Jazz a Corte, domenica il tributo a David Bowie
Continua con successo la rassegna musicale nella corte di Davide Santorsola
mercoledì 12 luglio 2023
9.46
Dopo il sold out della travolgente Rimbamband con Note da Oscar a Palazzo delle Arti Beltrani a Trani, continua la V stagione di Jazz a Corte con il trascinante tributo a David Bowie. Domenica 16 luglio nella suggestiva Corte 'Davide Santorsola' sarà celebrata la sua icona intramontabile con "IZARUS" attraverso le pietre miliari del suo stile inimitabile. Le indimenticabili opere dell'autore di "Space Oddity" e "Starman" sono rivisitate dall'ensemble Armstrong & the Moonwalkers, progetto di Fabio Accardi con Serena Fortebraccio chiamato a far rivivere i capolavori della star inglese. A 7 anni dalla sua morte e a 47 anni dall'uscita della pellicola di fantascienza 'The Man who fell to earth' (1976), che lo vide protagonista in una delle sue migliori prove d'attore, l'uomo delle stelle, avvincente e affascinante 'extraterrestre', avrebbe compiuto 76 anni l'8 gennaio 2023. David Jones in arte Bowie, alias Ziggy Stardust o il fine Duca bianco, sarebbe divenuto 'Starman' (uomo delle stelle), come profetizzato dal regista Roeg. 'Starman' fu anche il titolo della quarta traccia e primo singolo estratto dall'album 'The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars' (1972) del cantautore.
Superando la metafora cinematografica, Bowie è stato davvero un esploratore del tempo, ha fatto sognare galassie lontane, soprattutto attraverso la sua musica, luoghi da poter raggiungere un giorno non lontano e poterci trovare quello che sulla terra sembra scomparso: l'umanità e l'amore. (There's a starman waiting in the sky).
"Izarus" è una sorta di fusione mitologica tra Icaro e Lazzaro, un progetto ispirato all'immenso Bowie sospeso a metà tra novello Icaro e "Lazarus", straordinaria opera rock teatrale da lui scritta poco prima della sua scomparsa e considerata il suo regalo d'addio al mondo. Il musical è il seguito della storia del migrante interstellare Thomas Newton del romanzo "L'uomo che cadde sulla terra" di Walter Tevis del 1963, a cui Roeg si era ispirato per il film, bloccato sulla Terra e incapace di morire o di tornare sul suo pianeta. 'Lazarus' è anche l'ultimo singolo del suo venticinquesimo album in studio "Blackstar", pubblicato in vita da David Bowie, considerato come auto-epitaffio della star.
L'album "Izarus", che ha visto il suo debutto nel 2021 per Mordente Records, è dedicato alla celebrazione dell'icona del rock a cura della Armstrong & the Moonwalkers, composta da eccellenze del jazz come l'interprete Serena Fortebraccio, Alberto Parmegiani alla chitarra, Domenico Cartago alle tastiere, Giorgio Vendola al contrabbasso e Fabio Accardi alla batteria e arrangiamenti. Il progetto della band nasce nel lontano 2015 dalla passione che da sempre Accardi e Fortebraccio condividono nel mescolare il rock con il jazz in forme aperte, libere e contaminate. Nel 2016, anno della scomparsa di Bowie, in seguito alla visione di "The Martian" di Ridley Scott e all'ascolto di "Starman" arriva la folgorazione: intraprendere un vero e proprio viaggio cosmico all'interno delle costellazioni del Duca Bianco. In sole tre settimane Accardi riscrive gli arrangiamenti di alcuni dei brani più significativi di Bowie, attingendo dalla produzione tra gli anni '70 e '80. La grande passione e profonda conoscenza di Serena per la galassia di Bowie sono poi decisive per la realizzazione del lavoro.
Il concerto rientra appieno nell'idea della direzione artistica firmata Niki Battaglia di spalancare le porte del palazzo nobiliare alle varie sfumature del jazz mediante sonorità, ispirazioni, declinazioni della vasta gamma del genere musicale.
Izarus, infatti, è una originalissima rivisitazione di alcuni dei più bei brani di Bowie. Le contaminazioni del sound conducono con estrema naturalezza l'ascoltatore in un viaggio 'stellare' tra sonorità che vanno dal jazz al rock, dall'elettronica fino alle sfumature soul di cui si colora la meravigliosa voce della Fortebraccio passando, attraverso cambi ritmici, tra atmosfere rarefatte e dense di groove. Un disco profondamente sentito e pensato, senza mai sacrificare il suono alle logiche della ragione, con il timore costante di non essere all'altezza di una icona rock immensa come Bowie.