Franzoni Filati dovrà restituire 1 milione di euro allo Stato
E gli ex lavoratori tranesi costituiranno una cooperativa. Il Ministero ha recepito l'appello della Uilta Uil e dell'assessorato provinciale
lunedì 23 aprile 2012
22.27
Con due distinti decreti, il Ministero dello sviluppo economico ha recepito l'appello lanciato ad ottobre scorso dal sindacato Uilta Uil e dall'assessorato provinciale al lavoro chiedendo alle ditte Filatura di Trani srl e Franzoni Filati Spa la restituzione di oltre 1 milione di euro per la sospensione definitiva dell'attività presso lo stabilimento di Trani. L'assessore provinciale Pompeo Camero parla di «una svolta epocale avvenuta nel corso dell'attività di un governo tecnico, la qual cosa deve far riflettere».
Il battagliero sindacato medita l'idea di costituirsi parte civile: «L'iniziativa del Ministero dello sviluppo economico – si legge in una nota - non coglie certo di sorpresa chi, come la Uil di Puglia, ha sempre sostenuto che esistessero tutti i presupposti per la richiesta di restituzione dei fondi stanziati a favore dell'ex Franzoni. Non è infatti concepibile che un'azienda che ha usufruito di copiosi finanziamenti pubblici abbia chiuso l'attività con il conseguente licenziamento di 130 lavoratori. Al di là dell'alibi della crisi, che comunque nel caso specifico regge poco, si tratta di un comportamento che non può essere accettato. L'economia, sia a livello nazionale che regionale, vive di per sé in una fase complicata e certi modi di utilizzare fondi pubblici sono scandalosi, giacché contribuiscono solo ad aggravare la delicata situazione occupazionale pugliese. Pertanto non escludiamo la possibilità di costituirci parte civile per difendere i diritti dei lavoratori, le uniche vere vittime della vicenda».
Aldo Pugliese, segretario generale della Uil di Puglia, ribadisce la posizione del sindacato rispetto alla questione relativa all'ex Franzoni e invita «Regione e Comune di Trani a fare chiarezza, in tempi ristretti, sui processi autorizzativi, a cominciare dalla variante urbanistica concepita per favorire l'insediamento e l'attività dell'opificio ex Franzoni per finire alla destinazione delle risorse stanziate a favore di un progetto nato già morto».
Intanto Luigi Mesaroli annuncia le ultime novità sul fronte dei lavoratori. Dopo il positivo incontro tenuto venerdì scorso in Regione, attraverso la Lega Cooperative, una trentina di lavoratori ex Franzoni dovrebbero essere reimpiegati in un processo produttivo che prenderà il via nelle prossime settimane attraverso la costituzione di una società cooperativa che dovrebbe occuparsi principalmente di raccolta differenziata e di deassembalaggio di elettrodomestici. La Lega Cooperative seguirà i lavoratori sia nelle pratiche che nello studio di fattibilità del progetto pilota che deve veder coinvolti come interlocutori soprattutto gli Enti pubblici.
Il battagliero sindacato medita l'idea di costituirsi parte civile: «L'iniziativa del Ministero dello sviluppo economico – si legge in una nota - non coglie certo di sorpresa chi, come la Uil di Puglia, ha sempre sostenuto che esistessero tutti i presupposti per la richiesta di restituzione dei fondi stanziati a favore dell'ex Franzoni. Non è infatti concepibile che un'azienda che ha usufruito di copiosi finanziamenti pubblici abbia chiuso l'attività con il conseguente licenziamento di 130 lavoratori. Al di là dell'alibi della crisi, che comunque nel caso specifico regge poco, si tratta di un comportamento che non può essere accettato. L'economia, sia a livello nazionale che regionale, vive di per sé in una fase complicata e certi modi di utilizzare fondi pubblici sono scandalosi, giacché contribuiscono solo ad aggravare la delicata situazione occupazionale pugliese. Pertanto non escludiamo la possibilità di costituirci parte civile per difendere i diritti dei lavoratori, le uniche vere vittime della vicenda».
Aldo Pugliese, segretario generale della Uil di Puglia, ribadisce la posizione del sindacato rispetto alla questione relativa all'ex Franzoni e invita «Regione e Comune di Trani a fare chiarezza, in tempi ristretti, sui processi autorizzativi, a cominciare dalla variante urbanistica concepita per favorire l'insediamento e l'attività dell'opificio ex Franzoni per finire alla destinazione delle risorse stanziate a favore di un progetto nato già morto».
Intanto Luigi Mesaroli annuncia le ultime novità sul fronte dei lavoratori. Dopo il positivo incontro tenuto venerdì scorso in Regione, attraverso la Lega Cooperative, una trentina di lavoratori ex Franzoni dovrebbero essere reimpiegati in un processo produttivo che prenderà il via nelle prossime settimane attraverso la costituzione di una società cooperativa che dovrebbe occuparsi principalmente di raccolta differenziata e di deassembalaggio di elettrodomestici. La Lega Cooperative seguirà i lavoratori sia nelle pratiche che nello studio di fattibilità del progetto pilota che deve veder coinvolti come interlocutori soprattutto gli Enti pubblici.