L’addio di Laurora: i perché di una scelta difficile

Tracciata la strada verso il rimpasto

mercoledì 27 febbraio 2008
Carlo Laurora lascia la direzione generale del Comune dopo 7 mesi di lavoro. La decisione ha colto molti di sorpresa (pare che lo stesso sindaco non ne sapesse nulla) ma ha ragioni profonde e giunge al termine di un periodo di attenta riflessione da parte del consigliere regionale azzurro. Nella lettera indirizzata al primo cittadino, protocollata questa mattina, Laurora ha snocciolato i risultati del suo operato da quando è entrato nelle stanze del Palazzo di Città. Il suo obiettivo fondamentale era quello di contribuire allo snellimento di una macchina amministrativa ingolfata e aggrovigliata: qualche passo in avanti è stato compiuto anche se il processo resta lungo e problematico. Laurora, nel documento di matrice politico-programmatica, ha indicato rimedi e soluzioni dopo aver vissuto a stretto contatto con l'apparato comunale. Adesso spetterà al sindaco decidere se dar seguito oppure no ai suggerimenti del forzista che getta la spugna adducendo «motivazioni personali».

Cosa ha spinto Laurora a lasciare l'incarico? Di certo, a nostro avviso, Laurora ha verificato sulla sua pelle l'incompatibilità fra l'essere un politico e lo svolgere incarichi di funzionario amministrativo. Delle due, l'una. Chiuso nelle stanze della direzione generale, assediato da mille problemi, Laurora aveva perso di vista quel progetto, di più ampio respiro, che lo aveva portato all'elezione a consigliere regionale. La crescita del suo partito (sempre più spaccato in due, come testimoniano le recenti vicissitudini del direttivo locale), un percorso politico più confacente alle sue aspirazioni, un reale contributo alla crescita della sua città attraverso una oculata regia dall'alto: sulla bilancia, il peso dell'incarico di direttore generale ha spostato l'ago lontano da queste priorità. Il dietrofront cela probabilmente attente riflessioni su queste considerazioni, così come l'amara consapevolezza di essere diventato un facile bersaglio da attaccare politicamente in ogni occasione. Laurora, per sua ammissione, vuol «tornare a far politica e non a subirla». Lascia la sua esperienza da Dg al servizio del sindaco e prova ora a riprendere quel sentiero lasciato, quasi inconsapevolmente, dopo il successo alle ultime amministrative. Il treno per Roma forse è già partito (sarà difficile occupare una casella utile alla luce delle grandi manovre in seno al PDL), ma all'orizzonte già si prospettano nuovi ed importanti appuntamenti elettorali. Tornare sui suoi passi, significa potersi dedicare con più attenzioni agli equilibri politici del partito, di Trani e della Bat, ai problemi più generali di un territorio che ha bisogno di validi interpreti per uscire da ambiguità e stucchevoli stalli. A livello comunale, invece, la palla passa al sindaco che dovrà decidere se affidare a qualcun altro la direzione generale (ricordiamo che è un incarico assolutamente fiduciario) oppure tornare all'antico facendone a meno, operando sulla scorta comunque dei suggerimenti forniti da Laurora. Di certo, l'addio dell'azzurro traccia la strada verso un rimpasto che sembra sempre più vicino. Il periodo della campagna elettorale per le politiche servirà per far quadrare nuovamente il cerchio e ridistribuire gli incarichi col bilancino.