Fogna nera nelle zone industriali, c'è un'intesa sui lavori
Positivo incontro tra Cna, Comune ed Acquedotto. All'incontro hanno partecipato gli assessori Di Savino e Paolillo
martedì 28 giugno 2011
Un sopralluogo da parte dei tecnici dell'Acquedotto pugliese (già dalla prossima settimana), nella zona industriale di via Papa Giovanni, per verificare lo stato dei luoghi delle vie collegate (in particolare via Skanderberg, via Spirito Santo, 61ma strada a denominarsi); la predisposizione, durante i lavori di rifacimento della strada di accessi per consentire alle imprese ubicate in quelle vie di allacciarsi al tronco principale della fogna nera di via Papa Giovanni XXIII; un sopralluogo nella zona industriale di via Barletta e di via Curatoio, per redigere un preventivo di spesa per la realizzazione e il completamento del tronco di fogna nera in tutta la zona nord industriale di Trani; l'organizzazione di una conferenza di servizi tra il Comune di Trani, l'Acquedotto pugliese, l'Ato Puglia, la Provincia Bat (gestore dell'impianto di depurazione), l'Amet, l'Anas e le associazioni di categoria, per la realizzazione e il completamento della rete di fogna nera anche nella zona industriale di via Andria. Questa è, in sintesi, l'intesa raggiunta venerdì dopo un incontro che si è tenuto a Palazzo di città, tra le imprese industriali e artigianali aderenti all'associazione Cta Cna di Trani, gli amministratori comunali ed i dirigenti dell'Acquedotto pugliese.
All'incontro, sollecitato dalla associazione tranese, hanno partecipato l'assessore ai lavori pubblici, Piero Di Savino, l'assessore alla polizia municipale, Giuseppe Paolillo, il presidente della commissione Ambiente del Consiglio provinciale della Bat, Beppe Corrado, il consigliere comunale Francesco Cancelli, il manager dell'Acquedotto pugliese della macro area di Bari e della Bat, Francesca Portincasa, ed il responsabile della macro area di manutenzione Bari-Bat dell'Acquedotto, Emilio Ragno.
«Il problema della rete pubblica di fogna nera - spiega Michele De Marinis, presidente della Cna - è molto sentito dagli operatori di quella zona. Le nostre imprese abitano nel territorio, lavorano e investono, hanno bisogno di uno spazio più competitivo, più relazionale, con una migliore qualità delle infrastrutture. Bisogna sostenere chi produce sviluppo e crea occupazione. Abbiamo la fortuna di avere nel nostro territorio delle aziende importanti, delle eccellenze che esportano in tutto il mondo. Non possono continuare ad operare in una zona industriale che nel terzo millennio è ancora priva di una rete fognaria pubblica».
Nel faccia a faccia, gli imprenditori hanno espresso tutte le loro preoccupazioni sullo stato di abbandono in cui si trovano le zone industriali di Trani, esponendo le difficoltà che affrontano ogni giorno e chiedendo risposte risolutive. «La nostra associazione - continua De Marinis - ha chiesto all'amministrazione comunale di dare priorità alla realizzazione di una rete pubblica di fogna nera in tutte le zone industriali di Trani, ricevendo una risposta positiva. Gli imprenditori hanno pagato già da molti anni gli oneri di urbanizzazione ed hanno il diritto di potersi allacciare alla pubblica fognatura senza sopportare ulteriori costi aggiuntivi. Non si può chiedere oggi ad una azienda di pagare circa 30 mila euro per realizzare, a proprie spese, un tronco per l'allacciamento alla rete principale di fogna nera. Parlare di questo problema significa porre l'accento sulla salvaguardia dell'ambiente, sulla difesa della salute dei cittadini, sulla legalità, sui costi maggiori per le imprese. Basti pensare che con l'entrata in vigore del sistema di tracciabilità e di controllo dei rifiuti le imprese che non sono collegate alla pubblica fognatura saranno fortemente penalizzate. I rifiuti liquidi prodotti dalle singole aziende, classificati rifiuti speciali non pericolosi, depositati temporaneamente nelle vasche tipo imhoff e successivamente avviati allo smaltimento tramite ditte autorizzate, superano da soli le 20 tonnellate annue».
All'incontro, sollecitato dalla associazione tranese, hanno partecipato l'assessore ai lavori pubblici, Piero Di Savino, l'assessore alla polizia municipale, Giuseppe Paolillo, il presidente della commissione Ambiente del Consiglio provinciale della Bat, Beppe Corrado, il consigliere comunale Francesco Cancelli, il manager dell'Acquedotto pugliese della macro area di Bari e della Bat, Francesca Portincasa, ed il responsabile della macro area di manutenzione Bari-Bat dell'Acquedotto, Emilio Ragno.
«Il problema della rete pubblica di fogna nera - spiega Michele De Marinis, presidente della Cna - è molto sentito dagli operatori di quella zona. Le nostre imprese abitano nel territorio, lavorano e investono, hanno bisogno di uno spazio più competitivo, più relazionale, con una migliore qualità delle infrastrutture. Bisogna sostenere chi produce sviluppo e crea occupazione. Abbiamo la fortuna di avere nel nostro territorio delle aziende importanti, delle eccellenze che esportano in tutto il mondo. Non possono continuare ad operare in una zona industriale che nel terzo millennio è ancora priva di una rete fognaria pubblica».
Nel faccia a faccia, gli imprenditori hanno espresso tutte le loro preoccupazioni sullo stato di abbandono in cui si trovano le zone industriali di Trani, esponendo le difficoltà che affrontano ogni giorno e chiedendo risposte risolutive. «La nostra associazione - continua De Marinis - ha chiesto all'amministrazione comunale di dare priorità alla realizzazione di una rete pubblica di fogna nera in tutte le zone industriali di Trani, ricevendo una risposta positiva. Gli imprenditori hanno pagato già da molti anni gli oneri di urbanizzazione ed hanno il diritto di potersi allacciare alla pubblica fognatura senza sopportare ulteriori costi aggiuntivi. Non si può chiedere oggi ad una azienda di pagare circa 30 mila euro per realizzare, a proprie spese, un tronco per l'allacciamento alla rete principale di fogna nera. Parlare di questo problema significa porre l'accento sulla salvaguardia dell'ambiente, sulla difesa della salute dei cittadini, sulla legalità, sui costi maggiori per le imprese. Basti pensare che con l'entrata in vigore del sistema di tracciabilità e di controllo dei rifiuti le imprese che non sono collegate alla pubblica fognatura saranno fortemente penalizzate. I rifiuti liquidi prodotti dalle singole aziende, classificati rifiuti speciali non pericolosi, depositati temporaneamente nelle vasche tipo imhoff e successivamente avviati allo smaltimento tramite ditte autorizzate, superano da soli le 20 tonnellate annue».