«Gli ispettori di Alfano a Trani? Un’intimidazione»

Parla Nicola Barbera, già procuratore capo della procura di Trani

domenica 14 marzo 2010
Nel febbraio del 2004, al centro della bufera, si trovò lui. L'indagine sul governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, pose la lente di ingrandimento sul lavoro della procura guidata da Nicola Barbera. A distanza di sei anni, tocca al suo successore, Carlo Maria Capristo, subire una pressione mediatica senza precedenti per la procura di Trani. «Sono ben contento di star fuori da questa situazione – dice Barbera a Traniweb – anche se ritengo che la procura abbia fatto benissimo il suo lavoro. Sono solidale con loro e sono solidale con Capristo. Nel 2004 non mandarono a Trani gli ispettori, ma Berlusconi non è Fazio. Se fossi nei panni dell'attuale procuratore capo, mi preoccuperei. L'arrivo degli ispettori a Trani lo leggo come un tentativo di intimidazione nei confronti della procura di Trani e del suo capo, e come un modo per leggere e studiare le carte delle quali si sa poco quanto niente, a parte gli scoop giornalistici».

Analogia col passato, la fuga di notizie che ha amplificato i contorni di un'indagine che era destinata a restare segreta nelle stanze di palazzo Torres almeno fin dopo le elezioni. Oggi come ieri, la procura di Trani ha avviato un'indagine per rivelazione del segreto d'ufficio a carico di persone da identificare. Barbara parla di «debolezza della legge sulle intercettazioni» e racconta: «Anche noi aprimmo un'inchiesta sulla fuga di notizie ma le indagini non portarono da nessuna parte. Quando ci sono inchieste di questo tipo è difficile tenerle sotto silenzio, succede in tutte le procure d'Italia, non solo a Trani. Ho la sensazione che, stavolta, il responsabile della fuga di notizie lo abbia fatto con il chiaro scopo di creare un caso politico a tre settimane dal voto, ma non credo che l'ufficio abbia responsabilità, sono cose che accadono al di fuori del secondo piano. Vedremo cosa faranno gli ispettori, spero che non utilizzino il loro potere per destabilizzare il lavoro del procuratore capo».

Il presidente di sezione della cassazione, Corrado Carnevale, ha sollevato il caso della titolarità della procura tranese a svolgere l'inchiesta. «La procura presso il tribunale di Trani – ha detto Carnevale - non ha alcuna competenza territoriale sul caso che vede presunti indagati Berlusconi e Minzolini. Ammesso che in alcune intercettazioni derivanti da loro indagini siano spuntati quei nomi, Trani avrebbe dovuto immediatamente mandare gli atti, dopo aver aperto un fascicolo, a Roma. E neppure la Procura di Roma sarebbe competente, ma il Tribunale per i Ministri». Barbera risponde così: «Sono dell'avviso che le competenze vadano rispettate, ma nei tempi giusti. Le indagini sono a cura dalla Guardia di Finanza, quando poi si arriverà al tirar delle somme ed a decidere per le eventuali richieste di rinvio a giudizio, allora si dovranno guardare le competenze».