«Interdizione del braccio San Nicola, perchè?»

Visibelli scrive alle autorità marittime.

martedì 24 giugno 2008
Pubblichiamo la nota dell'assessore dott. Roberto Visibelli indirizzata al Direttore Marittimo della Puglia alla Capitaneria di Bari e al Capo Compartimento Marittimo alla Capitaneria di Molfetta:
«Il tentativo posto in essere dall'Ufficio Locale Marittimo di Trani finalizzato ad impedire il regolare accesso pedonale al Molo S. Nicola del Porto di Trani ha veramente dell'incredibile, attesa l'enormità di contraddizioni (voglio usare un eufemismo) che da tale decisione derivano. Innanzitutto va sottolineato che la collocazione degli sbarramenti ha sortito solo l'effetto di impedire il passaggio a coloro che possiedono meno capacità di deambulazione: mi riferisco ad anziani, diversamente abili, ecc…, che lamentano l'impossibilità, dallo scorso sabato mattina, di poter comodamente passeggiare sul molo per godere un po' d'aria fresca e pulita. Se infatti, i nostri giovani continuano, a mio avviso legittimamente e giustamente, a frequentare quello spazio portuale a cui sono affezionati, ai diversamente abili e gli anziani è stato impedito l'accesso in maniera definitiva. La decisione di impedire l'accesso al molo portuale, inoltre, è stata presa senza comunicare alcunché a questa Amministrazione Comunale che avrebbe potuto formulare un proprio parere su una iniziativa che, evidenzio, va ad incidere sulle abitudini della Cittadinanza e, specificatamente, in un luogo su cui, alla luce delle nuove normative, ha potestà amministrativa piena il Comune di Trani. Invero non vi è traccia di nessuna comunicazione in merito, alla faccia del principio di leale collaborazione che la Corte Costituzionale ha più volte richiamato nei rapporti tra le varie Pubbliche Amministrazioni. Nel caso in specie viene alla luce il disinteresse nel voler seguire il suddetto principio che consente di bilanciare le esigenze di raccordo e coordinamento fra enti territoriali, con quelle della separazione delle competenze. Tale principio, infatti, ha il preciso compito di informare i rapporti tra enti che, in quanto dotati di autonomia costituzionalmente garantita, sono chiamati ad esercitare le rispettive funzioni nel pieno rispetto del ruolo e delle reciproche prerogative. L'accordo tra enti consente, infatti, di perseguire obiettivi di funzionalità, consentendo di svolgere attività di interesse comune. Tale "grundnorm", nel caso in specie, è stata totalmente disattesa, nonostante sia uno dei principi ai quali si deve conformare ed adeguare l'azione amministrativa. Sembrerebbe, altresì, che non sia stata emanata nessuna ordinanza che vieti l'accesso pedonale al suspecificato molo portuale. Il Regolamento che disciplina le operazioni portuali, allegato all'ordinanza n.41/2007 dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Barletta, nel definire il porto e le sue acque interne ed esterne, non vieta l'accesso pedonale né la possibilità della balneazione dal molo San Nicola, a condizione che quest'ultima avvenga dal lato delle acque esterne al bacino portuale. Balneazione che viene esplicitamente vietata invece nelle acque interne del bacino portuale. Conseguenza di ciò è che i miei Concittadini potrebbero tranquillamente frequentare il "Braccio", pescare con lenze e canne da terra, nonché fare il bagno dalla parte esterna del molo.
Detto ciò sarebbe interessante sapere in base a quale ordinanza e/o regolamento sia stato deciso di impedire l'accesso. Sarebbe opportuno che si esplicitassero ai Cittadini ed alla Civica Amministrazione le eventuali motivazioni che hanno indotto le Autorità competenti ad adottare una simile decisione. Motivazioni che devono trovare un supporto logico-giuridico, non ragioni fantasiose che poggiano, ad esempio, su una inesistente garanzia di sicurezza. Perché se passeggiare sul molo S. Nicola è così pericoloso che bisogna chiuderlo, lo è ancora di più camminare sugli scogli.Ma non per questo bisogna decidere di chiudere tutti i tratti costieri con conformazione rocciosa! Mi compiaccio di ricordare a me stesso che i Comuni hanno un vero e proprio potere, costituzionalmente attribuito, di gestione del demanio marittimo. Il Decreto Legislativo n.112/1998, all'articolo 105, lo ricordo a me stesso, ha conferito alle Regioni le funzioni amministrative nei porti d'interesse regionale ed intrerregionale quale è quello di Trani. L'art.118 della Costituzione ha attribuito ai Comuni l'esercizio delle funzioni amministrative e la legge regionale n.17/2006 della Regione Puglia, all'articolo 6, ha conferito ai Comuni costieri l'esercizio di tutte le funzioni amministrative relative alla materia del demanio marittimo (fra cui rientrano i porti). Anche la Corte Costituzionale ha statuito la competenza dei Comuni sui porti turististi di interesse regionale ed interregionale, ai sensi del novellato articolo 118 della Costituzione. Ragion per cui il Comune è titolato, ex lege, a poter esercitare le funzioni amministrative in ambito demaniale.
Inoltre con la recente circolare del Ministero dei Trasporti del 17/4/2008 sono stati elencati i porti e le aree demaniali marittime di competenza statale, chiarendo che tutte quelle non elencate sono attribuite alle Regioni. Quindi il parere del Comune deve diventare vincolante per tutto ciò che riguarda l'esercizio di attività che in esso si svolgono. In conclusione, appare chiaro che tale discutibile decisione risulta essere distonica con il vigente ordinamento legislativo, oltre che appalesarsi come una decisione che va in netta contrapposizione a quelle che sono le consuetudini locali dei Cittadini di Trani. Il porto di Trani, con questi comportamenti, sembra gestito alla stregua di una proprietà privata, atteso che le decisioni vengono prese senza considerare, tra l'altro, la conformazione e le attività che in esso si svolgono, eludendo quindi quello che è l'interesse pubblico, che dovrebbe essere il principio ispiratore a cui la Pubblica Amministrazione deve informare la propria attività.

Va, comunque, riconosciuta ed elogiata la civiltà del Popolo Tranese che invece di organizzare proteste clamorose contro chi abusa dei suoi poteri, attende con saggezza e pazienza che la legge venga ristabilita. Chiedo scusa se ho dovuto interessare di questa vicenda le SS.LL. ma quando si tratta di rispetto delle leggi e delle prerogative di Trani, sono pronto ad interessare e ad incomodare anche l'Ammiraglio Ispettore Capo, Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto.»

Dr. Roberto Visibelli
Senatore della Repubblica X e XI Legislatura
Componente VIII Commiss. Permanente (Marina Mercantile)