Il mare negato: intervento di Legambiente

«Trani presenta diversi chilometri di costa inaccessibile...»

lunedì 4 luglio 2005
« Trani presenta diversi chilometri di costa inaccessibile. La fascia costiera a nord e' stata, nei tempi passati, invasa dagli scarti della lavorazione delle segherie. Recentemente e' diventata inaccessibile, sempre con maggiore drammaticita', la costa a sud a causa degli sbarramenti dei privati.

Il circolo di Trani della legambiente ha inviato all'Assessore Regionale al Demanio, dott. Guglielmo Minervini e al Sindaco di Trani, una vibrata segnalazione con la quale si evidenzia la non fruibilità della costa tranese. Infatti, come ogni anno la stagione estiva fa emergere la sconvolgente situazione connessa alla fruibilità della costa tranese. Quest'anno le condizioni di accesso al mare sono notevolmente peggiorate rispetto alla stagione precedente al punto da ipotizzare che qualora lo stato degli accessi alle spiagge non dovesse migliorare, la città di Trani sarà proposta per il prossimo anno quale candidata alla "BANDIERA NERA", nella annuale graduatoria che la Legambiente redige per segnalare le situazioni di maggiore degrado.

Quest'anno i numerosi cantieri che segnano la fascia costiera hanno reso la situazione ben peggiore dell'anno precedente. Trani, inoltre, ha da molti anni il triste primato pugliese di percentuale di costa inaccessibile e, quindi non fruibile per la balneazione, calcolata in funzione dei circa sedici chilometri di costa totale. A nord vi sono quattro chilometri deturpati dagli apporti illegali dei resti della lavorazione della pietra, che per decenni, hanno riversato le segherie poste lungo la costa. A sud vi sono circa tre chilometri di ‘mare negato', ossia riservato ai pochi fortunati che in estate abitano le ville concentrate nella fascia costiera racchiusa tra la linea di spiaggia e la Statale 16. Quest'anno, inoltre, non è possibile accedere neanche attraverso il parcheggio pubblico ubicato in località Matinelle, chiuso perché è stato cantierizzato il corrispondente tratto di costa. Ne deriva una reale e scandalosa inaccessibilità della costa.

Trani è uno dei pochi comuni pugliesi ad essersi dotato del ‘Piano della Costa' . Se da un lato ciò rappresenta un provvidenziale ed opportuno strumento pianificatorio, dall'altro rappresenta una aleatoria quanto utopistica realizzazione d'intenti. Il recupero e la bonifica della costa a Nord appare sempre più una chimera; la destinazione a ‘spiaggia libera' della costa a Sud appare sempre più un sogno che si concretizza in un incubo ogni qual volta i bagnanti vi cercano di accedervi.

Trani, nel Piano della Costa, presenta il limite massimo del quaranta per cento di concessioni sulla lunghezza totale. Dette concessioni si concentrano soprattutto nella fascia urbanizzata del Lungomare Cristoforo Colombo. Ne deriva che per poter andare al mare si deve necessariamente pagare per un servizio inadeguato in un contesto ambientale orrendo, sempre più costituito da propaggini artificiali e piazzole formate da blocchi di pietra e da cemento armato. Non vi sono camminamenti paralleli alla costa e spesso le recinzioni che delimitano i lidi ed i ristoranti entrano ben dentro il mare.

La legambiente ha più volte denunciato questo triste situazione in cui versa la costa tranese. La chiusura degli accessi con la dicitura ‘strada privata' appare sempre più paradossale ed illegittima non potendo essere, sicuramente, associata al ‘mare', che essendo di tutti, deve essere fruibile dall'intera collettività. A ciò si aggiunga che alcune strade che conducono dalla Statale 16 al mare, pur dotate di una toponomastica che lascia intuire la ‘destinazione pubblica', siano state, comunque, sbarrate con cancelli.

Stante detta situazione, il Circolo di Trani della Legambiente, chiede:

1. Che con ordinanza sindacale venga imposto e garantito, nel periodo estivo, il pubblico accesso pedonale attraverso dette vie;

2. Che si individuino dei fondi a ridosso della S.S. 16 da adibire a parcheggio;

3. Che non si affidino in concessione nuovi tratti di costa a privati per non compromettere ulteriormente la fruibilità della costa;

4. Che si accerti se le vie di accesso già citate possano essere ‘legalmente' precluse alla pubblica utilità,

5. Che si nomini una apposita commissione che possa accertare, inoltre, che non siano nuovamente e ‘clandestinamente' ripresi gli scarichi a mare degli scarti di lavorazione del marmo (zona ex macello ).

6. Che, stante la situazione d'emergenza, una parte del parcheggio sito in zona Matinelle, possa essere riaperto con possibilità di accesso lungo il viottolo che corre sulla falesia, così come previsto dal Piano della Costa.»

Enzo Cassanelli
Circolo di Trani di Legambiente