I Fidelia: una nuova band sulla scena musicale tranese
Intervista al gruppo emergente, tra ispirazioni e ambizioni
martedì 18 giugno 2024
12.29
La sera di domenica 9 giugno, nei locali di piazza Marconi 37, sede dell'associazione culturale Arsensum, il pubblico accorso ha potuto assistere all'esibizione di un gruppo che sta muovendo i suoi primi passi sulla scena musicale cittadina: i Fidelia.
La piccola sala al piano interrato era piena fino ai gradini delle scale per cui vi si accede. Le luci soffuse, di quelle adatte ad accompagnare un piacevole ascolto, rafforzavano la percezione di un'atmosfera dal sapore underground. Le canzoni sono scivolate via piacevolmente una dopo l'altra senza mai interrompere lo stretto rapporto stabilito sin dall'inizio con il pubblico presente, il quale ha dimostrato di apprezzare, e non poco, l'esibizione dal primo all' ultimo brano.
Nel repertorio messo in atto, guidato da un pop suadente e ricercato, non sono mancati sprazzi di melodie più decisamente rock; quest'ultimo, in particolare, si è poi svincolato da ogni freno nel brano "Sacred", spingendosi verso sonorità metal. Davvero entusiasmanti le performance dei brani in inglese, tanto degli inediti quanto delle cover di "Come Together" e "Seven Nation Army". In questo ha decisamente influito l'ottima padronanza della lingua inglese da parte di Delia Tota, la voce del gruppo.
Quest'ultima, oltre ad essere la cantante della band, è anche chitarra acustica ed autrice dei testi. Il resto della formazione è composto da Giovanni Lombardi alla batteria, Gianluca Cafagna al basso, Nicola Albanese e Nicola Mastronicola alle chitarre elettriche, Nicola Fragasso alla tastiera. A completare il team c'è Michele Pellegrino, inizialmente membro attivo della band ed ora indispensabile per il suo lavoro nell'home recording.
A questo punto abbiamo pensato di conoscerli più approfonditamente, ritenendo giusto offrire maggiore spazio ai nuovi talenti del nostro territorio.
Gianluca: poi un giorno conoscemmo Delia, che già componeva e suonava da sé con la sua chitarra. Noi l'abbiamo incontrata durante una festa di compleanno proprio ad Arsensum, tramite Nicola Fragasso.
Nicola M.: l'ingresso di Giovanni, alla batteria, è stato ancora più casuale! In pratica io l'avevo già incrociato precedentemente, durante una mia collaborazione con la vecchia band di cui era membro. Un giorno lo rividi per strada e così, spontaneamente, lo invitai a venirci a trovare presso Arsensum dove ci riunivamo per suonare. Da quel momento iniziò la nostra frequentazione.
Gianluca: l'ultimo ad unirsi, infine, è stato Nicola A. Venuto per sostituire Michele alla chitarra elettrica, è giunto a noi tramite Delia, di cui era già amico.
Nicola M.: Michele è rimasto, assumendo un ruolo diverso. Lui, ora, è quello che media fra tutti noi, soprattutto sotto l'aspetto tecnico.
Delia: il momento in cui possiamo dirci al completo come formazione e in cui parte la nostra avventura come gruppo musicale risale all' ottobre 2021.
Nicola A.: sì, la ricerca di sonorità nuove e singolari caratterizza molto la nostra personalità; prendi Giovanni ad esempio, il nostro batterista, lui persegue lo studio costante di strumenti e relativi suoni peculiari, per poi inserirli con tocchi leggeri e ponderati all'interno dei brani.
Delia: aggiungerei anche che ogni canzone del gruppo vuole essere un racconto, un momento di vita trasformato in note.
Gianluca: io sono cresciuto musicalmente attraverso l'universo Grunge, con i "Nirvana" in testa naturalmente.
Giovanni: i miei riferimenti sono stati soprattutto gruppi, più che singoli; se dovessi fare solo qualche nome, direi "Marlene Kuntz" e "Genesis".
Nicola F.: cantautorato italiano, nel cui contesto spiccano i Pooh, un gruppo che ha contribuito in modo importante allo sviluppo del pop rock italiano; però aggiungerei anche band non italiane come "Pink Floyd" e "U2".
Nicola M.: la mia anima musicale è hard rock con una predilezione per l'hard rock melodico; "The Scorpions", "Bon Jovi", "Foo Fighters" sono alcuni degni rappresentanti di questo genere. Il punto più alto, nel complesso, è stato però raggiunto dai "Dream Theatre"!
Nicola A.: oltre a gruppi come i "Muse" o i "Queen" ho una particolare passione per le colonne sonore cinematografiche. Poi la mia attenzione è stata anche catturata, in modo particolare, dalla one-man band Indie rock "Low Roar" .
Nicola A.: Concordo pienamente. In questo pezzo c'è un po' di tutto quello che noi siamo, una parte essenziale di ognuno delle nostre peculiari sensibilità musicali.
Nicola M.: si spera di mantenere, in media, la pubblicazione di un brano ogni mese.
Nicola A.: assolutamente vero! A noi piace suonare per la gente; quindi ci auguriamo tanto di avere più occasioni in cui esibirci in pubblico!
Gianluca: Sì, decisamente d'accordo. Io, per esempio, ricordo una situazione decisamente più vivace una quindicina d'anni fa. Bisogna trovare un modo per stimolare i talenti locali a rischiare, spingendoli a fare e a condividere la propria di musica.
La piccola sala al piano interrato era piena fino ai gradini delle scale per cui vi si accede. Le luci soffuse, di quelle adatte ad accompagnare un piacevole ascolto, rafforzavano la percezione di un'atmosfera dal sapore underground. Le canzoni sono scivolate via piacevolmente una dopo l'altra senza mai interrompere lo stretto rapporto stabilito sin dall'inizio con il pubblico presente, il quale ha dimostrato di apprezzare, e non poco, l'esibizione dal primo all' ultimo brano.
Nel repertorio messo in atto, guidato da un pop suadente e ricercato, non sono mancati sprazzi di melodie più decisamente rock; quest'ultimo, in particolare, si è poi svincolato da ogni freno nel brano "Sacred", spingendosi verso sonorità metal. Davvero entusiasmanti le performance dei brani in inglese, tanto degli inediti quanto delle cover di "Come Together" e "Seven Nation Army". In questo ha decisamente influito l'ottima padronanza della lingua inglese da parte di Delia Tota, la voce del gruppo.
Quest'ultima, oltre ad essere la cantante della band, è anche chitarra acustica ed autrice dei testi. Il resto della formazione è composto da Giovanni Lombardi alla batteria, Gianluca Cafagna al basso, Nicola Albanese e Nicola Mastronicola alle chitarre elettriche, Nicola Fragasso alla tastiera. A completare il team c'è Michele Pellegrino, inizialmente membro attivo della band ed ora indispensabile per il suo lavoro nell'home recording.
A questo punto abbiamo pensato di conoscerli più approfonditamente, ritenendo giusto offrire maggiore spazio ai nuovi talenti del nostro territorio.
- Come vi siete conosciuti?
Gianluca: poi un giorno conoscemmo Delia, che già componeva e suonava da sé con la sua chitarra. Noi l'abbiamo incontrata durante una festa di compleanno proprio ad Arsensum, tramite Nicola Fragasso.
Nicola M.: l'ingresso di Giovanni, alla batteria, è stato ancora più casuale! In pratica io l'avevo già incrociato precedentemente, durante una mia collaborazione con la vecchia band di cui era membro. Un giorno lo rividi per strada e così, spontaneamente, lo invitai a venirci a trovare presso Arsensum dove ci riunivamo per suonare. Da quel momento iniziò la nostra frequentazione.
Gianluca: l'ultimo ad unirsi, infine, è stato Nicola A. Venuto per sostituire Michele alla chitarra elettrica, è giunto a noi tramite Delia, di cui era già amico.
Nicola M.: Michele è rimasto, assumendo un ruolo diverso. Lui, ora, è quello che media fra tutti noi, soprattutto sotto l'aspetto tecnico.
- Parlando di tempi, a quando risale, quindi, l'inizio del vostro percorso con la formazione attuale al completo?
Delia: il momento in cui possiamo dirci al completo come formazione e in cui parte la nostra avventura come gruppo musicale risale all' ottobre 2021.
- Se doveste tracciare un profilo del genere di musica che fate, come lo definireste?
Nicola A.: sì, la ricerca di sonorità nuove e singolari caratterizza molto la nostra personalità; prendi Giovanni ad esempio, il nostro batterista, lui persegue lo studio costante di strumenti e relativi suoni peculiari, per poi inserirli con tocchi leggeri e ponderati all'interno dei brani.
Delia: aggiungerei anche che ogni canzone del gruppo vuole essere un racconto, un momento di vita trasformato in note.
- Quali sono le principali influenze musicali che hanno forgiato le sonorità dei FIDELIA?
Gianluca: io sono cresciuto musicalmente attraverso l'universo Grunge, con i "Nirvana" in testa naturalmente.
Giovanni: i miei riferimenti sono stati soprattutto gruppi, più che singoli; se dovessi fare solo qualche nome, direi "Marlene Kuntz" e "Genesis".
Nicola F.: cantautorato italiano, nel cui contesto spiccano i Pooh, un gruppo che ha contribuito in modo importante allo sviluppo del pop rock italiano; però aggiungerei anche band non italiane come "Pink Floyd" e "U2".
Nicola M.: la mia anima musicale è hard rock con una predilezione per l'hard rock melodico; "The Scorpions", "Bon Jovi", "Foo Fighters" sono alcuni degni rappresentanti di questo genere. Il punto più alto, nel complesso, è stato però raggiunto dai "Dream Theatre"!
Nicola A.: oltre a gruppi come i "Muse" o i "Queen" ho una particolare passione per le colonne sonore cinematografiche. Poi la mia attenzione è stata anche catturata, in modo particolare, dalla one-man band Indie rock "Low Roar" .
- Quale, tra i brani finora suonati, può considerarsi quello che più vi rappresenta nel complesso? Quale quello che può definirsi come la migliore sintesi delle diverse anime che compongono il gruppo?
Nicola A.: Concordo pienamente. In questo pezzo c'è un po' di tutto quello che noi siamo, una parte essenziale di ognuno delle nostre peculiari sensibilità musicali.
- Se invece vi chiedessi in quale brano, a vostro giudizio, avete toccato l'apice da un punto di tecnico, di qualità complessiva…?
- Avete progetti nell' immediato?
Nicola M.: si spera di mantenere, in media, la pubblicazione di un brano ogni mese.
- Qualcos'altro?
Nicola A.: assolutamente vero! A noi piace suonare per la gente; quindi ci auguriamo tanto di avere più occasioni in cui esibirci in pubblico!
- Per chiudere l'intervista, cosa pensate dell'attuale scena musicale tranese?
Gianluca: Sì, decisamente d'accordo. Io, per esempio, ricordo una situazione decisamente più vivace una quindicina d'anni fa. Bisogna trovare un modo per stimolare i talenti locali a rischiare, spingendoli a fare e a condividere la propria di musica.