Inchiesta Raffaele Casale, la famiglia si oppone all'archiviazione

Papà Felice: «Oggi si ricomincia daccapo, chi darà giustizia a mio figlio?»

lunedì 31 ottobre 2022 10.00
A cura di Alessandra Vacca
Il Pubblico Ministero, la dottoressa Roberta Moramarco, sostituto procuratore presso il Tribunale di Trani, ha avanzato una richiesta di archiviazione per il procedimento penale, che attualmente vede indagata un'unica persona, per la morte dello chef Raffaele Casale, avvenuta il 16 agosto 2017 a seguito di un incidente stradale in via Martiri di Palermo.

Si tratta della terza proposta di archiviazione avanzata dal Pm nel corso di questi lunghi cinque anni: la prima nel 2018 e accolta nel 2019, la seconda nel 2021 ma rigettata a dicembre dello stesso anno. «Per noi sarebbe il quarto funerale di mio figlio» - commenta sconsolato papà Felice. «Ad oggi si ricomincia daccapo. Chi darà giustizia a mio figlio?».

Cinque anni sono passati da quella terribile notte quando il 28enne perse il controllo della moto finendo contro un palo della luce. Raffaele Casale era chef del ristorante Le Lampare di Trani ed era stato allievo del famoso Antonino Cannavacciuolo.

Pochi giorni dopo la morte di Raffaele il pm della Procura di Trani, Donato Alessandro Pesce, dispose una perizia affinché fosse accertata la dinamica dello schianto. Dalle valutazioni fatte dall'ingegnere incaricato, sia sulla base delle tracce rimaste sull'asfalto che dei rilievi fotografici eseguiti dalla polizia dopo l'incidente, non emersero nuovi elementi rispetto a quanto non fosse stato già menzionato nei verbali redatti dal Commissariato di Polizia.

Secondo papà Felice, però, a contribuire allo sbandamento del mezzo sarebbero state le precarie condizioni di quel tratto di strada caratterizzato da scarsa illuminazione e asfalto ricoperto da aghi di pino e sabbia. A ciò si aggiunsero le testimonianze discordanti dei testimoni.

La svolta sull'inchiesta giudiziaria avvenne il 28 dicembre scorso quando il Giudice per le indagini preliminari decise di riaprire le indagini, rigettando la richiesta di archiviazione (la seconda) presentata dal Pubblico Ministero. In particolare, il pm Lucia Anna Altamura, esaminati gli atti del procedimento penale, richiese nuove perizie sulla moto guidata dalla vittima la sera del tragico incidente e sull'auto della donna, unica indagata, presente la notte dell'incidente. In quella occasione la richiesta di archiviazione fu rigettata ritenendo che "dalle dichiarazioni acquisite da coloro che erano stati escussi in fase di indagini, rilevavano aspetti specifici afferenti contraddizioni ed incoerenze nella rappresentazione dei fatti antecedenti al sinistro mortale e riguardanti anche la dinamica dello stesso, quanto all'ordine della marcia delle auto del sinistro ed anche alla velocità tenuta dal Casale a bordo della proprio auto" ed ordinava al Pm di procedere alla riescussione dei soggetti presenti al momento del sinistro al fine di "avere un quadro più chiaro delle circostanze verificatesi antecedentemente, contestualmente ed anche successivamente a sinistro stradale".

Ora, con questa nuova proposta di archiviazione, la famiglia Casale vede sempre più lontana la ricerca di verità e giustizia.