Ghedini chiede il trasferimento degli atti su Berlusconi alla procura di Roma

Il procuratore Capristo: «Con gli ispettori leale collaborazione»

mercoledì 17 marzo 2010
Niccolò Ghedini, deputato del PdL e avvocato difensore del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha da poco lasciato la procura di Trani dopo aver incontrato il pool di magistrati che coordina l'indagine ed il procuratore capo Carlo Maria Capristo. Ghedini ha depositato l'istanza in cui si chiede formalmente lo stralcio della posizione del presidente del consiglio e la conseguente trasmissione degli atti al tribunale dei Ministri secondo quanto sancisce l'articolo 6 della legge costituzionale numero 1 del 1989. In base a questa legge i rapporti, i referti e le denunzie concernenti i reati che si ritengono commessi dal presidente del Consiglio e dai Ministri nell'esercizio delle loro funzioni devono essere inviati al procuratore della Repubblica presso il tribunale del capoluogo del distretto di corte d'appello competente per territorio.

La procura di Trani, se dovesse accogliere l'istanza presentata da Ghedini (accompagnato a Trani dall'avvocato barese Filiberto Palumbo) dovrà stralciare la posizione di Berlusconi e trasmette gli atti alla procura di Roma, giacché la presunta concussione e la violenza o minaccia ad un corpo amministrativo (in questo caso l'autorità garante per le comunicazioni) sarebbe stata commessa lì.

Ghedini è andato via da Trani senza rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. In mattinata, con i cronisti, ha parlato il procuratore capo Carlo Maria Capristo che ha negato qualsiasi tipo di contrasto con gli ispettori ministeriali mandati dal Guardasigilli Angelino Alfano: «Con loro è stata instaurata una leale collaborazione». Michele Ruggiero, il pm titolare dell'inchiesta, ha confermato il segreto investigativo sui fascicoli: «Tutto quello che gli indagati non possono conoscere – ha ribadito Ruggiero - non lo possono conoscere nemmeno gli ispettori. Il segreto investigativo vale sia per gli uni che per gli altri».