Giornate Fai: 1000 visitatori domenica a palazzo Beltrani
Il pezzo forte è il quadro di Garibaldi morente di Cordiglia. Soddisfatti per l'iniziativa gli assessori Lovato e Scagliarini
martedì 29 marzo 2011
Oltre 1000 visitatori a palazzo Beltrani nella sola giornata di domenica. E' questo il dato che sintetizza meglio di tutti, l'ottimo risultato delle aperture straordinarie concordate in occasione delle giornate del Fai. L'evento, promosso dall'assessorato alla cultura della Città di Trani in collaborazione con il Fai, è stato condito anche da due concerti di assoluto rilievo artistico nelle serate di venerdì e sabato, con maestri di eccezione come Davide Santorsola e Alessandro Cazzato, e un itinerario ecumenico-artistico che ha consentito a migliaia di persone di conoscere, o di rivisitare, una serie di siti monumentali che fanno la storia della nostra città, della nostra cultura, della nostra fede.
«L'iniziativa - spiega Michele Scagliarini, assessore alla salvaguardia delle tradizioni locali e centro storico - è stata un utile strumento per permettere ai cittadini tranesi e ai tanti ospiti arrivati a Trani di poter visitare alcuni luoghi di assoluto pregio e valore che solitamente sono difficili da visitare e poco conosciuti ai più. In altre parole è stato aperto lo scrigno del centro storico, uno scrigno ricco di tesori architettonici, di storie, di tradizioni. L'ennesima grande partecipazione di visitatori conferma che bisogna puntare sempre più sul centro antico della nostra città come fattore di promozione turistica, mettendo in risalto tutto il suo valore storico-culturale».
Molto soddisfatto l'assessore alla cultura, Andrea Lovato. «Trani è un patrimonio vivente di cultura e di tradizioni e s'impone sul piano internazionale per le proprie ricchezze ambientali e artistiche. Desidero ringraziare coloro che hanno lavorato per la nostra amata città: in primo luogo i ragazzi delle scuole che hanno fatto da piccoli (e grandi) Ciceroni, e le loro famiglie, in secondo luogo i docenti, le scuole, le associazioni culturali e musicali, le comunità religiose ed i volontari del Fai, in particolare i delegati di Trani, Mara Gisotti e Giuseppe Barbera. Il volontariato culturale è una risorsa preziosa per tutti, e l'evento realizzato dimostra i brillanti risultati che possono scaturire dal felice connubio tra pubblico e privato, ai fini della tutela e della valorizzazione delle nostre risorse turistiche e culturali».
A palazzo Beltrani grande code per vedere da vicino il dipinto, di proprietà comunale, di Carlo Felice Cordiglia raffigurante Garibaldi morente. La mostra, a cura di Lucia Rosa Pastore (responsabile di questo contenitore culturale), si colloca a prosecuzione di un progetto più ampio avviato a partire dal dicembre 2010 e rivolto a celebrare il 150mo anniversario dell'Unità d'Italia. La mostra propone una lettura articolata dell'opera all'interno della tradizione iconografica sul tema della morte dei personaggi illustri riferita però, in modo pressoché esclusivo, alle figure risorgimentali. D'obbligo appare, pertanto, il confronto con lo splendido e sempre coinvolgente dipinto di Silvestro Lega, fervente mazziniano, rappresentante Gli ultimi momenti di Giuseppe Mazzini, o con Il corpo di Luciano Manara a Santa Maria della Scala a Roma di Eleuterio Pagliano.
Carlo Felice Cordiglia è un artista ancora poco noto nel panorama della pittura dell'Ottocento italiano per quanto le ancora esigue notizie a disposizione e, soprattutto, la partecipazione a importanti rassegne espositive della sua epoca, facciano ritenere che si tratti di una personalità di particolare interesse.
La mostra, dopo aver fornito una serie di preliminari indicazioni sull'artista – nato presumibilmente intorno al 1850 a Lecce, per quanto controverso risulti a tutt'oggi, anche il luogo di nascita -, conduce a una lettura guidata del dipinto attraverso una serie di pannelli esplicativi che includono un ricco corredo di immagini. Significativamente il dipinto risulta datato 1882, proprio l'anno della morte di Garibaldi anche se, come motivato nei pannelli esplicativi a firma della curatrice, non sembra probabile che l'artista l'abbia realizzato in presa diretta, utilizzando piuttosto le fonti iconografiche a disposizione, sulla scia della grande emozione provocata dal tragico avvenimento. E proprio sulla coralità delle emozioni, da parte delle persone più disparate, punta il messaggio fornito dal pittore.
La mostra prosegue con un percorso didattico che prevede, in apposite sale, e mediante l'utilizzo del recente dono elargito dal Monte dei Paschi di Siena, la proiezione, senza soluzione di continuità, di un ricco repertorio di iconografia di Giuseppe Garibaldi nelle arti figurative e applicate. Anche in questo caso sono stati previsti pannelli esplicativi. Il tutto allietato in sottofondo da musiche di Rossini e di Verdi.
Il percorso è visitabile fino al 26 aprile.
«L'iniziativa - spiega Michele Scagliarini, assessore alla salvaguardia delle tradizioni locali e centro storico - è stata un utile strumento per permettere ai cittadini tranesi e ai tanti ospiti arrivati a Trani di poter visitare alcuni luoghi di assoluto pregio e valore che solitamente sono difficili da visitare e poco conosciuti ai più. In altre parole è stato aperto lo scrigno del centro storico, uno scrigno ricco di tesori architettonici, di storie, di tradizioni. L'ennesima grande partecipazione di visitatori conferma che bisogna puntare sempre più sul centro antico della nostra città come fattore di promozione turistica, mettendo in risalto tutto il suo valore storico-culturale».
Molto soddisfatto l'assessore alla cultura, Andrea Lovato. «Trani è un patrimonio vivente di cultura e di tradizioni e s'impone sul piano internazionale per le proprie ricchezze ambientali e artistiche. Desidero ringraziare coloro che hanno lavorato per la nostra amata città: in primo luogo i ragazzi delle scuole che hanno fatto da piccoli (e grandi) Ciceroni, e le loro famiglie, in secondo luogo i docenti, le scuole, le associazioni culturali e musicali, le comunità religiose ed i volontari del Fai, in particolare i delegati di Trani, Mara Gisotti e Giuseppe Barbera. Il volontariato culturale è una risorsa preziosa per tutti, e l'evento realizzato dimostra i brillanti risultati che possono scaturire dal felice connubio tra pubblico e privato, ai fini della tutela e della valorizzazione delle nostre risorse turistiche e culturali».
A palazzo Beltrani grande code per vedere da vicino il dipinto, di proprietà comunale, di Carlo Felice Cordiglia raffigurante Garibaldi morente. La mostra, a cura di Lucia Rosa Pastore (responsabile di questo contenitore culturale), si colloca a prosecuzione di un progetto più ampio avviato a partire dal dicembre 2010 e rivolto a celebrare il 150mo anniversario dell'Unità d'Italia. La mostra propone una lettura articolata dell'opera all'interno della tradizione iconografica sul tema della morte dei personaggi illustri riferita però, in modo pressoché esclusivo, alle figure risorgimentali. D'obbligo appare, pertanto, il confronto con lo splendido e sempre coinvolgente dipinto di Silvestro Lega, fervente mazziniano, rappresentante Gli ultimi momenti di Giuseppe Mazzini, o con Il corpo di Luciano Manara a Santa Maria della Scala a Roma di Eleuterio Pagliano.
Carlo Felice Cordiglia è un artista ancora poco noto nel panorama della pittura dell'Ottocento italiano per quanto le ancora esigue notizie a disposizione e, soprattutto, la partecipazione a importanti rassegne espositive della sua epoca, facciano ritenere che si tratti di una personalità di particolare interesse.
La mostra, dopo aver fornito una serie di preliminari indicazioni sull'artista – nato presumibilmente intorno al 1850 a Lecce, per quanto controverso risulti a tutt'oggi, anche il luogo di nascita -, conduce a una lettura guidata del dipinto attraverso una serie di pannelli esplicativi che includono un ricco corredo di immagini. Significativamente il dipinto risulta datato 1882, proprio l'anno della morte di Garibaldi anche se, come motivato nei pannelli esplicativi a firma della curatrice, non sembra probabile che l'artista l'abbia realizzato in presa diretta, utilizzando piuttosto le fonti iconografiche a disposizione, sulla scia della grande emozione provocata dal tragico avvenimento. E proprio sulla coralità delle emozioni, da parte delle persone più disparate, punta il messaggio fornito dal pittore.
La mostra prosegue con un percorso didattico che prevede, in apposite sale, e mediante l'utilizzo del recente dono elargito dal Monte dei Paschi di Siena, la proiezione, senza soluzione di continuità, di un ricco repertorio di iconografia di Giuseppe Garibaldi nelle arti figurative e applicate. Anche in questo caso sono stati previsti pannelli esplicativi. Il tutto allietato in sottofondo da musiche di Rossini e di Verdi.
Il percorso è visitabile fino al 26 aprile.