Frankenstein: la scienza ispirata al romanzo
Una nuova pagina di Cinema e Scienza del dottor Labianca
sabato 13 marzo 2021
Il mostro di Frankenstein, la famosa creatura nata dalla penna di Mary Shelly nell'ormai lontano '800, ha accompagnato molte volte il decorso della medicina. L' idea di creare Frankenstein nasce da un reale esperimento scientifico compiuto da un italiano, Giovanni Aldini, un fisico che cercò, ovviamente fallendo, di resuscitare delle teste di carcerati condannati a morte tramite scariche elettriche. L'idea, fallimentare per la scienza, fu la scintilla da cui nacque la storia di Viktor Frankenstein, geniale scienziato che proprio grazie alla potenza dell'elettricità restituì la vita a un cadavere, per poi perderne il controllo.
Ma la storia non si ferma qui, infatti nel corso dei secoli, sono molti gli scienziati che hanno trovato ispirazione nell'opera di Shelley: James Blundell, il primo medico a compiere una trasfusione di sangue, scrisse in un articolo pubblicato nel 1828 (10 anni dopo la pubblicazione del romanzo): "Abbiamo imitato molte azioni della natura, potremmo sperare un giorno di imitare anche questa? E qui mi astengo dal continuare, preoccupato che entri nella vostra testa l'idea che io voglia rendere reale la stravagante opera e portare Frankenstein alla realtà". E ancora, Earl Bakken, ideatore del pacemaker, ha sempre dichiarato che la prima ispirazione per la sua geniale invenzione fu proprio la visione del film con Boris Karloff. In tempi più moderni la creatura di Frankenstein è stata nuovamente messa in gioco con il Dr. Sergio Canavero, soprannominato proprio Frankenstein 2.0, poiché ha programmato di operare un malato terminale russo, sottoponendolo ad un trapianto di testa, entro il mese di dicembre 2017. Canavero si prefissa anche di poter rianimare i corpi mediante l'elettricità, proprio come fu fatto per Frankenstein. Egli in un saggio sostiene di avere fatto numerosi test su cavie e che ora è venuto il momento di passare la pratica sugli uomini.
Questa avventata idea del medico italiano non è stata risparmiata da critiche e anche se il Dr. Canavero ha sostenuto la sua tesi di poter procedere con il trapianto, sono numerose le valenze che hanno messo in evidenza come non si possa fare il trapianto di testa su soggetti vivi. Per fortuna, vedendo come è andata la storia di Frankenstein, questa teoria rimarrà solo un sogno di un visionario.
Ma la storia non si ferma qui, infatti nel corso dei secoli, sono molti gli scienziati che hanno trovato ispirazione nell'opera di Shelley: James Blundell, il primo medico a compiere una trasfusione di sangue, scrisse in un articolo pubblicato nel 1828 (10 anni dopo la pubblicazione del romanzo): "Abbiamo imitato molte azioni della natura, potremmo sperare un giorno di imitare anche questa? E qui mi astengo dal continuare, preoccupato che entri nella vostra testa l'idea che io voglia rendere reale la stravagante opera e portare Frankenstein alla realtà". E ancora, Earl Bakken, ideatore del pacemaker, ha sempre dichiarato che la prima ispirazione per la sua geniale invenzione fu proprio la visione del film con Boris Karloff. In tempi più moderni la creatura di Frankenstein è stata nuovamente messa in gioco con il Dr. Sergio Canavero, soprannominato proprio Frankenstein 2.0, poiché ha programmato di operare un malato terminale russo, sottoponendolo ad un trapianto di testa, entro il mese di dicembre 2017. Canavero si prefissa anche di poter rianimare i corpi mediante l'elettricità, proprio come fu fatto per Frankenstein. Egli in un saggio sostiene di avere fatto numerosi test su cavie e che ora è venuto il momento di passare la pratica sugli uomini.
Questa avventata idea del medico italiano non è stata risparmiata da critiche e anche se il Dr. Canavero ha sostenuto la sua tesi di poter procedere con il trapianto, sono numerose le valenze che hanno messo in evidenza come non si possa fare il trapianto di testa su soggetti vivi. Per fortuna, vedendo come è andata la storia di Frankenstein, questa teoria rimarrà solo un sogno di un visionario.