Il Consiglio di Trani dice sì all’impianto di compostaggio

Dovrà essere progettato e gestito dal Comune. Non mancano i dubbi. Scettici Franco Laurora, Santorsola e De Laurentis

lunedì 13 maggio 2013 20.12
A cura di Biagio Fanelli
Il Consiglio comunale approva l'atto di indirizzo con cui si dà il consenso del Comune di Trani alla localizzazione sul proprio territorio di un impianto di trattamento e valorizzazione della frazione organica dei rifiuti da porre al servizio del Comune di Trani e degli altri Comuni limitrofi (20 favorevoli, 2 astenuti e 11 assenti). Contestualmente viene dato mandato al sindaco di chiedere in Regione la concessione di un adeguato finanziamento che consenta la realizzazione dell'impianto di compostaggio. Con un emendamento è stato stabilito che l'impianto dovrà essere progettato e gestito dal Comune di Trani o da società partecipate.

L'area individuata è attigua alla discarica comunale gestita dall'Amiu, la localizzazione quindi non determinerebbe ulteriore movimentazione di trasporto di rifiuti sia nella fase di ricezione che in quella di smaltimento. L'assessore all'urbanistica, Giuseppe De Simone, ha spiegato che l'eventuale attivazione dell'impianto di compostaggio, unitamente ad altre azioni pianificate dal Comune, può contribuire decisamente ad incrementare da subito la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti in conformità con le vigenti disposizioni di legge, tenuto anche conto che la frazione organica costituisce circa il 50% della quantità complessiva di rifiuti prodotti.

Il provvedimento ha trovato la condivisione delle forze politiche di opposizione anche se non sono mancate alcune perplessità. Franco Laurora teme una sorta di ricicleria bis: «Attenzione a non costruire una ennesima Cattedrale nel deserto e pensiamo concretamente ad iniziare la raccolta differenziata porta a porta». Mimmo De Laurentis ha espresso interrogativi sulla progettualità che il Comune intende adottare: «Come andrebbe gestito l'impianto? E con quali risorse?». Santorsola (unico astenuto con Ferrante) ha fatto una considerazione più ampia: «Così rischiamo di cancellare la vocazione turistica del territorio. Sarebbe il caso di chiedere ai cittadini cosa ne pensano in proposito»