Il giornalista pugliese Marco Ferrante porta alle Vecchie Segherie di Bisceglie il suo “Ritorno in Puglia”
Appuntamento questo mercoledì 10 aprile
lunedì 8 aprile 2024
14.43
Giornalista e scrittore, attualmente in Mediaset come vicedirettore di Videonews, Marco Ferrante ha la Puglia nel sangue e fra le parole. La terra che gli ha dato i natali è al centro del suo ultimo libro "Ritorno in Puglia" (Bompiani) che l'aurore presenterà alle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie mercoledì 10 aprile alle ore 19, moderato da Ida Vinella.
Con una scrittura morbida ma estremamente precisa, Marco Ferrante scrive un romanzo sugli slanci e le contraddizioni di una borghesia che si dichiara progressista ma che è animata dai moventi più inconfessabili e sulle illusioni che possono sostenerci per una vita intera oppure farci imboccare la strada sbagliata.
Nel libro, il protagonista Bernardo Bleve è raccontato nel suo complesso rapporto con la terra di Puglia, con la sua famiglia – la moglie Elena, i figli Gelasio, che lavora a Londra nel mondo dell'alta finanza, Francesca e il giovane Pietro – e con l'azienda agricola che ha ereditato e che ha trasformato in una prospera impresa industriale di bevande. Tutti legami nei quali si mescolano idealismo e vanità, ipocrisia e desiderio di operare per un riscatto.
Alla fine degli anni novanta, sembrava urgente e diffuso il bisogno da parte di una certa società di riparare con il proprio impegno a un'immensa disgrazia (l'affondamento di una motovedetta carica di profughi da parte di una nave da guerra italiana nelle acque di fronte a Brindisi). Così, Bernardo accoglie una famiglia di albanesi: sospesi tra un passato lasciato al di là del mare e il futuro che si apre in Italia per i loro figli, queste persone portano con loro energie nuove ma al tempo stesso spezzano l'antico equilibrio.
In questo ultimo lavoro, Ferrante dà vita a una storia che si legge come una avvincente saga familiare ma ha la densità di una tragedia. Tutti in questo romanzo devono pressoché fare i conti con il tema della colpa, nell'idea che "non sappiamo mai veramente quanto male abbiamo fatto agli altri", anche quando mossi dalle migliori intenzioni.
Con una scrittura morbida ma estremamente precisa, Marco Ferrante scrive un romanzo sugli slanci e le contraddizioni di una borghesia che si dichiara progressista ma che è animata dai moventi più inconfessabili e sulle illusioni che possono sostenerci per una vita intera oppure farci imboccare la strada sbagliata.
Nel libro, il protagonista Bernardo Bleve è raccontato nel suo complesso rapporto con la terra di Puglia, con la sua famiglia – la moglie Elena, i figli Gelasio, che lavora a Londra nel mondo dell'alta finanza, Francesca e il giovane Pietro – e con l'azienda agricola che ha ereditato e che ha trasformato in una prospera impresa industriale di bevande. Tutti legami nei quali si mescolano idealismo e vanità, ipocrisia e desiderio di operare per un riscatto.
Alla fine degli anni novanta, sembrava urgente e diffuso il bisogno da parte di una certa società di riparare con il proprio impegno a un'immensa disgrazia (l'affondamento di una motovedetta carica di profughi da parte di una nave da guerra italiana nelle acque di fronte a Brindisi). Così, Bernardo accoglie una famiglia di albanesi: sospesi tra un passato lasciato al di là del mare e il futuro che si apre in Italia per i loro figli, queste persone portano con loro energie nuove ma al tempo stesso spezzano l'antico equilibrio.
In questo ultimo lavoro, Ferrante dà vita a una storia che si legge come una avvincente saga familiare ma ha la densità di una tragedia. Tutti in questo romanzo devono pressoché fare i conti con il tema della colpa, nell'idea che "non sappiamo mai veramente quanto male abbiamo fatto agli altri", anche quando mossi dalle migliori intenzioni.