Furti in campagna tra Trani e Bisceglie e droga da Cerignola, dieci arresti
Operazione eseguita dai carabinieri questa mattina
martedì 21 giugno 2016
10.22
I carabinieri hanno arrestato 10 persone, che fanno capo a un unico clan familiare di Bisceglie e specializzate in furti e spaccio di stupefacenti. Sei sono finite in carcere e quattro agli arresti domiciliari e dovranno rispondere di spaccio e detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti, furto aggravato, porto e detenzione illecite di arma comune da sparo, con l'aggravante per uno di essi di aver commesso i fatti mentre era soggetto alla sorveglianza speciale.
Una cinquantina di carabinieri con unità cinofile antidroga e da un elicottero dell'Arma, hanno eseguito dieci ordinanze del Gip del Tribunale di Trani, Rossella Volpe, su richiesta del pm Marcello Catalano. I militari hanno accertato l'esistenza di un gruppo criminale specializzato in approvvigionamento, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (in particolare hashish e marijuana), ma anche in furti in negozi, piccole aziende e ai danni di privati (auto e appartamenti). I furti avvenivano soprattutto a Bisceglie e nelle sue campagne: venivano rubati prodotti agricoli, comprese grosse quantità di olive ed uva da tavola. Uno nelle campagne tra Trani e Bisceglie. Si approviggionavano poi di stupefacenti provenienti da Cerignola grazie a Geremia Strafezza.
L'attività investigativa ha permesso, tra l'altro, di ben delineare il gruppo con a capo Vincenzo Di Liddo, detto "U Buc" ovvero "il buco", risultato mente ispiratrice nell'organizzare le attività illecite e al momento dell'esecuzione dell'ordinanza già detenuto poiché colpito da un provvedimento nell'ambito dell'operazione "Gran Bazar" della Dda di Bari, nel marzo scorso. É stato inoltre documentato il ruolo attivo delle quattro donne destinatarie del provvedimento, tra le quali spiccano la convivente di Di Lido (Margherita Ciccolella, l'unica donna in carcere) e le sue due figlie (Nunzia e Emanuela Di Liddo), le quali non si limitavano a partecipare alle attività ma cercavano di evitare le indagini, bloccare i carabinieri e intimidire eventuali testimoni. In una circostanza in particolare, scoperte durante un furto di olive, minacciavano due guardie campestri perché non denunciassero il furto. Possedevano armi comuni da sparo, illecitamente detenute e usate per vendicarsi dei responsabili di un furto di una loro bici elettrica.
Importanti i risultati portati a termine anche nel corso delle indagini, tenuto conto che sono state arrestate, nella flagranza, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e per furto aggravato, cinque persone, sequestrando oltre 1,5 chili di marijuana e 900 grammi di hashish, nascosti nel vano tecnico di un ascensore.
Una cinquantina di carabinieri con unità cinofile antidroga e da un elicottero dell'Arma, hanno eseguito dieci ordinanze del Gip del Tribunale di Trani, Rossella Volpe, su richiesta del pm Marcello Catalano. I militari hanno accertato l'esistenza di un gruppo criminale specializzato in approvvigionamento, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (in particolare hashish e marijuana), ma anche in furti in negozi, piccole aziende e ai danni di privati (auto e appartamenti). I furti avvenivano soprattutto a Bisceglie e nelle sue campagne: venivano rubati prodotti agricoli, comprese grosse quantità di olive ed uva da tavola. Uno nelle campagne tra Trani e Bisceglie. Si approviggionavano poi di stupefacenti provenienti da Cerignola grazie a Geremia Strafezza.
L'attività investigativa ha permesso, tra l'altro, di ben delineare il gruppo con a capo Vincenzo Di Liddo, detto "U Buc" ovvero "il buco", risultato mente ispiratrice nell'organizzare le attività illecite e al momento dell'esecuzione dell'ordinanza già detenuto poiché colpito da un provvedimento nell'ambito dell'operazione "Gran Bazar" della Dda di Bari, nel marzo scorso. É stato inoltre documentato il ruolo attivo delle quattro donne destinatarie del provvedimento, tra le quali spiccano la convivente di Di Lido (Margherita Ciccolella, l'unica donna in carcere) e le sue due figlie (Nunzia e Emanuela Di Liddo), le quali non si limitavano a partecipare alle attività ma cercavano di evitare le indagini, bloccare i carabinieri e intimidire eventuali testimoni. In una circostanza in particolare, scoperte durante un furto di olive, minacciavano due guardie campestri perché non denunciassero il furto. Possedevano armi comuni da sparo, illecitamente detenute e usate per vendicarsi dei responsabili di un furto di una loro bici elettrica.
Importanti i risultati portati a termine anche nel corso delle indagini, tenuto conto che sono state arrestate, nella flagranza, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e per furto aggravato, cinque persone, sequestrando oltre 1,5 chili di marijuana e 900 grammi di hashish, nascosti nel vano tecnico di un ascensore.