Giù villa Di Corato, grido di dolore di Legambiente
«Cancellato un altro importante bene vincolato di Trani». Legambiente, nel 2010, aveva già ravvisato il grave rischio
venerdì 12 agosto 2011
Nei primi giorni di agosto sono iniziati i lavori di demolizione di villa Di Corato (già nota come villa Malcangi). Legambiente Trani contesta l'abbattimento gridando allo «scempio». «L'insensato gesto dell'abbattimento per palesi appetiti edificatori – scrive in una nota l'associazione ambientalista - appare ancor più vergognoso se si considera che villa Di Corato è un bene tutelato dal recente piano urbanistico generale».
Villa Di Corato presentava delle peculiarità architettoniche costituite dalla posizione a ridosso del mare, dai giardini, dalle tre terrazze che la cingevano, dalle scalinate, dai pavimenti, e da altre caratteristiche che l'avevano portata ad essere citata anche in importanti riviste del settore come il celebre AD (Architectural design). Legambiente, nel novembre del 2010, aveva già ravvisato il grave rischio in cui incorreva villa Di Corato e il giardino ricco di piante secolari che la circondava, avviando una puntuale segnalazione degli accadimenti in corso alla Soprintendenza per i beni architettonici.
«Ora che lo scempio è stato compiuto – si legge nella nota - tra l'indecoroso silenzio degli amministratori locali e dei politici, così indaffarati a contendersi le poltrone per le imminenti elezioni del 2012, ci sentiamo in dovere di esprimere alcune considerazioni: l'abbattimento di villa Di Corato costituisce, in soli due anni dall'entrata in vigore del pug, il terzo scempio compiuto sui beni storici tutelati dallo stesso strumento urbanistico. Hanno subito la stessa vergognosa sorte villa Antonacci e villa Turrisana. E' evidente che in tutto questo c'è qualcosa di tanto grave da interessare oltre agli aspetti legati ad una palese insensibilità dei tecnici, dei funzionari e degli amministratori, anche una sostanziosa materia giuridica per la magistratura».
«Ci chiediamo – attacca l'associazione - se l'azione della rapida demolizione di villa Malcangi e degli altri beni incorsi nella stessa sorte, sia stata innescata proprio dagli stessi vincoli del pug. In tal caso prepariamoci all'abbattimento di tutti gli altri 32 vincoli rimanenti. Vuol dire che ci meritiamo tutto questo e preferiamo passare alla storia come i cittadini della città più insensibile d'Italia in materia di tutela dei beni storici ed architettonici. Ci chiediamo come mai il lotto in cui sorgeva la villa era contemporaneamente destinato a zona di completamento ad alta densità e zona di interesse architettonico al punto da essere totalmente inedificabile: una palese contraddizione. In questa folle olimpiade dell'insensatezza rileviamo che l'insensibilità culturale fa da triste sfondo per entrambi i gesti ma è culturalmente più devastante ed insidiosa per l'incoerenza che caratterizza i colletti bianchi posti al vertice amministrativo della nostra città».
Villa Di Corato presentava delle peculiarità architettoniche costituite dalla posizione a ridosso del mare, dai giardini, dalle tre terrazze che la cingevano, dalle scalinate, dai pavimenti, e da altre caratteristiche che l'avevano portata ad essere citata anche in importanti riviste del settore come il celebre AD (Architectural design). Legambiente, nel novembre del 2010, aveva già ravvisato il grave rischio in cui incorreva villa Di Corato e il giardino ricco di piante secolari che la circondava, avviando una puntuale segnalazione degli accadimenti in corso alla Soprintendenza per i beni architettonici.
«Ora che lo scempio è stato compiuto – si legge nella nota - tra l'indecoroso silenzio degli amministratori locali e dei politici, così indaffarati a contendersi le poltrone per le imminenti elezioni del 2012, ci sentiamo in dovere di esprimere alcune considerazioni: l'abbattimento di villa Di Corato costituisce, in soli due anni dall'entrata in vigore del pug, il terzo scempio compiuto sui beni storici tutelati dallo stesso strumento urbanistico. Hanno subito la stessa vergognosa sorte villa Antonacci e villa Turrisana. E' evidente che in tutto questo c'è qualcosa di tanto grave da interessare oltre agli aspetti legati ad una palese insensibilità dei tecnici, dei funzionari e degli amministratori, anche una sostanziosa materia giuridica per la magistratura».
«Ci chiediamo – attacca l'associazione - se l'azione della rapida demolizione di villa Malcangi e degli altri beni incorsi nella stessa sorte, sia stata innescata proprio dagli stessi vincoli del pug. In tal caso prepariamoci all'abbattimento di tutti gli altri 32 vincoli rimanenti. Vuol dire che ci meritiamo tutto questo e preferiamo passare alla storia come i cittadini della città più insensibile d'Italia in materia di tutela dei beni storici ed architettonici. Ci chiediamo come mai il lotto in cui sorgeva la villa era contemporaneamente destinato a zona di completamento ad alta densità e zona di interesse architettonico al punto da essere totalmente inedificabile: una palese contraddizione. In questa folle olimpiade dell'insensatezza rileviamo che l'insensibilità culturale fa da triste sfondo per entrambi i gesti ma è culturalmente più devastante ed insidiosa per l'incoerenza che caratterizza i colletti bianchi posti al vertice amministrativo della nostra città».