Franzoni Filati di Trani, parla l'assessore regionale al lavoro

Rispedite al mittente le accuse. Ma si aggiunge poco alla risoluzione del problema

lunedì 2 giugno 2008
Pubblichiamo l'intervento di Marco Barbieri, assessore al Lavoro alla Regione Puglia sulla crisi della Franzoni Filati di Trani.

«La crisi della Franzoni Filati di Trani merita serietà e attenzione, perché investe il futuro lavorativo di 155 persone. Non mi pare, purtroppo, che i comportamenti della proprietà dello stabilimento chiuso le dichiarazioni del consigliere regionale Silvestris e di qualche rappresentante sindacale le dimostrino. Ricordo che un anno fa, due mesi prima di chiudere senza preavviso lo stabilimento, in un incontro ufficiale fu assicurato al governo regionale che si intendeva conservare un nucleo industriale, sia pure ridimensionato. Dopo la chiusura, la proprietà annunciò al Ministero, in altra riunione tenuta il 17 settembre 2007, il progetto di riconversione in un centro commerciale, con partner Coopsette, e promise che avrebbe inviato alla Regione il piano industriale con le garanzie per i lavoratori.

Solo il 18 gennaio, in un incontro riservato a lungo inutilmente da noi sollecitato, la proprietà presentò un (vago) progetto, annunciando però contemporaneamente di non avere più il partner precedentemente annunciato e di essere alla ricerca di un altro. È una bugia, dunque, che il partner precedente sia venuto meno "a causa del mancato sostegno della Regione", come dice il consigliere Silvestris, non so se per ignoranza o malafede. Completamente falso, quindi, è pure quello che ha detto qualche rappresentante sindacale male informato, secondo cui la Coopsette si sarebbe ritirata "alla luce delle difficoltà riscontrate presso la Regione Puglia per le autorizzazioni".

Per quel che riguarda la regione l'unica "persistente disponibilità", che sin dall'inizio della vicenda abbiamo dato alla Franzoni, malgrado ritardi, scorrettezze e inesattezze della stessa azienda, è quella a trovare un'alternativa di lavoro concreta e credibile per i lavoratori interessati.

Se la Franzoni sarà capace – cosa che ancora non è avvenuta – di presentare un vero piano industriale, compatibile con le previsione urbanistiche del Comune di Trani, e fornito della certezza di reimpiego dei lavoratori, sia pure nel passaggio a settore del tutto diverso che raramente è avvenuto, ci sarà il sostegno regionale. Altrimenti, si continuerà a cercare una soluzione alternativa, possibilmente nel settore industriale: come si è fatto, unitamente all'Assessorato allo Sviluppo economico retto dal collega Frisullo, in altri casi con risultati utili per i lavoratori colpiti da altre situazioni di crisi».