Futuro di Amet, Ferrante (Pd) torna alla carica
«La nota dei sindacati un segnale preoccupante. Tarantini ci spieghi»
mercoledì 28 ottobre 2009
La lettera dei sindacati di Amet è un assist per Fabrizio Ferrante. Il capogruppo del Pd torna alla carica chiedendo al sindaco chiarimenti sul futuro dell'azienda.
«Il grido di dolore ora viene dall'interno dell'Amet. Le rappresentanze sindacali dell'azienda lamentano quello che abbiamo lamentato noi in questi anni: mancanza di un piano industriale, operazioni dal futuro incerto, operazioni fallimentari tipo park and ride e catamarano ed improvvisata attività immobiliare.
Oggi sappiamo che il comandante della nave non ha comunicato ai marinai la rotta, ma ne eravamo certi. I lavoratori dell'azienda rilevano l'assenza di comunicazione con il management Amet e si stupiscono del mancato approdo in Consiglio Comunale di discussioni inerenti le operazione che l'Amet sta compiendo.
Ora, prima che la nave Amet si trasformi in un vascello fantasma, chiediamo al sindaco se ha ricevuto la relazione sull'andamento dell'Amet da lui chiesta il 14 settembre 2009 al presidente di Amet. Tanto chiediamo per capire questa connivenza politica fin dove arriva perché delle due l'una: o il sindaco sa tutto e quella missiva di diffida (gli dava 15 giorni per rispondere, in mancanza avrebbe adottato provvedimenti che ad oggi non si sa se esistano) è solo l'ennesima presa in giro come quando votò per il referendum del termovalorizzatore ed al contempo diede mandato all'allora presidente di impugnare quella stessa delibera per cui aveva votato favorevolmente (tra l'altro è bene ricordarlo che con i pochi mezzi a disposizione poi abbiamo, come comitato promotore, anche vinto la causa al Tar), oppure egli non sa niente ed allora dovrebbe sfiduciare il presidente Amet.
Non lo nascondo: non mi sta a cuore il futuro del CdA, ma quello dei lavoratori sì».
Fabrizio Ferrante
Capogruppo PD
«Il grido di dolore ora viene dall'interno dell'Amet. Le rappresentanze sindacali dell'azienda lamentano quello che abbiamo lamentato noi in questi anni: mancanza di un piano industriale, operazioni dal futuro incerto, operazioni fallimentari tipo park and ride e catamarano ed improvvisata attività immobiliare.
Oggi sappiamo che il comandante della nave non ha comunicato ai marinai la rotta, ma ne eravamo certi. I lavoratori dell'azienda rilevano l'assenza di comunicazione con il management Amet e si stupiscono del mancato approdo in Consiglio Comunale di discussioni inerenti le operazione che l'Amet sta compiendo.
Ora, prima che la nave Amet si trasformi in un vascello fantasma, chiediamo al sindaco se ha ricevuto la relazione sull'andamento dell'Amet da lui chiesta il 14 settembre 2009 al presidente di Amet. Tanto chiediamo per capire questa connivenza politica fin dove arriva perché delle due l'una: o il sindaco sa tutto e quella missiva di diffida (gli dava 15 giorni per rispondere, in mancanza avrebbe adottato provvedimenti che ad oggi non si sa se esistano) è solo l'ennesima presa in giro come quando votò per il referendum del termovalorizzatore ed al contempo diede mandato all'allora presidente di impugnare quella stessa delibera per cui aveva votato favorevolmente (tra l'altro è bene ricordarlo che con i pochi mezzi a disposizione poi abbiamo, come comitato promotore, anche vinto la causa al Tar), oppure egli non sa niente ed allora dovrebbe sfiduciare il presidente Amet.
Non lo nascondo: non mi sta a cuore il futuro del CdA, ma quello dei lavoratori sì».
Fabrizio Ferrante
Capogruppo PD