Inchiesta Rai-Agcom, l’Arcivescovo di Trani assolve Berlusconi

Pichierri: «In questa storia non vedo nessuno scandalo. In tv programmi faziosi»

mercoledì 17 marzo 2010
Nell'inchiesta Rai-Agcom, al coro delle voci, si aggiunge quella dell'arcivescovo di Trani, Monsignor Giovanni Battista Pichierri, che sul sito pontifex, di fatto, assolve il premier Silvio Berlusconi: «Chiunque – ha detto Pichierri - specie se occupa posti di responsabilità nella scala sociale, ha il diritto ed anche il dovere di badare a che si seguano linee rispettose della dignità delle persone nella informazione, di imparzialità e pluralismo. Questo non mi sembra uno scandalo, tanto meno qualche cosa che va contro l'etica. Non entro nelle vicende giudiziarie. Ma secondo legge naturale se un uomo di responsabilità pubbliche richiama qualche incaricato a maggior serenità, credo che agisca nell'esercizio delle sue prerogative e del bene comune, se segue la legge».

Affatto turbato dal clamore dell'inchiesta giudiziaria («Siamo abituati, il tribunale è a due passi dalla Cattedrale») , Pichierri spiega il suo pensiero: «Credo che sia diritto di un cittadino e di un governante, in qualsiasi latitudine del mondo, chiedere alle autorità competenti che i programmi della tv siano per lo meno impaziali. Le trasmissioni televisive e in genere le informazioni devono essere orientate alla ricerca del bene comune e del progresso e dunque rispettose della dignità delle persone. Se poi sono ideologicamente orientate o prevenute questo è un errore che va corretto. In effetti ultimamente qualche volta si è esagerato con programmi evidentemente tendenziosi dimenticando che in politica il bene non sta tutto da una parte e neanche il male. Ha ragione Napolitano quando dice che qui viviamo in una bolgia. Tutti criticano, contestano, ma non vedo e non sento proposte. In questa campagne elettorale, dominata da cavilli e battaglie legali, ci si sta dimenticando il nodo reale: la qualità delle amministrazioni e i problemi della gente comune».

Di qui, l'invito a richiamare tutti a maggior senso di responsabilità ed a misurare le parole, «ricordando – conclude Pichierri - che in politica non esistono satana o nemici, ma avversari che bisogna sempre rispettare con le armi della dialettica e mai dell'insulto o della via giudiziaria. Certo se qualcuno ha sbagliato, è giusto che la magistratura faccia il suo compito, ma senza fare il tifo per nessuno o contro nessuno».