Gli omuncoli difesi da una donna
Conti pubblici e responsabilità, Raffaella Di Lernia tiene vivo il dibattito. Su Facebook stati d'animo e pensieri veri dei politici di Trani
venerdì 2 novembre 2012
10.46
Se negli ultimi tempi i comunicati stampa dei partiti e dei loro rappresentanti sono diventati (a parte qualche eccezioni) noiosi e scontati, Facebook si sta rivelando il contenitore più puro per raccogliere stati d'animo e pensieri veri, distanti anni luce dal grigiore delle comunicazioni politiche a cui siamo ormai abituati. Tarantini aveva utilizzato la sua pagina per definire «omuncoli» quei consiglieri di centrodestra (ieri al suo fianco ed oggi con Riserbato) che non hanno lesinato continui rimandi al passato per sottolineare la provenienza delle oggettive difficoltà economiche in cui versa il Comune. Ufficialmente nessuno gli ha risposto anche se in molti non hanno gradito anche ai piani alti del partito. Una risposta, forte, a Tarantini però è giunta, sempre attraverso Facebook e non dal clan degli omuncoli. A replicare è stata Raffaella Di Lernia (Forza Trani).
Di Lernia, nel suo post di risposta a Tarantini, ne ha dette di cose: «Non puoi certo attribuire, spero, la situazione delle casse comunali alla gestione dei primi cinque mesi dell'amministrazione Riserbato e non puoi certo negare, spero ancora, che la stessa dipenda, invece, dalla conduzione delle amministrazioni precedenti delle quali, la più recente, nonché la più longeva, porta proprio il tuo nome. Tu ne eri a capo e un capo deve necessariamente farsi carico, oltre che degli onori, anche degli oneri di questo status. E la responsabilità è un onere, oltre che un onore».
E sempre rivolgendosi a Tarantini, Di Lernia ha poi difeso i silenti omuncoli: «Definisci così quelli che ieri erano nella tua maggioranza e che oggi si trovano ad affrontare una situazione locale che, unitamente alla congiuntura critica nazionale, richiede, per forza di cose, un estremo sacrificio. Permettimi di dissentire: io vedo solo degli uomini che sono costretti dalle circostanze a trovare ed applicare delle soluzioni anche se impopolari affinché la macchina comunale possa ripartire al meglio».
Non poteva mancare nel commento di Di Lernia un riferimento al suo mentore, Roberto Visibelli che in tempi non sospetti, soprattutto dalle pagine del nostro portale, nella rubrica del dr. Hauze, aveva segnalato tante stranezze e spese inutili sempre più ricorrenti nel palazzo comunale: «Diversi dagli omuncoli e dagli uomini sono gli eroi, quelli che nel giusto tempo danno i giusti consigli per operare correttamente a favore del bene comune, prendendosi la responsabilità (come onore e onere) di andare controcorrente. Quelli, spesso e anche per volontà di chi potrebbe trarne beneficio, vengono emarginati ed è un vero peccato, perché di eroi ai nostri giorni ne nascono davvero pochi e poi muoiono anche».
Nel dibattito è poi intervenuto Franco Capone, già presidente di Alleanza nazionale e co-commissario del Pdl oltre che saggio designato nella fase pre primarie: «Cara Raffaella - attacca Capone - perché non ti chiedi se molti di quelli eroi all'epoca hanno approfittato o contribuito al quel disavanzo? Perché non dici anche che 8 su dieci Comuni hanno fatto lo stesso per colpa dei mancati trasferimenti dello stato? Ti dico in tutta serenità: se qualche dirigente nei sei mesi ultimi ha fatto man bassa è giusto che paghi. Ci sono gli organi deputati a ciò. La politica fa altro».
A chiudere lo scambio, ancora un pensiero di Raffaella Di Lernia indirizzato a Capone: «Correggimi se sbaglio ma i dirigenti erano di fiducia del sindaco. Però, se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi».
Di Lernia, nel suo post di risposta a Tarantini, ne ha dette di cose: «Non puoi certo attribuire, spero, la situazione delle casse comunali alla gestione dei primi cinque mesi dell'amministrazione Riserbato e non puoi certo negare, spero ancora, che la stessa dipenda, invece, dalla conduzione delle amministrazioni precedenti delle quali, la più recente, nonché la più longeva, porta proprio il tuo nome. Tu ne eri a capo e un capo deve necessariamente farsi carico, oltre che degli onori, anche degli oneri di questo status. E la responsabilità è un onere, oltre che un onore».
E sempre rivolgendosi a Tarantini, Di Lernia ha poi difeso i silenti omuncoli: «Definisci così quelli che ieri erano nella tua maggioranza e che oggi si trovano ad affrontare una situazione locale che, unitamente alla congiuntura critica nazionale, richiede, per forza di cose, un estremo sacrificio. Permettimi di dissentire: io vedo solo degli uomini che sono costretti dalle circostanze a trovare ed applicare delle soluzioni anche se impopolari affinché la macchina comunale possa ripartire al meglio».
Non poteva mancare nel commento di Di Lernia un riferimento al suo mentore, Roberto Visibelli che in tempi non sospetti, soprattutto dalle pagine del nostro portale, nella rubrica del dr. Hauze, aveva segnalato tante stranezze e spese inutili sempre più ricorrenti nel palazzo comunale: «Diversi dagli omuncoli e dagli uomini sono gli eroi, quelli che nel giusto tempo danno i giusti consigli per operare correttamente a favore del bene comune, prendendosi la responsabilità (come onore e onere) di andare controcorrente. Quelli, spesso e anche per volontà di chi potrebbe trarne beneficio, vengono emarginati ed è un vero peccato, perché di eroi ai nostri giorni ne nascono davvero pochi e poi muoiono anche».
Nel dibattito è poi intervenuto Franco Capone, già presidente di Alleanza nazionale e co-commissario del Pdl oltre che saggio designato nella fase pre primarie: «Cara Raffaella - attacca Capone - perché non ti chiedi se molti di quelli eroi all'epoca hanno approfittato o contribuito al quel disavanzo? Perché non dici anche che 8 su dieci Comuni hanno fatto lo stesso per colpa dei mancati trasferimenti dello stato? Ti dico in tutta serenità: se qualche dirigente nei sei mesi ultimi ha fatto man bassa è giusto che paghi. Ci sono gli organi deputati a ciò. La politica fa altro».
A chiudere lo scambio, ancora un pensiero di Raffaella Di Lernia indirizzato a Capone: «Correggimi se sbaglio ma i dirigenti erano di fiducia del sindaco. Però, se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi».