"Je Suis Charlie", candele e matite alzate in Piazza Libertà
Ieri un flash-mob per ricordare le vittime dell'attentato parigino
domenica 11 gennaio 2015
17.49
L'attentato alla Redazione parigina Charlie Hebdo ha avuto inevitabilmente una eco anche in Italia e una quarantina di tranesi ieri sera si è resa protagonista di un flash-mob in ricordo dei morti e dei feriti. In Piazza Libertà nel silenzio e con le matite in mano si è voluto ricordare proprio quella libertà caduta sotto i colpi di chi ha scambiato il fanatismo per religione, di chi ha gridato il nome di un Dio mentre uccideva la vita di un uomo. Grandi e bambini insieme con in mano le candele e un cartello con scritto "Je Suis Charlie", diventato un hastag diffuso in tutto mondo.
Purtroppo sono tante le parole che si sono sentite in rete, tante le ipocrisie che sono state scritte e dette proprio da chi strapperebbe le penne dalle mani a coloro i quali cercano di esprimere un loro giudizio diverso rispetto alla "regola". E davanti a queste belle e formali parole non si può che ridere, amaramente. Quelli che si nascondono dietro la grande parola "libertà di stampa", inneggiando ad essa e portandola in trionfo, sono molto spesso gli stessi che criticano le voci fuori dal coro e cercano ogni mezzo, lecito ed illecito, per spezzarle. Sono loro i figli del mostro dell'età moderna, quello che annulla secoli di conquiste e che ha un nome preciso: ignoranza, inteso nel significato etimologico del termine. Ci piace pensare, però, che sebbene molte matite siano state spezzate e molte voci obbligate al silenzio, su alcuni fogli si continuerà a fare satira e a scrivere ancora, inevitabilmente, senza essere per forza degli eroi. Perché una matita spezzata può sempre essere temperata.
Purtroppo sono tante le parole che si sono sentite in rete, tante le ipocrisie che sono state scritte e dette proprio da chi strapperebbe le penne dalle mani a coloro i quali cercano di esprimere un loro giudizio diverso rispetto alla "regola". E davanti a queste belle e formali parole non si può che ridere, amaramente. Quelli che si nascondono dietro la grande parola "libertà di stampa", inneggiando ad essa e portandola in trionfo, sono molto spesso gli stessi che criticano le voci fuori dal coro e cercano ogni mezzo, lecito ed illecito, per spezzarle. Sono loro i figli del mostro dell'età moderna, quello che annulla secoli di conquiste e che ha un nome preciso: ignoranza, inteso nel significato etimologico del termine. Ci piace pensare, però, che sebbene molte matite siano state spezzate e molte voci obbligate al silenzio, su alcuni fogli si continuerà a fare satira e a scrivere ancora, inevitabilmente, senza essere per forza degli eroi. Perché una matita spezzata può sempre essere temperata.