Emergenza carceri, l'allarme da Trani. Mastrulli (Cosp): «È tempo di agire»
Il presidente del sindacato denuncia troppi suicidio e gravi carenze
giovedì 12 settembre 2024
13.39
«Le carceri italiane stanno attraversando un momento drammatico. Da gennaio a settembre 2024, ben 70 detenuti hanno trovato la morte per suicidio. È un numero che deve far riflettere profondamente chi governa, perché dietro a ciascuno di questi casi c'è una vita spezzata, spesso in silenzio, lontano dagli occhi di tutti. Si tratta di persone che vivono in condizioni disperate, in un sistema che appare sempre più inadeguato a garantire loro dignità e speranza. Ma non solo: 1.780 detenuti sono stati salvati in extremis dalla Polizia Penitenziaria, che si è trovata a dover fare i conti con una realtà durissima, tra turni interminabili, sotto organico e condizioni di lavoro insostenibili. Tuttavia, nonostante gli sforzi titanici degli agenti, 7 di loro hanno deciso di togliersi la vita solo dall'inizio di quest'anno. È un grido disperato che non possiamo ignorare, un grido che si somma ai 181 agenti suicidatisi negli ultimi 20 anni. Un grido che chiede attenzione, ascolto e soprattutto azioni concrete. Attualmente sono in servizio 38.066 agenti, con un abbandono per pensionamenti di 1.906 unità, ma ne mancano all'appello almeno altri 20.000 per poter garantire la sicurezza e il benessere nelle carceri. Ogni giorno questi uomini e donne si trovano ad affrontare un lavoro logorante, emotivamente e fisicamente, senza le risorse necessarie, senza il supporto adeguato. Come possiamo accettare di lasciare che si consumino in un silenzio soffocante? Un episodio recente alla Casa di Reclusione Femminile (CRF) di Trani con 43 detenuti + 1 semilibera tot.44, racconta l'ennesima storia di dolore e di abbandono. Una detenuta di origini siciliane ha ingerito pezzi di ferro, un gesto disperato che avrebbe potuto portare a un'altra tragedia. Ma anche davanti a questo estremo segnale di sofferenza, l'assistenza sanitaria adeguata non è arrivata: la donna ha rifiutato il ricovero, e non c'è stato un intervento sufficiente. E non è la prima volta. Anche la Polizia Penitenziaria di Trani soffre di gravi carenze: in totale operano solo 15 unitù a turnazione e diritti sindacali ccnl, mancano almeno 20 unità e i turni sono stati prolungati a 8 ore, contro le 6 previste. Come possono gli agenti, già esausti, continuare a salvare vite in queste condizioni? La Conaippe(Confederazione Autonoma Italiana Polizia Penitenziaria) esprime il suo profondo ringraziamento a tutti i colleghi che, nonostante tutto, non smettono di lottare per la vita dei detenuti. Ma questo impegno, per quanto eroico, non può bastare. Non possiamo continuare a lasciare che il peso di un sistema al collasso ricada interamente sulle spalle di chi già si sacrifica ogni giorno. Chiediamo al Governo, al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria (DAP) e al Provveditorato Regionale (PRAP) di ascoltare questo appello. Non possiamo più aspettare: servono investimenti reali, servono più agenti, servono risorse economiche per garantire non solo la sicurezza, ma anche la dignità umana, tanto per i detenuti quanto per chi lavora ogni giorno in queste strutture. Chiediamo la chiusura immediata della Casa di Reclusione Femminile di Piazza Plebiscito a Trani ,una struttura vecchia e inadatta, e la creazione di un nuovo plesso presso la Casa Circondariale Maschile di via Andria. È un passo concreto, necessario per migliorare le condizioni di vita di tutti, detenuti e agenti. Non si può più restare indifferenti. Ogni suicidio è una ferita aperta nel cuore del nostro Paese. Ogni agente che sceglie di togliersi la vita ci chiede, con il silenzio più assordante, di fare di più, di fare meglio. Per loro, per i detenuti, per la giustizia e la dignità di ogni essere umano».