Franco Caffarella al PDL: l'intervento in consiglio comunale

«L'impegno continuerà in questa nuova fase politica»

sabato 17 maggio 2008
L'intervento integrale del consigliere Caffarella durante l'ultimo consiglio comunale:

«Signor presidente, prendo la parola in questa assise per delle comunicazioni doverose. Devo ai Colleghi, alle forze politiche, ai cittadini, ai miei elettori, delle precisazioni. Devo spiegare il perché di una scelta, il senso di un percorso politico, di un avvicinamento a posizioni nuove, ad un confronto aperto ed ancora in corso che renda autenticamente libera l'adesione ad un soggetto politico che è in fase costituente. Sarebbe stato molto comodo ed opportunista far finta che nulla sia successo in questi mesi, e per rispetto di non so quale coerenza, chiesta a gran voce peraltro, da taluni, solo al sottoscritto, rinviare ad una data a definirsi, l'esternazione della consapevolezza di aver raggiunto una serenità interiore tale, da poter motivare anche scelte impopolari.

Qualcuno l'ha definita una svolta, commentando sui giornali in questi giorni le mie riflessioni politiche, il mio percorso personale, il mio tentativo di riuscire a cogliere nella difficoltà di un quadro politico mutato, a livello nazionale, prima ancora che locale, la possibilità di rappresentare le proprie idealità, in uno spazio ancorchè nuovo che rispetti tradizioni, percorsi politici, sensibilità, modi di vivere e di vedere la società. La riflessione la debbo ai colleghi, che mi perdoneranno se mi soffermerò qualche altro minuto: la debbo non solo per il rispetto istituzionale all'Assemblea ma perché, manifestandola in quest'Aula, come ho sempre fatto, so di poter raggiungere anche i cittadini. E' in questa Aula che nei mesi scorsi ho rappresentato al Consiglio di voler intraprendere un percorso politico nuovo. E' qui che già nel consiglio comunale del 20 novembre, ho motivato la mia personale difficoltà, quasi il senso di una solitudine politica derivante dai nuovi scenari, nei quali l'impegno del passato, del quale non rinnego nulla, non trovava piu' la ragione di quello del presente. Dicevo in quel consiglio che "il popolarismo sturziano che è stato alla base del mio impegno politico nella Margherita, alla luce della inopinata scomparsa non solo di questo Partito anche e soprattutto delle idealità che rappresentava, continuerà ad essere il punto ideale della mia azione politica.

Ma avverto la necessità di un processo di innovazione che tenga conto di cosa è cambiato nel mondo cattolico e nelle forme e nei modi della politica nazionale e cittadina. Non inseguo operazioni di nostalgia o di riproposizione di storie gloriose ma ormai finite. Avverto, con molti amici, la necessità di ragionare e discutere su come è possibile un nuovo percorso, con quali forme e modi sia piu' utile per la città la nostra presenza nelle istituzioni.". Queste parole pronunciate in questa aula il 20 novembre rappresentavano il disagio di un quadro politico in movimento e la personale necessità di voler contribuire alla realizzazione di un progetto politico nuovo. Un progetto che nascesse con l'obiettivo ambizioso di partecipare ad un laboratorio politico aperto al confronto anche con chi, lealmente, aveva cercato, sino ad allora, da altre posizioni, di rappresentare il suo mondo, le sue sensibilità, anche con un confronto dialettico forte, ma, credo mi sarà riconosciuto, non ha mai avuto da parte mia asprezze personali o peggio ancora riferimenti o iniziative in altre sedi che non fossero esclusivamente politiche. Io credo che ognuno di noi porti con se un proprio bagaglio fatto di idealità, esperienze, risultati, amarezze, ma che non possa mutare rispetto a quello che realmente esso è. Non ho mai ritenuto l'agone politico il centro della mia vita, né lo sarà in questo momento.

Abusando di un termine in voga potrei parlare di partecipazione alla politica intesa come servizio, ma non risponderebbe alla concezione che ritengo invece piu' aderente al mio impegno: io preferisco il termine disponibilità ad interessarsi dei problemi di una comunità per tentare di risolverli. Lasciare il mondo un po' meglio di come lo abbiamo trovato, come recita un vecchio e caro motto scout. E' in questo contesto che va inquadrata la mia disponibilità a partecipare al processo costituente cittadino di un nuovo soggetto politico, del quale si è tanto parlato e che sta muovendo i primi passi. Non sono salito sul carro del vincitore delle elezioni. In questi mesi ho incontrato, valutato, discusso con amici con i quali avevo condiviso altre stagioni politiche nel centrosinistra regionale. Amici che prima di me avevano compiuto, con le stesse se non con maggiori difficoltà ed amarezze, scelte di rottura con l'esperienza politica precedente. Mi sono ritrovato sulle ragioni di un impegno che potesse rispecchiarsi nella grande tradizione del Partito Popolare Europeo, legando il popolarismo al necessario radicamento sul territorio regionale di una forza politica.

Distinguendosi da chi demonizza l'avversario perché avversario, che non propone ma con molta facilità distrugge, da chi con un atteggiamento fariseo dimentica i propri errori, anche di governo, e non comprende i messaggi che vengono da un elettorato che sempre di piu' si allontana da questo modo di interpretare il ruolo nella politica cittadina e nazionale. Ero conscio che dichiarando apertamente la mia disponibilità a verificare, già in questa fase, la partecipazione di un centro cattolico-popolare, che un anno fa aveva compiuto altre scelte, salvo poi restarne fortemente deluso, a questa nuova fase politica, ci sarebbero stati pareri contrastanti. Polemiche, critiche. "Si tratta di una scelta forte, che non condivido, ma che rispetto". Questo mi ma detto un consigliere amico e simbolo piu' di quanto immeritatamente non sia stato indicato io per il centrosinistra di Trani. E' una posizione questa che anch'io rispetto. L'immagine del "saltimbanco" non mi è mai piaciuta. Chi mi ha conosciuto sa che la mia non è stata una scelta opportunistica. Non ve ne sono i presupposti né per il sottoscritto, né per la coalizione di governo che ha ritenuto di proporre un confronto politico allargato anche per le vicende amministrative cittadine e non solo sui grandi temi della politica nazionale, all'area popolare, da me rappresentata, delusa dalle vicende del centrosinistra. Le riflessioni politiche che hanno portato al confronto con un nuovo soggetto politico che è in fase costituente, sono nate e si sono formate in questa Aula.

In questo luogo dove ognuno di noi interpretando il ruolo affidato dal voto popolare cerca di portare il proprio contributo per la risoluzione dei problemi cittadini, per favorire lo sviluppo della nostra Città. In questa aula nella quale la riflessione politica non può certamente essere scevra dal confronto con il mutato quadro politico nazionale, con la scomparsa di alcuni partiti, la nascita di altri, la gestazione di nuovi e forse piu' importanti soggetti politici capaci di catalizzare intorno ad un programma, ad una idea, piu' persone, piu' esperienze, diverse e tutte importanti come le rispettive tradizioni politiche. Con un rinnovato senso di appartenenza territoriale che ha trovato riconoscimenti politici anche nella nostra regione.

E' in questa Aula, non in altro luogo, che il sottoscritto ha manifestato le sue perplessità intorno ad una scomparsa di un Partito : La MARGHERITA, decretata con troppa fretta, nel quale ho militato con coerenza, sino al suo ultimo atto: lo scioglimento per entrare nel PD. Credo di aver colto, prima di altri, le tante contraddizioni con cui avveniva una vera e propria annessione per di piu' con le quote stabilite con il bilancino, della cultura popolare e democratica rappresentata dalla Margherita, in un cartello elettorale egemonizzato dalla sinistra ed aperta a forze politiche degnissime, penso ai radicali o Di Pietro, ma lontane dalla cultura della mediazione, dal rispetto dei valori cattolici sino ad allora interpretati da un partito erede della tradizione democristiana. Il mio disagio, profondo e sofferto, per questo modo di intendere la politica da parte di chi si spacciava come il nuovo all'elettorato, ma in realtà non lo era.

Il modo gattopardesco con cui, anche in questo territorio, si è voluto dare l'impressione di un cambiamento che in realtà non è avvenuto, sono stati colti di recente anche da piu' autorevoli esponenti di quella che era la mia parte politica, da ex Sindaci di città vicine, penso a Francesco Salerno, che ha pubblicamente dichiarato la propria delusione per un modo di fare politica del centrosinistra nella Bat, nel quale anch'egli non si riconosce piu'. Come lui, come me, sono in tanti, credetemi, ad avere avuto questa profonda delusione degli apparati di partito di un centrosinistra ancorato sulle contraddizioni di un PD incapace di cogliere le novità che vengono dalla società, indeciso se proporsi come alternativa di governo riformista o legato al vecchio massimalismo che l'elettorato non ha premiato. La meta raggiunta, da chi avverte e manifesta questo disagio, per ora, non è la stessa, ma identico è il senso di una impossibilità di poter fare politica per il territorio, in una compagine di centrosinistra che non ammette dignità alle "minoranze" interne. E' a queste sensibilità, che sono certo non mancano anche in questa aula, ai cittadini che in questi anni mi hanno onorato del loro sempre accresciuto consenso, che rivolgo la conclusione di questo mio discorso, invitandoli ad un confronto, al quale sarò sempre disponibile, per compiere scelte che siano di apertura al nuovo progetto di una casa dei moderati e dei riformisti delusi dal centrosinistra.

L'impegno continuerà in questa nuova fase politica, in questo consesso, per promuovere e sostenere con l'Amministrazione, le occasioni di sviluppo della nostra Città, mai facendo venir meno le ragioni di un impegno sociale, l'appartenenza ad una area politica, la volontà e l'apertura a contribuire alla costruzione di un soggetto ancora piu' grande rispetto a quello di partenza. Non ho di certo l'ambizione di avere convinto tutti quelli che hanno condiviso, sinora, le mie scelte. Spero solo di riuscire a dimostrare, con la presenza sul territorio e la disponibilità a rimettersi in gioco, che il mio impegno per questa Città che tanto amo, viene prima di ogni possibile e diversa valutazione politica delle mie scelte.»

Franco Caffarella
Consigliere comunale