Il Natale del Polo Museale: una piccola "Follia d’Amore"
L’albero e il presepe con le statue del “Don Uva di Bisceglie” si accenderanno in piazza Duomo l'8 dicembre
lunedì 7 dicembre 2020
14.39
Non è un Natale qualunque. I musei sono chiusi e per le strade non sarà possibile scambiarsi abbracci e auguri sotto le luminarie perché il nostro affetto non diventi veicolo di contagio di un nemico che ormai da quasi un anno impedisce il consueto corso delle nostre vite.
Per questo la Fondazione Seca e Opera Don Uva - Universo Salute hanno pensato di poggiare sul respiro della piazza abitata dal mare e dalla bellezza pura della sua Cattedrale il dono ai cittadini di un senso del Natale più speciale del solito.
Un albero alto otto metri con i nastri rossi e ventimila lucine led, a sottolineare coi colori l'appartenenza a un paese in ginocchio, in questo momento, ma che non smette di arrendersi; una capanna in legno, che può esser grotta di pastori ma anche casa di pescatori, con le corde delle barche e delle reti intrise di salsedine; e le statue di gesso e resina a grandezza naturale, le stesse che abitavano il presepe della Casa della Divina Provvidenza e che venivano accarezzate da quei ricoverati speciali che il venerabile don Pasquale Uva aveva raccolto dai pochi ospedali psichiatrici del Sud per dar loro dignità e umanità.
Già, quelli che si son sempre chiamati matti, ma per don Pasquale Uva erano "gli agitati". Quelle statue hanno il tocco della sofferenza e perché no, della follia. "Un presepe antico e un albero che nella sua essenzialità moderna ci piace immaginare come un faro che illumina il futuro", ci dice Graziano Urbano, direttore del Polo Museale.
"Non solo per un sentire profondo il Natale della nostra squadra, con il cavalier Pagano e l'Opera don Uva, ma anche per la visibilità ormai internazionale raggiunta, abbiamo sentito il dovere di esserci, pur costretti a rinunciare agli eventi ormai da noi tradizionalmente previsti per allietare il periodo natalizio, tra concerti e iniziative destinate a grandi e piccoli. Abbiamo cercato un modo per aprire le porte chiuse di un Museo in un allestimento speciale e farne dono ai cittadini in un modo compatibile con le regole che il momento richiede".
Non si potrà posare le nostre mani sulla traccia indelebile impressa da quelle carezze del passato per motivi sanitari. Ma se le suore ancelle della Divina Provvidenza hanno deciso di dare in prestito le statue è perché non solo i tranesi che potranno accostarvisi ma quanta più gente possibile possa ammirarle attraverso immagini e video.
E se non sarà follia sarà magia, perché una delle cattedrali più belle del mondo, quasi la coda della cometa che cade in riva al mare, quel presepe e la storia che porta con sé, avranno decine di migliaia di occhi, forse ancor di più, che se ne potranno emozionare.
E ricevere quel che dal Natale - che ci si creda o no - si sogna un po' tutti: serenità e amore.
Per questo la Fondazione Seca e Opera Don Uva - Universo Salute hanno pensato di poggiare sul respiro della piazza abitata dal mare e dalla bellezza pura della sua Cattedrale il dono ai cittadini di un senso del Natale più speciale del solito.
Un albero alto otto metri con i nastri rossi e ventimila lucine led, a sottolineare coi colori l'appartenenza a un paese in ginocchio, in questo momento, ma che non smette di arrendersi; una capanna in legno, che può esser grotta di pastori ma anche casa di pescatori, con le corde delle barche e delle reti intrise di salsedine; e le statue di gesso e resina a grandezza naturale, le stesse che abitavano il presepe della Casa della Divina Provvidenza e che venivano accarezzate da quei ricoverati speciali che il venerabile don Pasquale Uva aveva raccolto dai pochi ospedali psichiatrici del Sud per dar loro dignità e umanità.
Già, quelli che si son sempre chiamati matti, ma per don Pasquale Uva erano "gli agitati". Quelle statue hanno il tocco della sofferenza e perché no, della follia. "Un presepe antico e un albero che nella sua essenzialità moderna ci piace immaginare come un faro che illumina il futuro", ci dice Graziano Urbano, direttore del Polo Museale.
"Non solo per un sentire profondo il Natale della nostra squadra, con il cavalier Pagano e l'Opera don Uva, ma anche per la visibilità ormai internazionale raggiunta, abbiamo sentito il dovere di esserci, pur costretti a rinunciare agli eventi ormai da noi tradizionalmente previsti per allietare il periodo natalizio, tra concerti e iniziative destinate a grandi e piccoli. Abbiamo cercato un modo per aprire le porte chiuse di un Museo in un allestimento speciale e farne dono ai cittadini in un modo compatibile con le regole che il momento richiede".
Non si potrà posare le nostre mani sulla traccia indelebile impressa da quelle carezze del passato per motivi sanitari. Ma se le suore ancelle della Divina Provvidenza hanno deciso di dare in prestito le statue è perché non solo i tranesi che potranno accostarvisi ma quanta più gente possibile possa ammirarle attraverso immagini e video.
E se non sarà follia sarà magia, perché una delle cattedrali più belle del mondo, quasi la coda della cometa che cade in riva al mare, quel presepe e la storia che porta con sé, avranno decine di migliaia di occhi, forse ancor di più, che se ne potranno emozionare.
E ricevere quel che dal Natale - che ci si creda o no - si sogna un po' tutti: serenità e amore.