Fame ed indice glicemico: Scooby-Doo c'insegna cosa non bisogna mangiare

Una nuova pagina delle rubrica "Cinema e scienza" del dottor Labianca

venerdì 25 ottobre 2019 6.49
In compagnia di Scooby – Doo, l'alano protagonista della medesima serie televisiva, vi parlerò dell'indice glicemico e della fame. Facciamo un passo indietro; la serie narra le avventure di quattro adolescenti ed un alano parlante che hanno la passione per i misteri e l'occulto. In ogni puntata Scooby ed il suo fedele amico Shaggy sono intenti a cercare ogni sorta di spuntino e sembrano non essere mai sazi, ma come mai?

Scooby doo
Se osservate con attenzione mangiano solo cibi appartenenti alla categoria dei "junk food", ovvero il cibo spazzatura, che presenta un alto indice glicemico (la capacità che possiede un alimento di aumentare più o meno velocemente la glicemia). Il veloce aumento della glicemia, in seguito a questa tipologia di pasti, determina un aumento della secrezione di insulina, cioè quell'ormone che permette agli zuccheri di entrare nei tessuti e riportare nella norma i valori dello zucchero nel sangue.

Ma nel momento in cui la glicemia scende tanto velocemente quanto è salita si avverte nuovamente fame, (il cosiddetto "buco allo stomaco"), che comporta una nuova ricerca di cibo, soprattutto dolci o carboidrati semplici. Tutto ciò induce un circolo vizioso che porta a fare ciò che fanno Shaggy e Scooby, ovvero non smettere mai di mangiare. Loro sono fortunati a non ingrassare, ma la scelta di un alimento con un alto indice glicemico non ha solo come effetto negativo l'aumento di peso, bensì un peggioramento del quadro metabolico complessivo. Quindi in questo caso, soprattutto i bambini, devono fare esattamente l'opposto di ciò che fanno i nostri due amici durante le loro avventure.

A cura del Dr. Giuseppe Labianca, Biologo Nutrizionista