«Fatemi tornare in America per curarmi», appello alle Istituzioni
La storia di Gigi Mintrone e e il suo ultimo grido d'aiuto
lunedì 10 agosto 2015
7.17
Gigi è affetto da tetraparesi spastica e per tale patologia si è recato dal 1990 negli Usa dove è stato sottoposto a interventi chirurgici e ripetute cure neuro riabilitative presso il NYU University Medical Center, sotto la guida e la supervisione dello specialista americano Dott. Allan Strongwater. Tutto ciò è consentito dall'articolo 3 della legge 23.10.1985 n. 595 e il D.M 3 Novembre 1989 che prevedono la possibilità per gli assistiti dal servizio sanitario nazionale residenti in Italia di fruire in forma indiretta di prestazioni assistenziali presso centri di altissima specializzazione all'estero per prestazioni che non siano ottenibili nel nostro Paese tempestivamente o in forma adeguata alla particolarità del caso clinico. Purtroppo è necessario constatare che è da tempo in atto in Puglia un gravissimo attacco ai disabili gravi e alle loro famiglie e al rispetto del diritto al servizio riabilitativo. La Regione e le Asl pugliesi, attraverso numerosi interventi amministrativi hanno più volte sferrato colpi ai servizi riabilitativi dei disabili gravi, con un accanimento che ha come unico obiettivo quello di snaturare un diritto unico e inviolabile, il diritto alla salute e all'assistenza.
A Gigi Mintrone viene negata, in contrasto con le stesse normative, la necessità dei disabili gravi, ossia quella di ricevere assistenza riabilitativa sanitaria invitandolo a richiedere assistenza presso strutture prive dell'indispensabile tutela medica ed infermieristica. Da quando la Regione ha "proibito" di proseguire le cure in America, il giovane è fermo e peggiora giorno dopo giorno non solo a livello fisico neurologico ma anche a livello psicologico, vivendo un disagio che lo ha portato anche a tentare il suicidio. Ma Gigi è vivo, Gigi esiste e non ritiene che la terapia americana sia inutile e immotivata.
Non si possono in effetti dimenticare i progressi che si sono avuti, progressi quasi insperati per gli ospedali italiani, che hanno portato Gigi a camminare con le stampelle, a studiare, a vivere come qualsiasi giovane della sua età. Questa possibilità concessa a lui e alla sua famiglia lo rendeva fiero della sua terra e della sua regione che si occupava di lui in maniera così minuziosa. Ma poi al via la serie inestimata di danni. Tale ingiustizia è stata già segnalata il 27 ottobre ala III Commissione del Consiglio Regionale e l'Assessore alla Sanità Pentassuglia che si era impegnato a risolvere il problema, ma non vi è stato alcun provvedimento e Gigi è ancora fermo.
Chi pagherà tutto il tempo sprecato con questa ignobile burocrazia? Sarà forse che i disabili e le loro famiglie hanno meno valore degli altri cittadini? Gigi ha necessità per poter raccontare i tanti episodi legati ad ingiustizie a chi in questo momento rappresenta la Regione. Si tratta di ingiustizie compiute silenziosamente per disapplicazione del quadro normativo a tutela dei diritti de dette persone che necessitano di interventi terapeutici specifici presso centri di altissima specializzazione inesistenti in Puglia e in Italia più in generale.
I centri in cui Gigi chiede di poter tornare a curarsi sono centri storicamente riconosciuti a livello mondiale per le qualificate competenze, presupposto indispensabile e necessario per il raggiungimento degli obiettivi di primario interesse che riguardano essenzialmente il recupero funzionale finalizzato all'auto accudimento e all'autonomia del cerebroleso per le necessità di quest'ultimo, legate alla qualità della vita di relazione e alla gestione della vita. Si sta facendo tutto ciò non solo per Gigi ma per tutti i giovani pugliesi portatori di handicap e per le loro famiglie che chiedono solo di poter proseguire le cure mediche e neuro riabilitative americane dove giorno dopo giorno e con immensi sacrifici hanno portato a casa ottimi e straordinari risultati.
A Gigi Mintrone viene negata, in contrasto con le stesse normative, la necessità dei disabili gravi, ossia quella di ricevere assistenza riabilitativa sanitaria invitandolo a richiedere assistenza presso strutture prive dell'indispensabile tutela medica ed infermieristica. Da quando la Regione ha "proibito" di proseguire le cure in America, il giovane è fermo e peggiora giorno dopo giorno non solo a livello fisico neurologico ma anche a livello psicologico, vivendo un disagio che lo ha portato anche a tentare il suicidio. Ma Gigi è vivo, Gigi esiste e non ritiene che la terapia americana sia inutile e immotivata.
Non si possono in effetti dimenticare i progressi che si sono avuti, progressi quasi insperati per gli ospedali italiani, che hanno portato Gigi a camminare con le stampelle, a studiare, a vivere come qualsiasi giovane della sua età. Questa possibilità concessa a lui e alla sua famiglia lo rendeva fiero della sua terra e della sua regione che si occupava di lui in maniera così minuziosa. Ma poi al via la serie inestimata di danni. Tale ingiustizia è stata già segnalata il 27 ottobre ala III Commissione del Consiglio Regionale e l'Assessore alla Sanità Pentassuglia che si era impegnato a risolvere il problema, ma non vi è stato alcun provvedimento e Gigi è ancora fermo.
Chi pagherà tutto il tempo sprecato con questa ignobile burocrazia? Sarà forse che i disabili e le loro famiglie hanno meno valore degli altri cittadini? Gigi ha necessità per poter raccontare i tanti episodi legati ad ingiustizie a chi in questo momento rappresenta la Regione. Si tratta di ingiustizie compiute silenziosamente per disapplicazione del quadro normativo a tutela dei diritti de dette persone che necessitano di interventi terapeutici specifici presso centri di altissima specializzazione inesistenti in Puglia e in Italia più in generale.
I centri in cui Gigi chiede di poter tornare a curarsi sono centri storicamente riconosciuti a livello mondiale per le qualificate competenze, presupposto indispensabile e necessario per il raggiungimento degli obiettivi di primario interesse che riguardano essenzialmente il recupero funzionale finalizzato all'auto accudimento e all'autonomia del cerebroleso per le necessità di quest'ultimo, legate alla qualità della vita di relazione e alla gestione della vita. Si sta facendo tutto ciò non solo per Gigi ma per tutti i giovani pugliesi portatori di handicap e per le loro famiglie che chiedono solo di poter proseguire le cure mediche e neuro riabilitative americane dove giorno dopo giorno e con immensi sacrifici hanno portato a casa ottimi e straordinari risultati.