I debiti fuori bilancio? «Azzerati»
Lo annuncia il sindaco Tarantini in conferenza stampa
giovedì 25 febbraio 2010
«Abbiamo azzerato i debiti fuori bilancio». Il sindaco di Trani, Giuseppe Tarantini, annuncia alla stampa il risanamento dei conti pubblici nel corso della conferenza stampa indetta per presentare i progetti di risistemazione di piazza Quercia e di piazza Longobardi, il dirigente della ripartizione finanziaria, Luigi Panunzio, ed il segretario generale, Luca Russo. L'argomento della piscina comunale è stato rimandato ad altre occasioni («Abbiamo chiesto all'architetto Sgobba di effettuare alcune modifiche», dice il sindaco), è così la notizia di giornata diventa la cancellazione del segno meno davanti alla cifra dei conti del Comune di Trani senza dover ricorrere alla vendita degli immobili comunali.
Magia? Il sindaco spiega: «Siamo riusciti a sanare i debiti attraverso una oculata gestione delle finanze. Una parte di questi è stata pagata per cassa, attraverso avanzi d'amministrazione ed il ricorso ad anticipazioni di tesoreria il cui fondo di cassa è stato già ricostituito, un'altra parte è stata coperta con le entrate straordinarie quali, ad esempio, i condoni Ici, la chiusura di alcuni contenziosi legali, le maggiori entrate per il conferimento dei rifiuti in discarica, la vendita del terreno dove saranno realizzati gli alloggi dei Carabinieri».
Il dirigente della ripartizione finanziaria (appena insediato) non ha potuto fornire dati certi sui conti comunali ma, nei prossimi giorni, ha garantito di essere nelle condizioni di poter certificare con i numeri quanto detto dal sindaco: «Abbiamo dimostrato di essere un'amministrazione seria e responsabile – ha detto Tarantini – gestendo con attenzione i soldi pubblici. Abbiamo tagliato sulle consulenze, sulle dirette del Consiglio comunale, sulle manifestazioni estive puntando più sulla qualità che sulla quantità. Questa politica oggi ci permette di dire di aver risolto il problema economico derivato dal riconoscimento di tutti quei debiti fuori bilancio maturati negli ultimi quindici anni dal Comune di Trani ed ascritti per lo più a spese legali».
Il risanamento dei conti pubblici non fa cambiare idea al sindaco sul futuro degli immobili comunali in disuso. «Resto dell'idea che vada venduto ciò che non frutta. Non abbiamo più l'assillo di vendere a tutti i costi le proprietà comunali, ma alcune potrebbero restare ugualmente all'asta. Ripianare i debiti non significa rinunciare a gestire in maniera intelligente i beni immobili comunali ed a farli fruttare se non rientrano nei piani e nelle strategie di rilancio dell'amministrazione».
Magia? Il sindaco spiega: «Siamo riusciti a sanare i debiti attraverso una oculata gestione delle finanze. Una parte di questi è stata pagata per cassa, attraverso avanzi d'amministrazione ed il ricorso ad anticipazioni di tesoreria il cui fondo di cassa è stato già ricostituito, un'altra parte è stata coperta con le entrate straordinarie quali, ad esempio, i condoni Ici, la chiusura di alcuni contenziosi legali, le maggiori entrate per il conferimento dei rifiuti in discarica, la vendita del terreno dove saranno realizzati gli alloggi dei Carabinieri».
Il dirigente della ripartizione finanziaria (appena insediato) non ha potuto fornire dati certi sui conti comunali ma, nei prossimi giorni, ha garantito di essere nelle condizioni di poter certificare con i numeri quanto detto dal sindaco: «Abbiamo dimostrato di essere un'amministrazione seria e responsabile – ha detto Tarantini – gestendo con attenzione i soldi pubblici. Abbiamo tagliato sulle consulenze, sulle dirette del Consiglio comunale, sulle manifestazioni estive puntando più sulla qualità che sulla quantità. Questa politica oggi ci permette di dire di aver risolto il problema economico derivato dal riconoscimento di tutti quei debiti fuori bilancio maturati negli ultimi quindici anni dal Comune di Trani ed ascritti per lo più a spese legali».
Il risanamento dei conti pubblici non fa cambiare idea al sindaco sul futuro degli immobili comunali in disuso. «Resto dell'idea che vada venduto ciò che non frutta. Non abbiamo più l'assillo di vendere a tutti i costi le proprietà comunali, ma alcune potrebbero restare ugualmente all'asta. Ripianare i debiti non significa rinunciare a gestire in maniera intelligente i beni immobili comunali ed a farli fruttare se non rientrano nei piani e nelle strategie di rilancio dell'amministrazione».