Italiatradingonline.it: la ricerca eToro sulla Digital Transformation

Approfondimenti sul mondo del digitale

domenica 27 dicembre 2020
Il digitale è l'aspetto della modernità che maggiormente sta permeando le nostre vite. Qualche giorno fa è bastato che Google andasse in down per qualche ora per fare in modo che ci sentissimo catapultati direttamente nel medioevo. Ne hanno parlato addirittura al telegiornale.

Questo avvenimento come moltissimi altri ci mostra come ormai siamo davvero dipendenti dal digitale e come questo stia entrando nei settori più vari come quello legale, quello medico, ma non dimentichiamoci ovviamente del mondo della finanza e degli investimenti.

Nonostante il ruolo del digitale sia sempre più importante nelle nostre società e nella vita degli individui, non tutti i Paesi europei se la cavano allo stesso modo in termini di cosiddetta Digital Transformation. Ci sono Paesi europei che se la cavano molto meglio di altri da questo punto di vista.

A dimostrarlo c'è anche una recentissima ricerca finanziata dal broker eToro arcinoto broker di trading online recensito da molti portali e siti italiani tra cui spicca anche ItaliaTradingOnline.it. Forse per mera curiosità o forse come forma di ricerca di mercato, il broker ha cercato stilare una classifica su quali nazioni si stiano muovendo meglio dal punto di vista delle digitalizzazione. Riportiamo qui i risultati della ricerca.

Una ricerca sulla Digital Growth: Italia agli ultimi posti

Per chi non lo sapesse eToro è un portale di investimenti multi-asset con oltre 16 milioni di iscritti che provengono dal mondo intero. Proprio i proprietari della piattaforma hanno deciso di avviare, attraverso il Cebr, uno studio volto a valutare l'impatto delle tecnologie digitali negli Stati europei.

Lo studio si è concentrato principalmente su 9 Paesi dell'UE per capire a che punto fossero a livello di penetrazione digitale: Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Italia, Romania, Polonia, Spagna, Regno Unito).

I dati raccolti sono serviti a stabilire sia lo stato dell'arte della digitalizzazione sia le prospettive di crescita futura. Sono stati posti questionari a oltre 18.000 cittadini UE provenienti dai vari Paesi che hanno partecipato allo studio.

Un primo dato è quello relativo all'uso dell'home banking. In Italia è stato scoperto che solo un terzo degli italiani usa il servizio almeno una volta ogni 3 mesi, contro il 91% dei danesi e degli abitanti dei Paesi Bassi. Ma questo è solo l'inizio delle note dolenti relative al Bel Paese.

Guardando ai risultati dello studio in generale c'è un dato che salta fuori in maniera assolutamente palese: l'Italia in quanto a digitalizzazione è attualmente all'ottavo posto ovvero il penultimo della classifica. Invece guardando alle prospettive di crescita futura risulta evidente che sono scarsissime, qui siamo addirittura all'ultimo posto.

La Romania è attualmente all'ultimo posto per quanto riguarda il grado attuale di penetrazione del digitale, eppure in prospettiva futura sembra possa fare addirittura meglio dell'Italia. Nel nostro Paese è anche emerso un altro dato davvero significativo: il 36% del campione analizzato afferma che si opporrebbe alla digitalizzazione sul proprio posto di lavoro. Questo la dice lunga, quindi, sulle possibilità di espansione del settore nello Stivale.

Gli aspetti dove sembriamo andare meno male sono quelli legati alla digitalizzazione delle prestazioni mediche. Qui circa la metà degli intervistati ha dichiarato che potrebbe fare a meno di andare fisicamente dal dottore per un consulto di routine (il 46%). E d'altro canto comincia a muoversi qualcosa anche per quanto riguarda gli acquisti online.

Guardando agli altri Paesi, in questo momento è il Regno Unito ad aggiudicarsi il primo gradino del podio per quanto riguarda il grado di digitalizzazione. Il punteggio ottenuto è stato di 65/100. Nel Regno Unito si paga quasi tutto con la carta e molti servizi sono diventati ormai virtuali.