Situazione Amet, i sindacati insorgono contro Riserbato
Replica alle dichiarazioni rilasciate durante l'ultima puntata di "Cordialmente"
mercoledì 28 maggio 2014
7.21
Dura reazione dei sindacati Fictem-Cgil, Flaei-Cisl e Ugl-Energia in merito le dichiarazioni rilasciate durante l'ultima puntata di "Cordialmente", nostro format condotto dal collega Giovanni Ronco, da parte del sindaco Luigi Riserbato sulla dibattuta e controversa questione Amet, di cui il Comune di Trani è socio unico. Alla domanda del giornalista che gli aveva chiesto quale fosse la soluzione per mettere un freno alla crisi dell'azienda il sindaco aveva risposto che l'unica soluzione al momento possibile fosse affidare l'azienda a privati.
Ma ai sindacati non sono piaciuti i toni criptici e fuorvianti con cui il sindaco ha affrontato l'intera questione e in una nota alla nostra Redazione così rispondono al primo cittadino. «Che non tolleri il dissenso, non è una scoperta di oggi, si conoscono bene le sue scomposte reazioni nei confronti di chi osa contraddirlo. Intervenendo prima della manifestazione di sciopero programmato per il 30 maggio 2014, con un linguaggio criptico accusa e cerca di denigrare i lavoratori e i sindacati provinciali di categoria, Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Ugl-Energia, colpevoli di aver lanciato un grido di allarme sulla evidente crisi e incapacità gestionale dell'Azienda».
L'accusa principale rivolta a Riserbato è quella di non assumersi abbastanza responsabilità. «La situazione che si è venuta a creare - proseguono con toni via via sempre sempre più pungenti - è colpa dei lavoratori e dei sindacati? Vero? Perché, lanciare addosso ai dipendenti e ai sindacati messaggi fuorvianti che non corrispondono al vero e che a Suo dire "si preoccupano di cose sbagliate"? Non le sembra che questa è probabilmente un'infamia? Noi riteniamo che lo faccia per nascondere la verità, ovvero la mancanza di scarse competenze nel saper gestire una società di tale importanza in base alle normative vigenti. I sindacati e i lavoratori "si preoccupano di cose sbagliate" se chiedono di dotare l'azienda di un piano industriale razionale e credibile di rilancio? Se evidenziano la totale confusione e ne chiedono una coerente riorganizzazione aziendale? Se chiedono di porre fine allo sperpero di denaro pubblico per inutili iniziative fallimentari e per assistenze e affidamenti esterni agli amici degli amici? Se chiedono di porre fine ad assunzioni inutili e mascherate da consulenze ed incarichi a progetto, anche con donazioni e probabili logiche clientelari di ben più 7 categorie ad un neo assunto?».
Proseguono nel condannare il modus operandi dell'intera amministrazione sull'economia dell'azienda. «Si preoccupano di cose sbagliate, se la sua amministrazione sta contribuendo in modo rilevante ad affossare l'azienda, nel non corrispondere i pagamenti per i contratti di servizio svolti di circa 3.700.000,00 euro e del relativo indebitamento societario nei confronti della Cassa Conguaglio di 3.470.000,00 euro, che mette a rischio in mantenimento stesso della Concessione Ministeriale e che a causa dell'indebita mento esistente non si riesce a far fronte alle direttive imposte dalle Autorità per la corretta conduzione del servizio pubblico dell'energia? Evidentemente per lei non sono preoccupazioni. Non è preoccupante per lei, che il bilancio 2012 si è chiuso con una perdita di 2.500.000,00 euro e non ci sono responsabili? Lei in qualità di socio unico, come mai è stato omissivo e non ha accertato eventuali responsabilità rese alla collettività? Non le pare che ci sia un evidente danno erariale?».
Infine, sulla soluzione proposta dal sindaco, ovvero la privatizzazione dell'azienda, i sindacati così rispondono: «La sua minaccia di privatizzare l'Amet è forse un dispetto che vuole fare ai dipendenti e ai sindacati o ai cittadini tranesi, veri proprietari della storica azienda? Questo atteggiamento evidenzia chiaramente l'incapacità politica di saper gestire in modo regolare e intelligente una Azienda che ha tutt'ora delle grandi opportunità e potenzialità nell'interesse generale della collettività».
«In realtà – concludono - da qualche decennio, sembra che l'Amet sia stata già "privatizzata" alle fallimentari logiche politiche, e che contrariamente a quanto pensi, altre piccole Aziende esistenti sul territorio nazionale simili alla nostra, ben gestite, sono motore di sviluppo e di occupazione. Non essendo esperti in monologhi, siamo sempre in attesa di un costruttivo confronto già richiesto».
Ma ai sindacati non sono piaciuti i toni criptici e fuorvianti con cui il sindaco ha affrontato l'intera questione e in una nota alla nostra Redazione così rispondono al primo cittadino. «Che non tolleri il dissenso, non è una scoperta di oggi, si conoscono bene le sue scomposte reazioni nei confronti di chi osa contraddirlo. Intervenendo prima della manifestazione di sciopero programmato per il 30 maggio 2014, con un linguaggio criptico accusa e cerca di denigrare i lavoratori e i sindacati provinciali di categoria, Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Ugl-Energia, colpevoli di aver lanciato un grido di allarme sulla evidente crisi e incapacità gestionale dell'Azienda».
L'accusa principale rivolta a Riserbato è quella di non assumersi abbastanza responsabilità. «La situazione che si è venuta a creare - proseguono con toni via via sempre sempre più pungenti - è colpa dei lavoratori e dei sindacati? Vero? Perché, lanciare addosso ai dipendenti e ai sindacati messaggi fuorvianti che non corrispondono al vero e che a Suo dire "si preoccupano di cose sbagliate"? Non le sembra che questa è probabilmente un'infamia? Noi riteniamo che lo faccia per nascondere la verità, ovvero la mancanza di scarse competenze nel saper gestire una società di tale importanza in base alle normative vigenti. I sindacati e i lavoratori "si preoccupano di cose sbagliate" se chiedono di dotare l'azienda di un piano industriale razionale e credibile di rilancio? Se evidenziano la totale confusione e ne chiedono una coerente riorganizzazione aziendale? Se chiedono di porre fine allo sperpero di denaro pubblico per inutili iniziative fallimentari e per assistenze e affidamenti esterni agli amici degli amici? Se chiedono di porre fine ad assunzioni inutili e mascherate da consulenze ed incarichi a progetto, anche con donazioni e probabili logiche clientelari di ben più 7 categorie ad un neo assunto?».
Proseguono nel condannare il modus operandi dell'intera amministrazione sull'economia dell'azienda. «Si preoccupano di cose sbagliate, se la sua amministrazione sta contribuendo in modo rilevante ad affossare l'azienda, nel non corrispondere i pagamenti per i contratti di servizio svolti di circa 3.700.000,00 euro e del relativo indebitamento societario nei confronti della Cassa Conguaglio di 3.470.000,00 euro, che mette a rischio in mantenimento stesso della Concessione Ministeriale e che a causa dell'indebita mento esistente non si riesce a far fronte alle direttive imposte dalle Autorità per la corretta conduzione del servizio pubblico dell'energia? Evidentemente per lei non sono preoccupazioni. Non è preoccupante per lei, che il bilancio 2012 si è chiuso con una perdita di 2.500.000,00 euro e non ci sono responsabili? Lei in qualità di socio unico, come mai è stato omissivo e non ha accertato eventuali responsabilità rese alla collettività? Non le pare che ci sia un evidente danno erariale?».
Infine, sulla soluzione proposta dal sindaco, ovvero la privatizzazione dell'azienda, i sindacati così rispondono: «La sua minaccia di privatizzare l'Amet è forse un dispetto che vuole fare ai dipendenti e ai sindacati o ai cittadini tranesi, veri proprietari della storica azienda? Questo atteggiamento evidenzia chiaramente l'incapacità politica di saper gestire in modo regolare e intelligente una Azienda che ha tutt'ora delle grandi opportunità e potenzialità nell'interesse generale della collettività».
«In realtà – concludono - da qualche decennio, sembra che l'Amet sia stata già "privatizzata" alle fallimentari logiche politiche, e che contrariamente a quanto pensi, altre piccole Aziende esistenti sul territorio nazionale simili alla nostra, ben gestite, sono motore di sviluppo e di occupazione. Non essendo esperti in monologhi, siamo sempre in attesa di un costruttivo confronto già richiesto».