Green pass e super green pass: che pasticci a Trani!
Riscontrata la positività al Pronto Soccorso, all'Asl non è stato mai comunicato l'esito del tampone
sabato 29 gennaio 2022
11.03
Sono oramai decine le segnalazioni che giungono alla redazione di Traniviva sui disagi per l'ottenimento green pass: chi si è infettato, è guarito ma non riesce a dimostrarlo perché non ha il primo tampone positivo o il certificato di fine malattia e così via. Lo staff del ministero della Salute è al lavoro. Ma errori, bug, falle, oltre la beffa, sono oramai all'ordine del giorno. Molte persone sono rimaste bloccate, nonostante il tampone negativo, perché il sistema di rilascio dei Green Pass in seguito a guarigione è andato in tilt.
E' quanto è successo anche a Mara, di Trani. Nelle settimane scorse Mara si reca al Pronto Soccorso di Bisceglie per accompagnare sua figlia a seguito di una frattura al ginocchio. Come da prassi, per accedere nella struttura ospedaliera, Mara viene sottoposta, congiuntamente alla figlia, a tampone a cui risulta positiva.
Dagli operatori sanitari le viene suggerito di recarsi a casa e contattare il medico di base per prescriverle il tampone di controllo da ripetere a distanza di dieci giorni. Mara esegue alla lettera quanto le viene indicato. Trascorsa la quarantena, la donna si reca all'Ufficio Igiene di Trani e si sottopone a nuovo tampone che dà esito negativo. Ma ecco la prima falla del sistema.
Nel fascicolo sanitario elettronico non risulta che Mara sia mai risultata positiva e quindi le viene rilasciato il green pass temporaneo, con durata 48 ore. Il suggerimento che le viene dato dagli operatori sanitari è quello di recarsi nuovamente al Pronto Soccorso di Bisceglie e acquisire il referto che attesti come la donna sia risultata positiva al primo tampone e quindi permetterle di sbloccare il super green pass. Recatasi al nosocomio biscegliese, a Mara viene però detto che non è responsabilità del Pronto Soccorso comunicare agli accompagnatori dei pazienti l'esito dei tamponi. Per tale ragione oggi, per veder rinnovata la validità del suo green pass, la donna ha dovuto sottoporsi alla terza dose di vaccino anti-covid.
Casi come quelli di Mara sono migliaia in tutta Italia con innumerevoli disagi e intoppi burocratici. Un'odissea per tanti cittadini lasciati spesso allo sbando per sbloccare la pratica.
E' quanto è successo anche a Mara, di Trani. Nelle settimane scorse Mara si reca al Pronto Soccorso di Bisceglie per accompagnare sua figlia a seguito di una frattura al ginocchio. Come da prassi, per accedere nella struttura ospedaliera, Mara viene sottoposta, congiuntamente alla figlia, a tampone a cui risulta positiva.
Dagli operatori sanitari le viene suggerito di recarsi a casa e contattare il medico di base per prescriverle il tampone di controllo da ripetere a distanza di dieci giorni. Mara esegue alla lettera quanto le viene indicato. Trascorsa la quarantena, la donna si reca all'Ufficio Igiene di Trani e si sottopone a nuovo tampone che dà esito negativo. Ma ecco la prima falla del sistema.
Nel fascicolo sanitario elettronico non risulta che Mara sia mai risultata positiva e quindi le viene rilasciato il green pass temporaneo, con durata 48 ore. Il suggerimento che le viene dato dagli operatori sanitari è quello di recarsi nuovamente al Pronto Soccorso di Bisceglie e acquisire il referto che attesti come la donna sia risultata positiva al primo tampone e quindi permetterle di sbloccare il super green pass. Recatasi al nosocomio biscegliese, a Mara viene però detto che non è responsabilità del Pronto Soccorso comunicare agli accompagnatori dei pazienti l'esito dei tamponi. Per tale ragione oggi, per veder rinnovata la validità del suo green pass, la donna ha dovuto sottoporsi alla terza dose di vaccino anti-covid.
Casi come quelli di Mara sono migliaia in tutta Italia con innumerevoli disagi e intoppi burocratici. Un'odissea per tanti cittadini lasciati spesso allo sbando per sbloccare la pratica.