Introduzione delle zone a 30km/h, la politica di riduzione del traffico del M5S Trani

Branà: «Dopo 9 anni di amministrazione non è più giustificabile l'inerzia di fronte questa tematica»

venerdì 20 settembre 2024 7.45
«A partire dal 16 settembre scorso ha avuto inizio la settimana europea della mobilità sostenibile. Da tempo il movimento 5 stelle di Trani chiede che venga portato a termine l'iter di adozione e approvazione del piano della mobilità sostenibile (Pums) e avviata un'efficace politica di riduzione del traffico e incentivazione dell'uso della mobilità dolce.

Più volte ha chiesto l'introduzione delle zone 30 Km/h in città e di pianificazione della città dei 15 minuti, temi oggi sempre più attuali. Nel fare proprie le doglianze dei cittadini residenti in via Malcangi, all'interno delle tematiche di più ampio respiro elencate, chiedeva migliorie in corrispondenza dell'incrocio tra le vie Malcangi, Aldo Moro, Tasselgardo e Corso Imbriani (ripristino segnaletica orizzontale ormai quasi del tutto cancellata).

Gli uffici, a seguito della nostra sollecitazione, hanno provveduto al ripristino della segnaletica e anche ad apporre un divieto di sosta e fermata che, tuttavia, non viene ancora rispettato dagli utenti della strada.

Durante l'ultimo consiglio comunale l'assessora al ramo, Avv. Cecilia Di Lernia ha manifestato contrarietà all'istituzione delle zone 30 dopo aver dato breve lettura della direttiva del ministro Salvini che richiama una vecchia circolare ministeriale del 1979, entrambe senza efficacia di legge.

Appare evidente, dalla lettura del testo, il tentativo da parte del Ministro Salvini di ostacolare le zone 30 e appare davvero singolare che un'amministrazione di sinistra lo assecondi e lo confermi.

In città come Bologna o Olbia, le zone 30 sono attive, diffuse e stanno già producendo risultati positivi in termini di salute, sicurezza e riduzione del traffico.

Non dimentichiamo che i gas di scarico producono danni alle vie respiratorie di tutti, ma soprattutto dei bambini che camminano a piedi o stanno nel passeggino e che avendo il volto a meno di un metro di altezza, sono esposti al doppio dello smog degli adulti, con conseguenze alle vie respiratorie.

A questo punto qualsiasi giustificazione alla mancata adozione delle zone 30 e delle tecniche di moderazione del traffico, appare questione di lana caprina. Nelle Faq del sito www.bolognacitta30.it si legge: Così come avviene anche nelle città e nelle strade dove è in vigore il limite massimo a 50 km/h, anche nella Città 30 naturalmente i veicoli – come ad esempio le auto delle forze dell'ordine, le ambulanze, i mezzi dei vigili del fuoco e della protezione civile – impegnati in servizi urgenti non sono tenuti al rispetto delle norme di comportamento e delle prescrizioni della segnaletica stradale, compresi i limiti di velocità, stabiliti dal codice della strada o dai provvedimenti assunti in sua applicazione.

In termini più generali, strade che nel corso del tempo diventano meno congestionate da veicoli privati grazie alla trasformazione della Città 30 potrebbero, peraltro, proprio facilitare la tempestività nello svolgimento di servizi pubblici di emergenza e di soccorso.

L'esortazione al rispetto delle regole da parte di tutti gli utenti come ha fatto l'Assessora durante il consiglio comunale o a seguire una vita sana attraverso l'alimentazione e l'attività fisica, come l'amministrazione ha inteso fare in occasione dell'incontro in biblioteca del 18 settembre scorso, senza riferire alla città come intende promuovere la mobilità sostenibile e consentire la convivenza pacifica tra pedoni, ciclisti e automobilisti, appare allora come un inutile sermone di argomenti triti e ritriti.

Dopo 9 anni di amministrazione non è più giustificabile l'inerzia dell'amministrazione, se non addirittura l'indifferenza, nei confronti di questa tematica».