Il Tribunale "macello": una situazione da risolvere
Tante le segnalazioni da parte del personale e addetti ai lavori
mercoledì 21 agosto 2019
8.57
Continuano le segnalazioni del personale e degli addetti ai lavori. Qualche settimana fa abbiamo avuto modo di verificare personalmente la situazione: il Tribunale di Trani, tanto osannato dagli amanti della tradizione del diritto locale, tanto "difeso" anche materialmente dai politici, tanto da barattarlo con Palazzo Carcano pur di renderlo "intoccabile", come luogo di lavoro effettivo è un posto invivibile. Gente accalcata nei corridoi, interrogatori e testimonianze realizzate e messe a verbale sulle scrivanie degli uscieri. Ammucchiate inenarrabili e fantozziane (o "sifferdiane", a seconda del punto di vista).
Mi è capitato di assistere (evviva la privacy) ad una zuffa verbale tra avvocati e propri clienti che si concludeva con la roboante e minacciosa frase, anche se scontata in fin dei conti: " E allora ci vediamo dal giudiceee!" - credo si tentasse una ricomposizione al volo,- rigorosamente tra corridoio, scartoffie e scrivania (sempre del messo), con pulviscolo e sputazze di quelli che urlavano, illuminati da un sole spietato e "trapanante" dalle vetrate attigue,- andata poi male.
File interminabili di avvocati e clienti, con cancellieri che passano fra le forche caudine delle panze prominenti degli avvocati stessi, al grido di un disperato: "Permessooo"! Un carnaio umano degno d'una spiaggia riminese a Ferragosto, un "macello" di umanità dolente (a due passi dall'ex Macello dove una volta si fantasticavano Cittadelle delle Giustizia, comprendendo sempre l'area dell'eterno rudere dell' ex distilleria Angelini, grande incompiuta sulla quale nemmeno un consigliere, un supporter dell'ultima ora o della prima ora, uno zelante giornalista, un cane, in cancelliere urlante, un avvocato panzuto o Stecco in stile Bottaro, dica nulla o scriva un post o eserciti un proclama, un mezzo annuncio, una sveltina mentale o verbale). La distilleria Angelini rimane un rudere. Il Tribunale di Trani scoppia ed è un luogo di caos, nel quale mi chiedo come faccia il personale addetto a svolgere il proprio lavoro.
Mi è capitato di assistere (evviva la privacy) ad una zuffa verbale tra avvocati e propri clienti che si concludeva con la roboante e minacciosa frase, anche se scontata in fin dei conti: " E allora ci vediamo dal giudiceee!" - credo si tentasse una ricomposizione al volo,- rigorosamente tra corridoio, scartoffie e scrivania (sempre del messo), con pulviscolo e sputazze di quelli che urlavano, illuminati da un sole spietato e "trapanante" dalle vetrate attigue,- andata poi male.
File interminabili di avvocati e clienti, con cancellieri che passano fra le forche caudine delle panze prominenti degli avvocati stessi, al grido di un disperato: "Permessooo"! Un carnaio umano degno d'una spiaggia riminese a Ferragosto, un "macello" di umanità dolente (a due passi dall'ex Macello dove una volta si fantasticavano Cittadelle delle Giustizia, comprendendo sempre l'area dell'eterno rudere dell' ex distilleria Angelini, grande incompiuta sulla quale nemmeno un consigliere, un supporter dell'ultima ora o della prima ora, uno zelante giornalista, un cane, in cancelliere urlante, un avvocato panzuto o Stecco in stile Bottaro, dica nulla o scriva un post o eserciti un proclama, un mezzo annuncio, una sveltina mentale o verbale). La distilleria Angelini rimane un rudere. Il Tribunale di Trani scoppia ed è un luogo di caos, nel quale mi chiedo come faccia il personale addetto a svolgere il proprio lavoro.