Giornata della Cultura Europea Ebraica 2005

Il programma a Trani presso la Sinagoga Scolanova

domenica 4 settembre 2005
L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con il patrocinio del Parlamento Europeo – Ufficio per l'Italia, sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca presentanto la Giornata della Cultura Europea Ebraica 2005 che si terrà il 4 settembre 2005 (30 Av 5765). Il programma di Trani si svolgerà presso la Sinagoga Scolanova:

4 settembre 2005 ore 10.00 / 13.00 e 17.00 / 20.00 - Sinagoga Scolanova

Stand di oggettistica, editoria libraria ed editoria discografica ebraica 4 settembre 2005 ore 11.00 / 13.00 - Piazzale Scolanova

Saperi e sapori. Stand di gastronomia ebraica.

La cucina ebraica non è una curiosa appendice della gastrononomia del popolo d'Israele. La Torah, la Legge che Moshe ricevette sul Sinai, è ricca di norme e prescrizioni riguardanti cottura, macellazione, lievitazione, condimenti, cibi permessi e non, ecc. Il gusto per la buona cucina e, soprattutto, per la cucina conforme alla halakhà (la normativa rituale ebraica) ha sempre accompagnato l'Ebreo nella Diaspora. Nel piazzale antistante la Scolanova verrà allestito uno stand che offrirà a chiunque assaggi della cucina ebraica proveniente dalle più diverse culture dell'Europa ebraica.

4 settembre 2005 ore 16.00 / 20.00 - Sinagoga Scolanova

Il pane di Abramo. Conferenza sui significati culturali e religiosi del pane nelle 3 religioni abramitiche e assaggi di pane. Altri Relatori: Rev.do Francesco Piazzolla, dottorando in Sacre Scritture presso la Pont. Università Gregoriana di Roma, Dr Badr Fakhouri, studioso e dottore di lingua e letteratura francese (Università di Aleppo, Siria).

«Il pane è l'Alimento simbolico per eccellenza che nei secoli ha nutrito corpo e spirito e da sempre ha rappresentato le migliori e le peggiori pulsioni dell'uomo. Per il pane si è combattuto ed ucciso; con il pane si sono siglati accordi e sottoscritto al­leanze; la mancanza di pane ha segnato le carestie e i periodi più neri dell'Umanità. La fortissima valenza simbolica di que­sto semplice prodotto non è sfuggita alle antiche religioni monoteistiche e alle nuove spiritualità che hanno attribuito al pane e ai suoi ingredienti (acqua, farina, lievito e sa­le) significati metafisici, spirituali, antropo­logici e in alcuni casi persino magici. La Bibbia si apre con una ammonizione: a causa del primo peccato di Adamo ed Eva, con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perchè da essa sei stato tratto. Nutrendosi di pane l'uomo abbandonò l'esistenza nomade e cominciò a coltivare i cereali, segnando così l'inizio della prima attività produttiva organizzata. Già prima della rivelazione sinaitica gli altari pagani erano ricolmi di pani offerti agli déi; ma è la religione ebraica la prima ad attribuire al pane e ai suoi ingredienti una serìe di significati. La farina e il grano sono simboli del lavoro, della capacità dell'uomo di trasformare la natura, ma soprattutto del­la benevolenza e della generosità del Crea­tore. Il pane, oltre ad essere una combinazione di elementi naturali diventa anche una miscela di elementì simbolici con una dignità e una sacralità superiori, unico alimento preparato dall'uomo a meritarsi una benedizione specifica: ha-motzi lechem min ha-aretz, Benedetto Tu o Signore Dio nostro Re del Mondo che fai uscire il pane dalla terra.

Per l'Ebraismo idealmente il pane non è il prodotto del lavoro dell'uomo, è un dono che viene direttamente dalla generosità del Creatore. Un dono come quello di un altro genere di pane, concesso nel deserto, prodotto dal superameno delle regole naturali per diretto intervento divino: la manna, pane sottile, fi­nissimo, dagli infiniti sapori. Il pane lievitato cede una volta all'anno il posto ad una pasta non lievitata, la matzà, che rappre­senta l'anelito di libertà del popolo ebraico ma anche un invito a considerare il nostro perenne stato di fragilità, di caducità, di provvisorietà: la matzà come lechem oni, pane dell'afflizione. L'ebraismo non è però la sola religione che ha attribuito valori spirituali ed educati­vi a questo alimento.

Il cristianesimo eleva al massimo grado, inserendolo quale cardine portante della sua teologia, la relazione tra il nutrimento del corpo e il nutrimento dello spirito, tra­sformando il pane da alimento-simbolo, ad­dirittura in corpo della stessa divinità. Gesù definisce sè stesso pane e dice: "Io sono il pane della vita. I vostri padri mangiarono la manna del deserto, e moriro­no. Questo è il pane disceso dal cielo, affin­ché chi ne mangia non muoia. Sono io il pa­ne vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno, ed il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo" (Giovanni 6, 48-51).

Come meravigliarsi allora che le tradi­zioni popolari sacralizzino o addirittura at­tribuiscano valori superstiziosi al pane? Bi­sogna che sia rotto con le mani e non taglia­to con il coltello; sulla tavola il pane deve essere sempre posato diritto e mai al rove­scio; se malauguratamente cade a terra de­ve essere raccolto con rispetto o addirittura baciato; se rimane non buttarlo ma darlo come cibo agli animali. Testo di Giacomo Kahn, Shalom luglio 2005.

Il pane sarà l'oggetto della conferenza Il pane di Abramo che si terrà presso la Sinagoga Scolanova. 3 studiosi dell'Ebraismo, del Cristianesimo e dell'Islam affronteranno l'argomento del pane così come trattato nella Torah, nei Vangeli e nel Corano. Al termine, sarà possibile assaggiare pane lavorato secondo i diversi procedimenti in uso presso le 3 fedi abramitiche.»