Grande emozione nel ricordo di Emilio Covelli: ieri la presentazione del libro del professor Spagnoletti

"Hanno avuto paura della sua parola, della sua intelligenza: senza il pretesto per incatenarlo come un malfattore, lo hanno imprigionato come un pazzo"

giovedì 29 giugno 2023 8.37
A cura di Guglielmo Gianolio
Caro Emilio… Quanto vorrei poter cominciare questo breve testo con queste parole. Purtroppo non posso, Emilio Covelli è morto assassinato nel manicomio di Nocera inferiore nel 1915 e poi quasi dimenticato. Ieri sera la sua memoria è stata finalmente ridestata nel cortile del palazzo in cui è nato grazie al libro del Prof. Spagnoletti (Sulle orme di Marx e Bakunin, Stilo edizioni).
Non è stata una presentazione di un libro, ma un improvviso viaggio nel tempo a cui circa centoventi persone hanno preso parte, guidato dalle parole del professore, in un silenzio assordante e spesso con gli occhi umidi. Le emozioni hanno subìto una scossa già all'inizio con le parole di Teresa De Vito, diretta discendente di Emilio che con suo fratello Nicola e lo zio Vincenzo Covelli erano gli anfitrioni della serata, insieme anche all' assessore alle Culture Lucia De Mari, che ha portato non solo il saluto dell'Amministrazione ma anche sottolineato l'indispensabilità del rendere onore alla memoria di persone che hanno reso preziosa la nostra Città.

Poi Totò Caggese, anarchico e studioso d'anarchia, ha introdotto il significato di Emilio Covelli nel movimento anarchico "moderno". Anche lui con la gioia di questo risveglio della memoria. Mario Schiralli, il nostro ex direttore della Biblioteca Comunale ha moderato la serata. Infine ha preso la parola il Prof. Spagnoletti che con le sue parole, a braccio e una dovizia impressionante di dettagli superbamente narrati ha iniziato un'abbondante mezz'ora di viaggio nello spazio e nel tempo, tra Trani, Napoli, Genova, Torino, Heidelberg, Berlino… Il nostro Emilio era un viaggiatore, aveva fame di comprendere la realtà e voleva dare la sua zampata per cambiarla. Era il periodo di Marx, Engels, Bakunin. Era il periodo in cui il mondo veniva stravolto dalle idee. Nessuno come Emilio Covelli ha compreso allora come questi pensatori fossero distanti dall'intellettuale consueto, ma unissero la teoria con la prassi, quanto fossero rivoluzionari. Come lui, del resto, che con tutte le sue forze, continuamente fiaccate dalla repressione del neonato Stato unitario, provò a far fluire queste idee rivoluzionarie in Italia. Chi era Emilio Covelli? Egli era, come scrive un anonimo giornalista di una rivista anarchica napoletana in visita al manicomio in cui lo avevano internato per l'ennesima volta: «Hanno avuto paura della sua parola, hanno avuto paura della sua intelligenza: non potendo trovare il pretesto per incatenarlo come un malfattore, lo hanno imprigionato come un pazzo. Questo pigmeo ribelle faceva tremare i giganti ortodossi: bisognava sopprimerlo. Per i signori governatori quando il socialismo non è delitto per lo meno è pazzia».
Riposa in pace Emilio Covelli.
Emilio Covelli
Emilio Covelli
Emilio Covelli
Emilio Covelli
Emilio Covelli
Emilio Covelli
Emilio Covelli
Emilio Covelli