Giovanni Di Leo (Lega): "La Città sta perdendo in tranesità"
"Trani non deve essere più considerata una mucca da mungere ma un fiore da curare"
martedì 6 agosto 2024
10.06
"Credo che quello che divide e dividerà profondamente lo schieramento della sinistra da salotto degli ultimi nove anni da quello di centrodestra del futuro sia la profondità del concetto di tranesità. Al di là dei tecnicismi amministrativi e della diversissima visione fra opposti schieramenti di quello che potrebbe e dovrebbe diventare la nostra città, ritengo che si sia perso l'attaccamento alla nostra realtà, ai nostri monumenti, alla nostra aria, alla qualità che una volta ci contraddistingueva dalle altre realtà del territorio provinciale.
La città oggettivamente è diventata priva di personalità, amorfa, se non fosse per i retaggi di un antico passato, non è curata, buia, non è all'altezza di un turismo di qualità, depredata da anni da forestieri che la vedono come fonte di guadagno da reinvestire altrove. Insomma tutti vengono, vedono, vincono e vanno via.
Il quadro sistematico delle privatizzazioni posto in essere e in itinere pone Trani come territorio di conquista, a guida barese, quasi come una colonia in cui c'è un concedente e ci sono i coloni. Ecco, al massimo siano diventati dei coloni, quasi come se Trani in sostanza non ci appartenesse più. In questo contesto i giovani non crescono nell'amore per la città in cui vivono, anzi ambiscono ad andarsene perché offre poche prospettive (… o almeno questa è la percezione) oppure tentare di sopravvivere. Futuro a rischio. Ritengo quindi che la politica del mio schieramento debba riproporre con grande forza e salvaguardare i valori della tradizione e della storia della nostra città, debba risvegliare nel cuore dei tranesi il loro amore sopito, debba destarli dal loro torpore dovuto alla abitudine al brutto, alla sensazione di impossibilità di poter cambiare le cose, alla impossibilità di poter partecipare ai processi decisionali. TRANI non deve più essere solo una mucca da mungere, ma un fiore da curare".
La città oggettivamente è diventata priva di personalità, amorfa, se non fosse per i retaggi di un antico passato, non è curata, buia, non è all'altezza di un turismo di qualità, depredata da anni da forestieri che la vedono come fonte di guadagno da reinvestire altrove. Insomma tutti vengono, vedono, vincono e vanno via.
Il quadro sistematico delle privatizzazioni posto in essere e in itinere pone Trani come territorio di conquista, a guida barese, quasi come una colonia in cui c'è un concedente e ci sono i coloni. Ecco, al massimo siano diventati dei coloni, quasi come se Trani in sostanza non ci appartenesse più. In questo contesto i giovani non crescono nell'amore per la città in cui vivono, anzi ambiscono ad andarsene perché offre poche prospettive (… o almeno questa è la percezione) oppure tentare di sopravvivere. Futuro a rischio. Ritengo quindi che la politica del mio schieramento debba riproporre con grande forza e salvaguardare i valori della tradizione e della storia della nostra città, debba risvegliare nel cuore dei tranesi il loro amore sopito, debba destarli dal loro torpore dovuto alla abitudine al brutto, alla sensazione di impossibilità di poter cambiare le cose, alla impossibilità di poter partecipare ai processi decisionali. TRANI non deve più essere solo una mucca da mungere, ma un fiore da curare".