Kabul? No, piazza Alberto Dalla Chiesa
L’assessore Di Savino: «Ci stiamo adoperando per sistemarla con un mutuo». In principio in questa piazza si voleva trasferire il mercato ittico
mercoledì 14 settembre 2011
01.00
«Parlare di vergogna non rende giustizia allo stato di degrado che investe tutta piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa e strade limitrofe». Cosimo Nenna (Federazione della Sinistra) la definisce «un percorso di guerra a tutti gli effetti». Effettivamente, non vi è una mattonella che non rappresenti una trappola. Le radici dei pini hanno devastato tutta la pavimentazione, in più si aggiungono i problemi di vivibilità «e – come sottolinea Nenna - i rifiuti lasciati dai venditori di frutta e verdura disseminati sui quattro lati della piazza e dei pescivendoli, una puzza resa ancora più insopportabile con il caldo di questi mesi. Di fronte a tanto scempio l'amministrazione è totalmente assente».
A dire il vero, l'amministrazione per quella piazza aveva speso più di un'idea, tutte rimaste solo tali. In principio si voleva trasferire li il mercato ittico (c'era un progetto da 300mila euro) ma l'ipotesi è poi abortita in favore del trasferimento dei venditori di pesce nei Capannoni Ruggia (si attende l'indizione della gara per i lavori di adeguamento). Successivamente, l'intero quartiere Petronelli era stato oggetto di attenzione dei piani di rigenerazione urbana con cui il Comune di Trani si era candidato in Regione speranzoso di finanziamento. Il progetto è stato ritenuto ammissibile, ma la posizione di Trani in graduatoria è così bassa che è praticamente impossibile sperare di ricevere anche una sola briciola dei 102 milioni di euro stanziati per la rigenerazione di quartieri degradati delle città pugliesi. «Abbiamo fatto opposizione a quella graduatoria – spiega l'assessore Di Savino – perché a nostro avviso sono stati fatti degli errori di punteggio».
L'opposizione probabilmente non porterà da nessuna parte. Di Savino lo sa bene ed ha chiesto all'ufficio tecnico di realizzare un computo metrico estimativo per la ripavimentazione della piazza, l'eliminazione dei pini e la contestuale sostituzione con dei lecci. Occhio e croce, parliamo di un investimento da 150mila euro, cifra che non è nelle disponibilità dell'assessorato e che dovrà richiedere l'accensione di un mutuo: «Cercheremo di portare a compimento l'intervento prima della fine della consiliatura», dice Di Savino. Vedremo.
A dire il vero, l'amministrazione per quella piazza aveva speso più di un'idea, tutte rimaste solo tali. In principio si voleva trasferire li il mercato ittico (c'era un progetto da 300mila euro) ma l'ipotesi è poi abortita in favore del trasferimento dei venditori di pesce nei Capannoni Ruggia (si attende l'indizione della gara per i lavori di adeguamento). Successivamente, l'intero quartiere Petronelli era stato oggetto di attenzione dei piani di rigenerazione urbana con cui il Comune di Trani si era candidato in Regione speranzoso di finanziamento. Il progetto è stato ritenuto ammissibile, ma la posizione di Trani in graduatoria è così bassa che è praticamente impossibile sperare di ricevere anche una sola briciola dei 102 milioni di euro stanziati per la rigenerazione di quartieri degradati delle città pugliesi. «Abbiamo fatto opposizione a quella graduatoria – spiega l'assessore Di Savino – perché a nostro avviso sono stati fatti degli errori di punteggio».
L'opposizione probabilmente non porterà da nessuna parte. Di Savino lo sa bene ed ha chiesto all'ufficio tecnico di realizzare un computo metrico estimativo per la ripavimentazione della piazza, l'eliminazione dei pini e la contestuale sostituzione con dei lecci. Occhio e croce, parliamo di un investimento da 150mila euro, cifra che non è nelle disponibilità dell'assessorato e che dovrà richiedere l'accensione di un mutuo: «Cercheremo di portare a compimento l'intervento prima della fine della consiliatura», dice Di Savino. Vedremo.