utilizzo di telefonini e droni da parte della delinquenza, che continua a fare affari e commissionare omicidi dall'interno delle proprie celle". E' così difficile dotare il personale di apparecchiature nemmeno tanto costose (Jammer per esempio)"? "A quale politica giova che i delinquenti in carcere possano fare i propri comodi, senza nessun problema?".