Italia in Comune, Domenico Corraro abbandona l'incarico di coordinatore del movimento giovanile
«Il cambiamento per me non è avvenuto»
sabato 26 settembre 2020
10.25
«Circa un anno fa nasceva il Movimento giovanile di Italia in comune. Il Movimento - dice il coordinatore Domenico Corraro - è nato per dare la possibilità a tutti i giovani di poter dire la propria, per aderire alla vita politica e al contesto sociale della comunità, e per raccogliere le istanze dei cittadini, tutti.
Da anni - continua Domenico Corraro - abbiamo assistito a un abissale distacco fra i giovani e la politica. I ragazzi, oggi, vivono la politica con estremo sospetto. Come coordinatore, dice Domenico Corraro, ho cercato in ogni modo di portare avanti un ideale politico differente da quello visto e rivisto, un cambiamento, lo stesso cambiamento che per qualche esponente politico si è dimostrato motivo d'interesse personale. Come ho più volte ribadito, non vivo di politica ma di lavoro, perché c'è differenza tra chi vive di politica e chi vive la politica a trecentosessanta sessanta gradi.
Oggi, orgogliosamente, posso dire che sono contento di questo percorso ma mi dimetto da tale incarico, perché il cambiamento per me non è avvenuto, anzi, ho assistito alla solita scena politica che per anni non ha portato alcun miglioramento e mai lo porterà.
Continuerò, nonostante l'esito dell'elezioni amministrative e dopo l'estrema delusione della scelta fatta supportando una persona che credevo fosse davvero la voce del popolo, a fare politica in modo serio, pulito e trasparente».
Da anni - continua Domenico Corraro - abbiamo assistito a un abissale distacco fra i giovani e la politica. I ragazzi, oggi, vivono la politica con estremo sospetto. Come coordinatore, dice Domenico Corraro, ho cercato in ogni modo di portare avanti un ideale politico differente da quello visto e rivisto, un cambiamento, lo stesso cambiamento che per qualche esponente politico si è dimostrato motivo d'interesse personale. Come ho più volte ribadito, non vivo di politica ma di lavoro, perché c'è differenza tra chi vive di politica e chi vive la politica a trecentosessanta sessanta gradi.
Oggi, orgogliosamente, posso dire che sono contento di questo percorso ma mi dimetto da tale incarico, perché il cambiamento per me non è avvenuto, anzi, ho assistito alla solita scena politica che per anni non ha portato alcun miglioramento e mai lo porterà.
Continuerò, nonostante l'esito dell'elezioni amministrative e dopo l'estrema delusione della scelta fatta supportando una persona che credevo fosse davvero la voce del popolo, a fare politica in modo serio, pulito e trasparente».