Gli Ebrei di Trani celebrano il Capodanno degli alberi
Domenica 12 febbraio nella Sinagoga Scolanova.
venerdì 10 febbraio 2006
Il 15 di Shevàt (Tu biShvat - 13 febbraio) cade il Rosh haShanà Lailanoth ossia il Capodanno degli Alberi. Il Capodanno degli Alberi è uno dei 4 capi d'anno citati nella Mishnà (la codificazione della Torah orale). Gli altri sono il 1° del mese di Nissan (capodanno per le ricorrenze e per i Re 30 marzo), il 1° del mese di Elul (capodanno per le decime degli animali 25 agosto), il 1° del mese di Tishrì (capodanno per gli anni, per l'anno sabbatico e per il giubileo, per la piantagione e per le verdure 4 ottobre) e, appunto, il 15 di Shevàt.
Nel giorno del Capodanno degli Alberi Dio giudica e decide della fertilità e del raccolto della terra per l'anno a venire. Gli Ebrei hanno perciò il dovere di gustare i frutti accompagnandoli con le relative benedizioni per aiutare la natura a ricevere l'influsso divino necessario alla sua produzione. Il Capodanno degli Alberi indica all'Ebreo altri concetti morali e spirituali: il rispetto della natura (da coltivare, mantenere e non distruggere) e la riflessione sulla natura dell'uomo che i Maestri paragonano a un albero rovesciato con le radici in alto. Per l'Ebreo, i tempi della Terra d'Israele valgono anche nella Diaspora.
Perciò, ricordando quando in Israele piove e finisce di piovere, quando gli alberi fioriscono e quale frutta producono, l'Ebreo rinnova il proprio indissolubile legame con Israele e la sua capitale Gerusalemme. I Maestri insegnano che la terra d'Israele fu creata prima di tutte le altre terre e che essa può fiorire solo tra le mani del popolo ebraico. Durante il Capodanno degli Alberi sono proibite manifestazioni di tristezza (orazioni funebri o lettura dei salmi dolorosi del Tachannun).
La tradizione più antica è quella di mangiare in questo giorno frutta di tipi diversi e particolrmente quelli citati nella Torah e celebrati in Terra d'Israele: uva, fichi, melograni, olive, datteri oltre ad altri frutti menzionati nella Bibbia come mandorle, pistacchi, noci, tappuchim (agrumi) e ogni altro tipo di frutto dell'albero. Un rito vero e proprio, risalente agli inizi del XVIII secolo consiste in un Seder in cui si alterna il consumo di frutta (in un ordine stabilito) e di vino (bianco e rosso) alla lettura e commento di brani biblici, rabbinici e della letteratura poetica ebraica. Questo rito è stato recentemente reintrodotto in Italia dal Rav Shalom Bahbout.
E sarà proprio il Rav Bahbout a celebrare e tenere una lezione rabbinica sul Capodanno degli Alberi domenica 12 febbraio dalle 16.30 alle 18.00 presso la Sinagoga Scolanova di Trani. Durante la lezione, chiunque potrà gustare dei frutti del Seder di Tu biShvat.
Nel giorno del Capodanno degli Alberi Dio giudica e decide della fertilità e del raccolto della terra per l'anno a venire. Gli Ebrei hanno perciò il dovere di gustare i frutti accompagnandoli con le relative benedizioni per aiutare la natura a ricevere l'influsso divino necessario alla sua produzione. Il Capodanno degli Alberi indica all'Ebreo altri concetti morali e spirituali: il rispetto della natura (da coltivare, mantenere e non distruggere) e la riflessione sulla natura dell'uomo che i Maestri paragonano a un albero rovesciato con le radici in alto. Per l'Ebreo, i tempi della Terra d'Israele valgono anche nella Diaspora.
Perciò, ricordando quando in Israele piove e finisce di piovere, quando gli alberi fioriscono e quale frutta producono, l'Ebreo rinnova il proprio indissolubile legame con Israele e la sua capitale Gerusalemme. I Maestri insegnano che la terra d'Israele fu creata prima di tutte le altre terre e che essa può fiorire solo tra le mani del popolo ebraico. Durante il Capodanno degli Alberi sono proibite manifestazioni di tristezza (orazioni funebri o lettura dei salmi dolorosi del Tachannun).
La tradizione più antica è quella di mangiare in questo giorno frutta di tipi diversi e particolrmente quelli citati nella Torah e celebrati in Terra d'Israele: uva, fichi, melograni, olive, datteri oltre ad altri frutti menzionati nella Bibbia come mandorle, pistacchi, noci, tappuchim (agrumi) e ogni altro tipo di frutto dell'albero. Un rito vero e proprio, risalente agli inizi del XVIII secolo consiste in un Seder in cui si alterna il consumo di frutta (in un ordine stabilito) e di vino (bianco e rosso) alla lettura e commento di brani biblici, rabbinici e della letteratura poetica ebraica. Questo rito è stato recentemente reintrodotto in Italia dal Rav Shalom Bahbout.
E sarà proprio il Rav Bahbout a celebrare e tenere una lezione rabbinica sul Capodanno degli Alberi domenica 12 febbraio dalle 16.30 alle 18.00 presso la Sinagoga Scolanova di Trani. Durante la lezione, chiunque potrà gustare dei frutti del Seder di Tu biShvat.