Idapro, chiuse le indagini: 68 indagati
Bufera sullo stabilimento di Trani dove sono trattati sottoprodotti animali. Scoperto un giro illecito d'affari per oltre 3 milioni di euro
mercoledì 18 aprile 2012
10.57
Si è tenuta in mattinata una conferenza stampa indetta dal Corpo forestale di Bari sulla I.da.pro, lo stabilimento di Trani dove si svolgono attività di raccolta, trasporto e trasformazione di sottoprodotti di origine animale sequestrato dagli agenti forestali il 4 ottobre del 2010 per presunte irregolarità amministrative e nelle autorizzazioni, oltre che per una ipotizzata emergenza sanitaria e ambientale. A distanza di un anno e mezzo si sono concluse le indagini: sono ben 68 gli indagati, a vario titolo.
Nell'ottobre del 2010 gli uomini del Comando stazione forestale di Ruvo apponevano i sigilli allo stabilimento di Trani della società I.da.pro. Il provvedimento cautelare era stato disposto dal procuratore della Repubblica di Trani, Carlo Maria Capristo, a seguito di una lunga e assai complessa attività d'indagine condotta dai Forestali di Ruvo, coadiuvati dal nucleo investigativo forestale di Lecce, con il coordinamento del Comando provinciale di Bari, e diretta dal sostituto procuratore della Repubblica di Trani, Antonio Savasta, in esito alla quale si giunse ad accertare che all'interno della stabilimento tranese si operavano, in assenza delle autorizzazioni ambientali di rito, processi di trasformazione di sottoprodotti di origine animale, per la produzione ed il commercio di farine di carne e ossa (ciccioli) e grassi colati per lo più utilizzati come materie prime per la formulazione di fertilizzanti e dei mangimi. In pratica era risultata illecita tutta la fase di gestione dei sottoprodotti di origine animale di categoria 1, quali rifiuti speciali non pericolosi ad alto rischio infettivo, in quanto la loro trasformazione avveniva in apposito impianto operante solo in forza di autorizzazione di carattere igienico sanitario ma senza l'autorizzazione abilitativa in materia ambientale. All'interno dell'azienda veniva inoltre accertata l'illecita conduzione di attività di recupero di oli vegetali esausti a causa della mancanza di un impianto all'uopo dedicato.
Ulteriore criticità era legata all'originarsi dagli impianti di trasformazione I.da.pro. di emissioni maleodoranti continue causate dall'attività di lavorazione dei sottoprodotti che spesso invadono la città di Trani e le località circostanti arrecando disagi alla comunità. Tutte queste criticità condussero al sequestro preventivo degli impianti dell'azienda la cui gestione fu affidata in amministrazione giudiziaria alla competente Asl Bat di Andria al fine di tutelare la salute pubblica e degli animali e per garantire che l'attività di raccolta, trasporto e trasformazione dei soa continuasse a svolgersi al fine di scongiurare eventuali rischi ambientali e sanitari derivante dall'accumulo incontrollato di tale materiale.
Le relative lunghe e complesse indagini, durate circa tre anni, coordinate dal pm Antonio Savasta, sono state condotte dal personale del Comando stazione di Ruvo di Puglia del Corpo forestale dello Stato, coadiuvato da altro personale del Comando provinciale di Lecce, tramite intercettazioni telefoniche, videoriprese, pedinamenti e acquisizioni documentali, ed hanno avuto epilogo, con la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari, nei confronti di ben 68 indagati.
Le indagini hanno svelato l'operato di un'organizzazione, diretta dagli amministratori, soci e dipendenti della I.da.pro. e della Fratelli Cavaliere srl (entrambe di Andria, aziende leader nel Sud Italia per la raccolta, trasformazione dei sottoprodotti di origine animale e successiva commercializzazione delle materie prime derivanti) con un conseguente giro d'affari interamente illecito pari a 3.300.000 euro da maggio ad ottobre del 2009. L'ipotesi di reato contestata è quella di associazione per delinquere finalizzata al compimento di diversi reati che vanno dall'attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, al falso ideologico, alla frode in commercio, alla truffa aggravata, all'emissione di fatture a fronte di operazioni inesistenti sino alla dichiarazione fraudolenta mediante l'uso di fatture per operazioni inesistenti a carico di numerosi veterinari ufficiali in servizio presso vari macelli che, reiteratamente, hanno permesso l'innesco delle condotte illecite accertate.
Nell'ottobre del 2010 gli uomini del Comando stazione forestale di Ruvo apponevano i sigilli allo stabilimento di Trani della società I.da.pro. Il provvedimento cautelare era stato disposto dal procuratore della Repubblica di Trani, Carlo Maria Capristo, a seguito di una lunga e assai complessa attività d'indagine condotta dai Forestali di Ruvo, coadiuvati dal nucleo investigativo forestale di Lecce, con il coordinamento del Comando provinciale di Bari, e diretta dal sostituto procuratore della Repubblica di Trani, Antonio Savasta, in esito alla quale si giunse ad accertare che all'interno della stabilimento tranese si operavano, in assenza delle autorizzazioni ambientali di rito, processi di trasformazione di sottoprodotti di origine animale, per la produzione ed il commercio di farine di carne e ossa (ciccioli) e grassi colati per lo più utilizzati come materie prime per la formulazione di fertilizzanti e dei mangimi. In pratica era risultata illecita tutta la fase di gestione dei sottoprodotti di origine animale di categoria 1, quali rifiuti speciali non pericolosi ad alto rischio infettivo, in quanto la loro trasformazione avveniva in apposito impianto operante solo in forza di autorizzazione di carattere igienico sanitario ma senza l'autorizzazione abilitativa in materia ambientale. All'interno dell'azienda veniva inoltre accertata l'illecita conduzione di attività di recupero di oli vegetali esausti a causa della mancanza di un impianto all'uopo dedicato.
Ulteriore criticità era legata all'originarsi dagli impianti di trasformazione I.da.pro. di emissioni maleodoranti continue causate dall'attività di lavorazione dei sottoprodotti che spesso invadono la città di Trani e le località circostanti arrecando disagi alla comunità. Tutte queste criticità condussero al sequestro preventivo degli impianti dell'azienda la cui gestione fu affidata in amministrazione giudiziaria alla competente Asl Bat di Andria al fine di tutelare la salute pubblica e degli animali e per garantire che l'attività di raccolta, trasporto e trasformazione dei soa continuasse a svolgersi al fine di scongiurare eventuali rischi ambientali e sanitari derivante dall'accumulo incontrollato di tale materiale.
Le relative lunghe e complesse indagini, durate circa tre anni, coordinate dal pm Antonio Savasta, sono state condotte dal personale del Comando stazione di Ruvo di Puglia del Corpo forestale dello Stato, coadiuvato da altro personale del Comando provinciale di Lecce, tramite intercettazioni telefoniche, videoriprese, pedinamenti e acquisizioni documentali, ed hanno avuto epilogo, con la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari, nei confronti di ben 68 indagati.
Le indagini hanno svelato l'operato di un'organizzazione, diretta dagli amministratori, soci e dipendenti della I.da.pro. e della Fratelli Cavaliere srl (entrambe di Andria, aziende leader nel Sud Italia per la raccolta, trasformazione dei sottoprodotti di origine animale e successiva commercializzazione delle materie prime derivanti) con un conseguente giro d'affari interamente illecito pari a 3.300.000 euro da maggio ad ottobre del 2009. L'ipotesi di reato contestata è quella di associazione per delinquere finalizzata al compimento di diversi reati che vanno dall'attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, al falso ideologico, alla frode in commercio, alla truffa aggravata, all'emissione di fatture a fronte di operazioni inesistenti sino alla dichiarazione fraudolenta mediante l'uso di fatture per operazioni inesistenti a carico di numerosi veterinari ufficiali in servizio presso vari macelli che, reiteratamente, hanno permesso l'innesco delle condotte illecite accertate.
Immagine di repertorio.