E' morto Vito Bianchino, un reduce della campagna d'Albania
Si era arruolato volontario come allievo sottufficiale nel 1937. Aveva 92 anni. La sua storia
martedì 20 marzo 2012
14.21
E' scomparso, nei giorni scorsi, Vito Bianchino, sergente e maggiore, classe 1919. Aveva partecipato alla campagna d'Albania, a quella di Jugoslavia ed, infine, a quella in Africa Settentrionale.
Si era arruolato volontario come allievo sottufficiale nel 1937. Allo scoppio della guerra era stato trasferito al sesto reggimento artiglieria Isonzo con il quale aveva preso parte alle operazioni belliche nei Balcani. Il 30 aprile 1942, dopo il rientro in Patria, si era arruolato volontario nel corpo dei paracadutisti e trasferito alla scuola di Tarquinia. In seguito ad un infortunio era stato ricoverato e, successivamente, destinato all'ottantesimo reggimento artiglieria La Spezia. Con quest'ultimo reparto aveva preso parte alle operazioni di guerra in Africa Settentrionale, venendo seriamente ferito alla gamba sinistra da una bomba a mano inglese il 12 maggio 1943. Il giorno dopo fu catturato dagli inglesi ad Enfidaville. Fu liberato soltanto dopo quasi tre anni di prigionia. Era uomo dotato di forza erculea e famoso per la capacità di fare il presentat'arm con la bocca da fuoco in luogo del classico moschetto.
Pochi mesi prima del suo decesso, la sezione di Trani dell'associazione nazionale paracadutisti d'Italia era andata a fargli visita, per donargli il suo foglio matricolare, recuperato presso l'archivio di Stato dai paracadutisti e per fargli dono della maglietta di sezione.
Si era arruolato volontario come allievo sottufficiale nel 1937. Allo scoppio della guerra era stato trasferito al sesto reggimento artiglieria Isonzo con il quale aveva preso parte alle operazioni belliche nei Balcani. Il 30 aprile 1942, dopo il rientro in Patria, si era arruolato volontario nel corpo dei paracadutisti e trasferito alla scuola di Tarquinia. In seguito ad un infortunio era stato ricoverato e, successivamente, destinato all'ottantesimo reggimento artiglieria La Spezia. Con quest'ultimo reparto aveva preso parte alle operazioni di guerra in Africa Settentrionale, venendo seriamente ferito alla gamba sinistra da una bomba a mano inglese il 12 maggio 1943. Il giorno dopo fu catturato dagli inglesi ad Enfidaville. Fu liberato soltanto dopo quasi tre anni di prigionia. Era uomo dotato di forza erculea e famoso per la capacità di fare il presentat'arm con la bocca da fuoco in luogo del classico moschetto.
Pochi mesi prima del suo decesso, la sezione di Trani dell'associazione nazionale paracadutisti d'Italia era andata a fargli visita, per donargli il suo foglio matricolare, recuperato presso l'archivio di Stato dai paracadutisti e per fargli dono della maglietta di sezione.